ROMA (MF-DJ)--"Nell'inverno 2024-2025, se le cose continueranno ad andare nel verso giusto, ci affrancheremo dalle forniture russe".

Lo afferma l'ad di Eni, Claudio Descalzi, in due colloqui con il "Messaggero", "Repubblica" e "La Stampa", da Algeri, dove ha firmato i nuovi accordi con Sonatrach. L'Europa, spiega il manager, "è obbligata per ottenere gas ad andare dalla Russia, dalla Norvegia, dal Qatar... Noi invece abbiamo sempre fatto per tempo investimenti nei Paesi produttori, trovato tanto metano e lavorato alla diversificazione. Insomma, eravamo e siamo molto più avanti. Questo ci ha facilitato".

Descalzi racconta quindi la strategia di Eni per raccogliere fornitori in Africa. "Questo Continente non è come la Russia o la Norvegia o il Qatar, che hanno società di Stato per l'estrazione e poi vendono il gas.

Qui bisogna stringere legami con i Paesi produttori, fare investimenti", aiutarli nell'estrazione, spiega. "Noi abbiamo cominciato la diversificazione geografica nel 2014 per essere pronti a fronteggiare eventuali difficoltà, non abbiamo aspettato la guerra in Ucraina. E puntiamo sulla diversificazione tecnologica e sulla sostenibilità ambientale. Che è importantissima", prosegue Descalzi.

Non c'è il rischio di passare dalla padella russa, alla brace algerina? "Non ci sono né padelle, né braci - mette in chiaro Descalzi -. C'è un cibo che va cucinato e se brucia dipende da chi lo sta cucinando. Quindi bisogna diversificare: non c'è solo l'Algeria, ci sono la Libia, l'Egitto, l'Angola, il Congo, il Mozambico, gli Stati Uniti...".

"Siamo gli unici ad avere una connessione con l'Algeria", grazie al gasdotto TransMed, mette in evidenza Descalzi, "che ha una capacità di circa 36 miliardi di metricubi di gas, tuttora sottoutilizzata: ci sono ancora più di 10 miliardi che possono arrivare in Italia. Abbiamo poi una connessione con la Libia che vale adesso circa 12-14 miliardi di metri cubi in termini di capacità, che può salire con adeguate aggiunte di compressione di parecchi miliardi. E ci sono l'Egitto, l'Angola, il Congo e il Mozambico che possono portarci il gas liquido e il Tap che porta 7-8 miliardi dall'Azerbaigian e potrà essere ampliato".

In sintesi, conclude l'ad di Eni, "abbiamo cinque punti di connessione oltre a Tarvisio. In più abbiamo tre rigassificatori che presto spero diventino cinque, se non sette". Con un problema: "esiste un collo di bottiglia tra la Campania, Molise, Abruzzo. Questo comporta che da Sud possono arrivare al massimo 126 milioni di metricubi al giorno". Per questo "Snam ha già lanciato un piano di espansione per superare questo collo di bottiglia".

gug


(END) Dow Jones Newswires

January 24, 2023 03:02 ET (08:02 GMT)