MILANO (MF-DJ)--Pochi giorni dopo l'annuncio si chiariscono ancora meglio le ragioni che hanno portato Eni a mettere in pausa il collocamento della controllata Plenitude. Oltre alle indicazioni sul prezzo, condizionate dall'attuale estrema volatilità sui mercati, a mettere in allarme il Cane a sei zampe è stato il freno a mano tirato da altri gruppi.

Abb, per esempio, appena tre giorni prima aveva deciso di sospendere l'offerta pubblica iniziale della sua divisione e-mobility. Ipo quasi gemella, almeno per tipologia di attività e investitori, certo non per dimensioni (l'e-mobility di Abb vale circa 750 milioni di euro, meno di un decimo di Plenitude, che integra la generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, la vendita di energia elettrica, gas, soluzioni energetiche a famiglie e imprese e anche un network europeo di punti di ricarica per veicoli elettrici). Tale dietrofront non è passato inosservato e ha fatto suonare un ulteriore campanello d'allarme in Eni e tra gli advisor. A ben guardare, c'era stato anche un altro segnale sempre negli stessi giorni: il rinvio all'autunno dell'Ipo di Nucera, joint venture tra il colosso tedesco Thyssenkrupp (66%) e De Nora (34%), quest'ultima arrivata invece puntuale all'appuntamento con la Borsa (si veda altro articolo in pagina). Per tutti un alt suggerito dalle condizioni del mercato.

"Plenitude continuerà quindi a monitorare il mercato e a sviluppare la propria strategia di offerta di un'energia decarbonizzata a tutti i propri clienti attraverso lo sviluppo degli investimenti nelle rinnovabili e nella mobilità elettrica", assicura Eni. I tempi per un ritorno sul mercato non sono ancora definiti, ma sulla scorta della contemporanea Ipo di De Nora e a valle dei colloqui che il gruppo guidato da Claudio Descalzi avrebbe avuto con diversi investitori internazionali, Plenitude potrebbe tornare nei prossimi mesi in Ipo appoggiandosi ad alcuni anchor investor, naturalmente se il contesto di mercato sarà migliore di quello attuale.

Intanto il piano procede, incurante del rinvio dell'offerta. Anzi, alcuni target sono stati già superati: la capacità installata da fonti rinnovabili, per esempio, ha raggiunto quota 1,4 GW al 31 marzo scorso, proiettandosi verso l'obiettivo di 6 GW al 2025, mentre le colonnine di ricarica elettrica sono passate dalle circa 7.300 del primo trimestre alle attuali 8.300. Dovranno arrivare a oltre 27mila sempre entro il 2025, per superare le 31mila entro il 2030. Plenitude si riserva inoltre di allargare il raggio d'azione all'attività di intermediazione assicurativa. I numeri indicano un debito netto consolidato di 1,6 miliardi al 31 marzo scorso, anche per effetto del capitale circolante sostenuto dai rincari delle commodity, che però dovrebbe riassorbirsi per circa 1 miliardo di euro entro la fine dell'anno.

red

MF-DJ NEWS

2908:18 giu 2022


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