ROMA (MF-DJ)--Aerospazio, imprese, ma soprattutto energia. La visita del presidente del Consiglio Giorgia Meloni ad Algeri, nella sua prima bilaterale all'estero, ha infatti rafforzato il patto energetico con il Nordafrica e in particolare con l'Algeria. Un piano, scrive MF-Milano Finanza, che consentirà all'Italia di diventare l'hub energetico del Mediterraneo.

«Sono molto soddisfatta di un partenariato che è molto solido, di una presenza italiana che è molto credibile e quindi di un'Italia che riesce a essere un partner credibile, che è capace di una cooperazione non predatoria ma fatta, soprattutto e anche, per aiutare le nazioni con le quali opera a crescere e sviluppare», ha sottolineato Meloni. In particolare, commentando con la stampa italiana la visita, la premier è tornata sul Piano Mattei (modello di investimenti non predatorio basato sulla collaborazione) e sul ruolo che giocheranno Italia e Algeria nello scacchiere della geopolitica energetica: «Abbiamo questo grande progetto che ci diamo come orizzonte di legislatura, in un momento difficile soprattutto in tema di approvvigionamento energetico per l'Europa, di fare dell'Italia la porta di accesso e, quindi l'hub fondamentale di distribuzione dell'energia». «Non è un caso che la prima missione bilaterale del Governo in Nord Africa si tenga in Algeria, un partner affidabile e di assoluto rilievo strategico», ha tenuto a sottolineare Meloni. Del resto, con l'addio alle forniture russe l'Algeria è diventato il primo fornitore di gas dell'Italia (l'anno scorso sono stati importati, tra condotte e gnl, 23,7 miliardi di metri cubi di gas, contro i 21,2 miliardi del 2021), ma in generale la maggior parte dei Paesi dell'Unione Europea sono ora costretti a volgere il loro sguardo verso l'altra sponda del Mediterraneo. «C'è un tema geopolitico che fa sì che all'Europa debba interessare più la presenza nel Mediterraneo, la presenza in Africa», ha detto Meloni. «Ne abbiamo parlato all'ultimo consiglio europeo, ho citato l'idea di un nostro Piano Mattei; credo che sarebbe sbagliato affrontare la questione africana solo dal punto di vista dei flussi migratori, è un interesse geopolitico dell'Europa».

Un interesse ben colto da Eni e dal suo ad Claudio Descalzi, presente ieri insieme con il presidente del Consiglio per siglare due accordi con la compagnia algerina Sonatrach che avranno l'obiettivo di studiare progetti congiunti per migliorare la capacità di esportazione di energia del Paese nordafricano. «Sono stati firmati due accordi tra Eni e la sua controparte algerina, uno per individuare attività di riduzione delle emissioni di gas serra e l'altro per ottenere un aumento delle esportazioni di energia dall'Algeria all'Italia e potenzialmente dall'Algeria all'Europa» ha detto Meloni. In particolare, Eni e Sonatrach studieranno modi per aumentare la capacità di trasporto per le forniture di gas esistenti e lavoreranno anche su un nuovo gasdotto per trasportare anche l'idrogeno. Ma, il presidente dell'Algeria Abdelmadjid Tebboune, ha fatto riferimento anche alla posa di un cavo elettrico sottomarino che collega i due paesi e all'aumento della capacità dell'Algeria di produrre gas naturale liquefatto.

Eni e Sonatrach hanno anche firmato un memorandum che punta a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e in generale la riduzione di Co2 nelle strutture produttive di idrocarburi. Sul tema forniture, infine, è arrivato un importante avvertimento di Descalzi: «Aumentare le forniture non è sufficiente; altrettanto decisivo è eliminare i colli di bottiglia sulla rete. Il principale si trova a Sulmona, in Abruzzo, che impedisce di dirottare verso Nord tutto il gas di cui già oggi possiamo disporre e di cui il sistema produttivo ha bisogno. È per questa ragione, per rispondere alla domanda di gas proveniente dalle aree maggiormente industrializzate, che si è deciso di localizzare nel centro-nord, a Piombino e Ravenna, due nuovi rigassificatori»

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