Il gruppo industriale American Petroleum Institute ha reso noto ieri che le scorte di greggio sono diminuite di 4 milioni di barili, quattro volte il calo previsto. I dati ufficiali dell'Energy information administration saranno pubblicati alle 16,30 italiane.

Alle 10,30 il Brent è in rialzo dello 0,82% a 105,26 dollari al barile. Il greggio statunitense West Texas Intermediate (Wti) guadagna l'1,41% a 96,34 dollari a barile.

Nel corso del 2022 si è registrata un'impennata dei prezzi del greggio, sui massimi di 14 anni, a quota 139 dollari al barile, a marzo, quando l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha portato ad un incremento dei timori per la scarsità di offerta, mentre la domanda iniziava a riprendersi dopo il crollo dovuto alla pandemia.

Da allora tuttavia i prezzi sono calati, a causa dei timori per il rallentamento dell'economia e dell'aumento dei tassi di interesse, malgrado le interruzioni delle forniture in Libia e Nigeria e i tagli ai flussi gas russo verso l'Europa.

I flussi di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1 sono scesi a un quinto della capacità del gasdotto ieri, e anche l'italiana Eni ha reso noto che riceverà volumi inferiori dalla russa Gazprom.

Nel corso della giornata di oggi, la Federal Reserve  dovrebbe annunciare un rialzo aggressivo dei tassi di 75 punti base, una prospettiva che secondo gli analisti sta pesando sui prezzi del greggio.

Un forte rialzo dei tassi si aggiungerebbe alle preoccupazioni sulle prospettive della domanda e a un dollaro più forte, che rende le materie prime denominate in dollari più costose per i detentori di altre valute.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Stefano Bernabei)