ROMA (MF-DJ)--"Eni arriverà a produrre 2 milioni di tonnellate di biocarburanti nel 2025 e puntiamo a 6 milioni di tonnellate nel 2035. Oggi abbiamo già in progetto l'aumento della capacità della bioraffineria di Venezia. Sia a Gela che a Venezia produrremo inoltre anche biocarburanti per aviogetti. L'intenzione è di convertire un'altra raffineria in Italia. Presto però per indicare dove".

Lo dice Giuseppe Ricci, direttore generale Energy evolution di Eni, al "Corriere della Sera", spiegando che potranno fare il pieno con i carburanti bio in purezza "i mezzi pesanti, che sono tutti omologati e per i quali non ci sono alternative mature per decarbonizzarli, e poi anche la maggior parte dei veicoli Euro 5 e 6".

"Oggi le "cariche" che garantiscono il maggiore abbattimento di Co2 arrivano da scarti e rifiuti, per esempio scarti di grassi animali o di olii vegetali - osserva Ricci -. Gli olii esausti oggi in Italia sono riciclati al 20-30%. Recuperiamo 60-70 mila tonnellate ma il potenziale è di 300 mila. Detto questo, stiamo battendo anche un'altra strada: l'utilizzo di produzioni che arrivano da Paesi africani come Kenya, Angola, Congo, Benin, Costa d'Avorio, Ruanda e altri, sfruttando terreni non edibili e dando lavoro a decine di migliaia di persone".

"La produzione di materie prime per i biocarburanti non è un problema e ci sono centinaia di milioni di tonnellate di scarti e rifiuti da recuperare e di oli vegetali non edibili da produrre - evidenzia il manager Eni -. Non credo comunque a un'unica strada per decarbonizzare i trasporti. Bisogna trovare in modo pragmatico l'equilibrio più efficiente". E gli e-fuels, i carburanti sintetici? "Stiamo lavorando. Ma si tratta di una tecnologia che ha bisogno di una ventina d'anni di lavoro e ricerca per diventare matura", replica Ricci.

gug


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September 27, 2022 04:00 ET (08:00 GMT)