MILANO (MF-DJ)--La guerra in Ucraina e le sue tragiche necessità di ogni genere stanno spingendo l'Italia a crearsi un nuovo fronte di alleanze multilaterali, sia per trovare fonti di energia alternative in modo da sostituire il gas russo (ne sa qualcosa l'amministratore delegato dell' Eni, Claudio Descalzi, che per questo sta girando mezzo mondo dallo scoppio del conflitto), sia per costruirsi un ruolo di paese leader in Europa e non di sola sponda nella Nato, come ne è riprova la visita del premier Mario Draghi in Turchia con al seguito una componente consistente del governo.

Un paese con cui Roma sta lavorando un po' sotto traccia ma con rapporti in costante crescita è l'Arabia Saudita, zona cruciale per qualsiasi democrazia occidentale, dove infatti si recherà a breve il presidente americano Joe Biden. Milano Finanza, dopo un primo incontro nella sua dimora ufficiale romana a due passi da Villa Borghese, ne ha parlato con Sua Altezza Reale, Faisal bin Sattam bin Abdulaziz Al Saud, Ambasciatore del Regno dell'Arabia Saudita in Italia, Malta e San Marino. Il diplomatico, grande amante dell'arte e del cinema italiano, laureato in legge ad Harvard, si è concesso per la prima volta ad un giornale italiano dopo il Forum svoltosi a Riad tra i due stati.

Domanda. Signor Ambasciatore, dal punto di vista dell'Arabia Saudita quando ci sarà spazio in Ucraina per una tregua che porti alla pace nella regione?

Risposta. Il modo migliore per affrontare questa crisi è promuovere il dialogo tra le due parti, raggiungere una soluzione politica e porre fine alle sofferenze dei civili. Il Regno dell'Arabia Saudita, in continuità con i suoi sforzi per mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ha sostenuto fin dall'inizio della crisi ogni azione finalizzata al dialogo tra le due parti, per raggiungere una soluzione pacifica e affrontare ogni sfida derivante dal conflitto. È una situazione molto complessa e un momento importante della storia mondiale. È necessario che la comunità globale collabori per evitare ripercussioni politiche, economiche e umanitarie negative nella regione e nel resto del mondo.

D. Riad di recente ha ospitato la XII Commissione Mista italo-saudita, presieduta dal Ministro Di Maio e dal Ministro delle Finanze saudita, e il Forum di investimento italo-saudita. E' stato utile? Come vanno i rapporti commerciali tra l'Arabia Saudita e l'Italia?

R. Le relazioni tra l'Arabia Saudita e l'Italia vantano una solida cooperazione fin dal 1932, e l'Italia è uno dei principali partner commerciali del Regno. Sono lieto che quest'anno, in cui ricorre anche il 90° anniversario della firma del Trattato di Amicizia tra i nostri due Paesi, le relazioni siano state rilanciate nell'ambito della XII Commissione Mista italo-saudita, esplorando nuove aree di cooperazione e partenariato.

D. Quali sono queste aree?

R. Già nel 2021, il valore degli scambi commerciali tra l'Arabia Saudita e l'Italia ha superato gli 8 miliardi di euro, con risultati migliori di quelli pre-pandemia. L'Italia è il settimo fornitore dell'Arabia Saudita e il secondo all'interno dell'Unione Europea, mentre il Regno è al 21° posto tra i fornitori dell'Italia, provvedendo a circa il 9% delle importazioni di petrolio del Paese.

D. Quali sono le merci e i servizi che compongono questo interscambio?

R. In termini di composizione merceologica, le esportazioni saudite verso l'Italia sono infatti ancora legate per lo più al petrolio e ai prodotti derivanti dalla raffinazione. Nel 2021 le merci più esportate dall'Italia sono state: macchinari, apparecchiature elettriche, apparecchiature per uso domestico non elettriche e prodotti alimentari. Nel triennio 2019-2021 il Regno dell'Arabia Saudita è stato il terzo mercato per l'Italia nella regione MENA e il primo tra i Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo.

D. A quanto ammontano invece gli investimenti italiani in Arabia Saudita?

R. Nel 2020 gli investimenti diretti esteri dall'Italia hanno superato i 4,5 miliardi di euro. Circa 160 aziende italiane operano in Arabia Saudita in diversi settori, tra cui servizi di gestione e consulenza, progetti di ingegneria e edilizia, telecomunicazioni, sanità, intelligenza artificiale, nuove tecnologie, arte e cultura, energie rinnovabili e molti altri. Anche il successo degli investimenti sauditi in Italia è significativo. Inoltre l'Italia è il primo partner del Regno per il segmento delle pmi. Infatti, oltre alla partecipazione di aziende italiane a progetti di rilievo in Arabia Saudita, in entrambi i Paesi si registra un volume considerevole di piccole e micro transazioni concluse direttamente da piccoli imprenditori.

D. Ci sono piani di sviluppo ulteriori?

R. La recente firma di un memorandum d'intesa tra Confindustria e la Federazione Saudita delle Camere di Commercio per l'istituzione del Consiglio d'affari italo-saudita favorirà sicuramente ulteriori collaborazioni e un approccio più strutturato per le partnership tra le aziende dei nostri Paesi.

D. Come possono evolvere le relazioni commerciali? Il Forum italo-saudita ha aperto nuovi scenari di cooperazione? L'Arabia Saudita considera l'Italia un partner strategico?

R. La Vision 2030 sta offrendo opportunità di investimento uniche in diversi settori, tra cui l'industria mineraria, l'efficienza e la sostenibilità energetica, la digitalizzazione, la tecnologia, i trasporti e la logistica, l'edilizia e le infrastrutture, la cultura, il turismo e l'aerospazio, solo per citarne alcuni. Gli investitori italiani, con le loro competenze, esperienze e capacità di innovazione, possono rappresentare un ottimo partner nell'attuazione della Vision 2030 e nello sviluppo di questi settori.

D. Faccia qualche esempio.

R. Per quanto riguarda il campo delle attività spaziali, durante il recente Forum economico italo-saudita è stato siglato un memorandum d'intesa tra la Commissione Spaziale Saudita (Ssc) e l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). L'accordo punta a promuovere la collaborazione tra i nostri due Paesi su progetti di interesse comune nell'ambito dell'osservazione della Terra, delle tecnologie e delle comunicazioni nello spazio profondo, delle missioni scientifiche e dei programmi di esplorazione umana, oltre a sforzi congiunti nel campo satellitare e in quello della formazione. L'Asi e la Ssc intendono cooperare attraverso lo scambio di informazioni e dati scientifici, l'organizzazione di workshop e seminari e tramite lo sviluppo di progetti e attività di ricerca congiunti. Il memorandum ha una durata iniziale di cinque anni e sarà ulteriormente prorogato.

D. Sull'energia ci sono passi concreti di cooperazione?

R. Il Forum ha inoltre evidenziato le opportunità della transizione energetica, che è al centro dei piani di sviluppo di entrambi i Paesi. Il governo saudita ha avviato un rapido incremento della produzione di energia rinnovabile e ha creato una catena di valore attorno al settore energetico. L'Italia è leader mondiale nel settore dell'energia, quindi c'è un'evidente opportunità per gli investitori italiani di far parte della transizione energetica saudita. L'idrogeno verde ha un grande potenziale. La comunità globale vuole arrivare a 10 milioni di tonnellate di idrogeno verde nel 2050. Attualmente l'Arabia Saudita produce 0,2 milioni di tonnellate di idrogeno verde a Neom (la smart city in costruzione nel Paese, ndr), dove sarà presto operativo il più grande impianto di idrogeno verde del mondo. Altri progetti di simile portata dovrebbero essere avviati entro il 2030. In termini di territorio e risorse, l'Arabia Saudita potrebbe essere in grado di soddisfare l'intera domanda mondiale. Le aziende italiane potrebbero rappresentare partner importanti per l'Arabia Saudita e per il futuro dell'energia.

D. Esistono già accordi in tale senso?

R. Ci sono già collaborazioni in corso, per esempio tra Snam e Acwa Power a Neom, dove Snam ha venduto attrezzature essenziali per la produzione di idrogeno per creare il più grande e primo vero hub di idrogeno al mondo. Sono stati condotti anche studi di fattibilità per portare la produzione di idrogeno verde in Italia attraverso l'Egitto o la Grecia.

D. Altri settori a cui puntate?

R. L'Arabia Saudita sta puntando anche sulla crescita dei settori della cultura e del turismo. Per il turismo, in particolare, gli obiettivi sono ambiziosi. La Vision 2030 punta ad attrarre oltre 100 milioni di visitatori all'anno entro il 2030. Nel 2021, i visitatori sono stati circa 63 milioni, la maggior parte legati al turismo domestico. Le opportunità di investimento in questo settore sono molte e diversificate. Al Forum economico italo-saudita, la Red Sea Development Company, che sta sviluppando i mega progetti turistici Red Sea Project e Amaala, ha illustrato i progetti di investimento relativi alle infrastrutture e alla mobilità nel Regno, mentre la Commissione Reale per AlUla e l'Autorità per lo sviluppo della regione di Asir hanno presentato le opportunità nel settore del turismo e della cultura. La strategia per la regione di Asir, ad esempio, è il più recente progetto di sviluppo annunciato dal governo. Gode di un finanziamento di 50 miliardi di riyal (12,5 miliardi di euro) e l'investimento riguarda principalmente il settore del turismo. Fino al 2021, Asir ha ospitato 3 milioni e mezzo di visitatori e la strategia punta a rendere la regione, entro il 2030, una destinazione turistica mondiale per tutto l'anno, in grado di accogliere oltre 10 milioni di visitatori tra sauditi e internazionali.

D. Quali sono le reali finalità di questi incontri?

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July 11, 2022 03:14 ET (07:14 GMT)