ROMA (MF-DJ)--Lo shock dei prezzi dell'energia e lo strappo con la Russia ha portato alla ribalta il Gse, fino a collocarlo al centro della scena: dal ruolo di promotore delle rinnovabili e dell'efficienza energetica, il Gestore dei servizi energetici decreto dopo decreto si è trovato a gestire alcune delle partite più delicate per la sicurezza delle forniture, in prima linea nella guerra al caro bollette. Adesso la società controllata dal Mef ha deciso di fare un passo in più: aiutare le società che gestiscono gli acquedotti a efficientare i consumi per risparmiare sui costi. Se ne avvantaggeranno i consumatori, che potranno così beneficiare di tariffe più leggere.

Ad anticipare a MF-Milano Finanza il progetto pilota che partirà in questi giorni coinvolgendo 8 Ega - gli Enti di governo individuati dalle Regioni per ciascun Ato (gli ambiti territoriali del servizio idrico) in tutta Italia - è l'amministratore unico del Gse, Andrea Ripa di Meana.

"Siamo partiti da una considerazione: le società che gestiscono gli acquedotti sono necessariamente dei grandi consumatori di energia, ma allo stesso tempo fanno un ricorso molto limitato ai certificati bianchi (gli incentivi per l'efficienza energetica gestiti dal Gse, ndr). Da qui ci è venuta l'idea di avviare un'analisi sulla qualità energetica delle gestioni idriche, per individuare caso per caso tutte le aree dove si può intervenire per efficientare i consumi energetici, e di conseguenza ridurre i costi".

Il progetto pilota è stato definito d'intesa con Anea (l'Associazione Nazionale degli enti di Ambito idrico, ndr) che coordina gli Ega idrici e andrà avanti per un anno grazie all'Idro-desk creato dal Gse. "Sarà un lavoro complesso perché ogni servizio idrico ha le sue peculiarità". Con l'Anea, attraverso gli Ega che hanno aderito al progetto pilota, il Gse raccoglierà dai gestori tutte le informazioni per poter arrivare a una diagnosi sui consumi di elettricità e sul rapporto tra i consumi di elettricità e i requisiti idraulici delle reti. Non pensiamo solo alla distribuzione d'acqua: andremo ad analizzare l'intera catena del servizio idrico, attività per attività, fino a depurazione e fognature».

Con la tariffa idrica che è la fonte di sostentamento dei gestori, la qualità energetica potrà avere un impatto positivo diretto sui consumatori. A costi ridotti, in pratica, deriveranno tariffe più basse. "I vantaggi si trasferiranno automaticamente sulle bollette degli utenti finali. Siamo certi di poter individuare tipologia di investimenti di efficientamento energetico, pur tenendo presente che ogni caso è diverso dall'altro", spiega Alessandro Mazzei, coordinatore tecnico scientifico dell'Anea. "Buona parte del lavoro consisterà anche nel capire dove i margini inespressi d'efficienza sono attribuibili alla gestione, piuttosto che a elementi oggettivi come la conformazione del territorio. Ma non si vuole colpevolizzare nessuno, piuttosto intendiamo dare un contributo in positivo, altrimenti non avremmo avuto adesioni così numerose, sono ben 18 i gestori nel progetto pilota".

L'altro fronte per la sicurezza energetica che vede in prima fila il Gse è quello del cosiddetto Gas release: l'aumento della produzione nazionale tramite nuove concessioni rilasciate ai produttori, a patto però che questi siano disponibili a rivendere parte del gas estratto a prezzo calmierato agli energivori, fatta salva ovviamente la sostenibilità dell'investimento e la profittabilità generale dell'iniziativa. La discesa dei prezzi non ha svuotato di significato il provvedimento, ma la procedura richiede una messa a punto affinché il provvedimento possa diventare operativo.

"Il Gas release è pensato prima di tutto per trovare in casa un'alternativa al gas russo e più in generale al gas importato", precisa Ripa di Meana. "I giacimenti nel territorio italiano, onshore e offshore, possono essere sfruttati più di quanto fatto finora per aumentare l'indipendenza energetica del nostro Paese. Da questo punto di vista il ribasso dei prezzi del gas non cambia le cose. Tra l'altro con i circa 60 euro a Mwh di oggi siamo comunque ancora molto lontani dalle quotazioni medie dei 10 anni pre-guerra, quando si stava sui 16/18 euro a Mwh.

La contropartita, rispetto al contesto in cui la scorsa estate il Gse aveva lanciato i primi bandi per raccogliere le manifestazioni d'interesse tra circa 20 operatori (tra i quali Eni ed Energean) è cambiata col decreto aiuti quater: si sono allargate le maglie del Pitesai, la mappa delle aree idonee alle trivellazioni. Ora la palla è al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin: dovrà stabilire se e come strutturare la procedura per dare al Gse la possibilità di procedere con i nuovi bandi".

pev


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February 08, 2023 03:06 ET (08:06 GMT)