MILANO (MF-DJ)--La scomparsa di Leonardo Del Vecchio pone un'ipoteca sul futuro di un impero finanziario che nell'estate scorsa valeva quasi 30 miliardi in termini di ricchezza azionaria. Un futuro che passerà attraverso i delicati equilibri di Delfin, la holding lussemburghese con quasi 11 miliardi di attivi, 254 milioni di liquidità e 4,8 miliardi di capitale e riserve che custodisce le partecipazioni in EssilorLuxottica (32,2%), Covivio (27,2%), Mediobanca (19,2%), Generali (9,82%) e Unicredit (1,9%).

Di Delfin Del Vecchio deteneva direttamente il 25% e possedeva diritto di usufrutto e quindi di voto per il restante 75% del capitale, la cui proprietà risulta equamente divisa fra i sei figli, tutti con quote paritetiche del 12,5%: Claudio, Marisa, Paola, Leonardo Maria, Luca e Clemente. Un accordo raggiunto nel 2016 prevedeva poi che, in caso di scomparsa, il 25% detenuto dall'industriale passasse all'ultima moglie Nicoletta Zampillo. Non solo. Lo scorso anno l'assemblea della holding ha deliberato alcune importanti modifiche statutarie che avrebbero dovuto favorire la successione: tali modifiche attribuiscono al fondatore di Luxottica la facoltà di indicare con atto scritto il suo delfino, che potrà essere anche un manager esterno alla compagnia.

"Nel caso in cui Leonardo Del Vecchio cessi di detenere più del cinquanta per cento (50%) dei diritti di voto della società o di essere il dirigente A della stessa (anche in caso di incapacità)", recitavano i nuovi articoli dello statuto, l'imprenditore "sarà automaticamente sostituito, con effetto dalla data in cui cessa di detenere più del cinquanta per cento (50%) dei diritti di voto della società o cessa dalla carica, dalla persona eventualmente da lui designata in una dichiarazione scritta indirizzata al consiglio di amministrazione della società". Questi entrerà a far parte del board della holding e concorrerà alla gestione con gli altri amministratori. Contestualmente, peraltro, è stato previsto un rafforzamento del cda di Delfin per dare stabilità alla gestione e assicurare rappresentanza. "In assenza di tale designazione" il nuovo statuto prevede poi che Del Vecchio sia sostituito "dal più alto in grado" dei tre osservatori previsti dallo statuto, oppure, "in assenza di tale osservatore, dalla persona che sarà designata con delibera dell'assemblea generale degli azionisti con la maggioranza" dell'88%, ossia sostanzialmente all'unanimità.

Quando le delibere sono diventate di pubblico dominio, molti hanno ipotizzato che facessero riferimento a Francesco Milleri. Manager e consulente molto vicino a Del Vecchio, Milleri è amministratore delegato di EssilorLuxottica e siede nei cda della Fondazione Leonardo Del Vecchio e dello Ieo Monzino. Sarà lui a prendere le redini di Delfin e, quindi, dell'impero? L'opzione ha certamente alte probabilità, anche se per il momento nulla trapela dalla famiglia. Di sicuro, come spesso accade nelle grandi dinastie, il passaggio sarà molto delicato e il rischio di tensioni tra i diversi rami della famiglia non andrò sottovalutato.

(di Luca Gualtieri - milanofinanza.it)

red/cce

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2715:19 giu 2022


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