Grafico Exor N.V.

Le prime tre partecipazioni quotate in portafoglio - Ferrari e CNH Industrial (entrambe spin-off di Fiat) e Stellantis (fusione tra PSA e FSA) - rappresentano il 65% del GAV (Gross Asset Value). Seguono partecipazioni minori, tra cui Via, Louboutin, Institut Mérieux, Juventus Football Club, The Economist, Iveco group, Welltec, pari a circa il 10% del GAV. Un altro 5% del portafoglio è investito in immobili (Lingotto) e in venture capital. Infine, il 20% è investito in liquidità ed equivalenti.

Fonte: Exor N.V.

Due fatti salienti su Exor: in primo luogo, la capitalizzazione di mercato è da anni inferiore al valore patrimoniale netto comunicato (uno sconto holding anche abbastanza ragionevole), a volte fino all'estremo del 30-40%; in secondo luogo, sotto l'impulso di John Elkann, il portafoglio di partecipazioni della holding è stato ampiamente ristrutturato.

Per quanto riguarda lo sconto, la maggior parte delle holding familiari quotate in Europa hanno uno sconto (cfr. FFP, GBL, ecc.), ma per Exor sembra ancora più marcato. Questo perché le aziende industriali e cicliche (Stellantis, CNH) sono le partecipazioni più importanti e perché la principale sede di quotazione è Milano.

Fonte: Exor N.V.

Dopo l’acquisizione della compagnia di riassicurazione PartnerRe qualche anno fa, alcuni credevano che John Elkann intendesse emulare il modello di Warren Buffett a capo di Berkshire Hathaway; l’imprenditore italiano aveva infatti dichiarato pubblicamente di ammirare Warren Buffett. PartnerRe avrebbe generato float e avrebbe permesso, come la holding di Warren Buffett, di investire con una leva gratuita (e ancor meglio: di investire con i soldi degli altri e di essere pagati per questo). Ma non è andata così: diciotto mesi fa PartnerRe è stata venduta per 9 miliardi di euro a Covéa, al termine del drammatico ménage à trois Partner-Covéa-Scor. Exor continua a svolgere un ruolo di consulenza sugli investimenti per Covéa, ma sta passando da un modello captive a un modello di asset manager (che può essere molto redditizio, tra l'altro).

Fonte: Exor N.V.

L'ambizione dichiarata di Exor è quella di continuare la propria crescita nei settori della salute, del lusso e della tecnologia. In altre parole, diversificare le proprie radici altamente cicliche e industriali. Osservando la ripartizione del GAV, è chiaro che la strada da percorrere è ancora lunga, benché la holding disponga di un solido capitale (20% del GAV) potenzialmente pronto per essere impiegato.

Fonte: Exor N.V.

Questa storia di holding familiare ben gestita, scontata e con alcune attività di punta (il cui fiore all’occhiello è chiaramente Ferrari) non manca di fascino. Potremmo anche stupirci un po’ di come il management comunichi così apertamente il presunto elevato sconto sulla holding, pur rimanendo avaro in termini di riacquisti di azioni. È comprensibile che preferisca conservare le riserve per nuovi investimenti e per diversificare il portafoglio (strategicamente ha senso), ma questa forte resistenza ai riacquisti di azioni indica anche che si aspetta di ottenere un ROI (Return On Investment) più elevato sui nuovi investimenti che sulle proprie attività acquistate con uno sconto. Ciò richiede certamente una certa cautela per il momento.

Inoltre, le attività principali (il trio Ferrari, CNH Industrial e Stellantis, che rappresentano il 65% del portafoglio) sono particolarmente cicliche e chiaramente soggette a un calo in caso di rallentamento dell'economia.

Tuttavia, vi invitiamo a tenere d'occhio questa storia, in quanto queste configurazioni di holding sono spesso ottimi modi per scommettere su grosse aziende ad alta intensità di capitale nella parte inferiore del ciclo (come Stellantis, quando prima o poi lo sarà) con un rischio minore rispetto all'investimento diretto.