MILANO (MF-DJ)--In uno scenario geopolitico piuttosto tormentato, le società energetiche europee hanno dovuto subire l'impatto negativo dell'aumento dei prezzi delle materie prime. Ma alcune sono state in grado di gestire il rincaro a loro favore e il nuovo ciclo di emergenze. Un esempio dall'Italia è sicuramente Eni, che nel primo trimestre di quest'anno ha riportato un utile netto adjusted di 3,27 miliardi di euro, con una crescita di ben 3 miliardi rispetto al primo trimestre 2021. Ancora, la scorsa settimana il colosso italiano ha comunicato l'apertura dei famosi conti K presso Gazprom per assicurarsi le forniture del gas russo nei prossimi mesi.

Il gruppo guidato da Claudio Descalzi, scrive MF, ha inoltre raccolto l'invito delle autorità del Regno Unito a sviluppare nuove iniziative, e si prepara ad investire 2,5 miliardi di euro nel Paese nei prossimi quattro anni. Nello specifico, l'80% dell'investimento sarà destinato a progetti di cattura della C02 e all'energia rinnovabile, mentre il restante 20% verrà impiegato nella produzione di petrolio e gas. Secondo quanto dichiarato dai portavoce di Eni al Financial Times, i 2 miliardi e mezzo rispondono alla richiesta di incrementare gli investimenti che il governo britannico ha avanzato alle compagnie energetiche.

red/lab

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2408:23 mag 2022


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