ROMA (MF-DJ)--Il 2022 è stato un anno di cesura e cambio di passo per Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli-Elkann. Chiusa con la cessione di PartnerRe l'avventura nel business fortemente ciclico e con alti rischi operativi rappresentato dal settore riassicurativo, la holding cambia strategia e passa con forza a investire nel business più difensivo della salute. È questa la vera novità nelle future strategie della holding. Una diversificazione che può contare sul solido retroterra dei business storici e fortemente redditizi di Ferrari, Stellantis e Cnh Industrial, ossia i gioielli della Corona che continuano a dare grandi soddisfazioni a Exor. Il bilancio appena chiuso evidenzia infatti che la vendita di PartnerRe ha consentito una plusvalenza di 2,4 miliardi che ha spinto l'utile netto a 4,22 miliardi dagli 1,71 del 2021. La mossa è stata solo parzialmente compensata dalla diminuzione della quota di risultato delle società controllate e collegate (1,174 miliardi), comprese le minusvalenze non realizzate del portafoglio a reddito fisso della stessa PartnerRe.

Oltre all'uscita dal business riassicurativo, scrive MF-Milano Finanza, altro aspetto essenziale è che la posizione finanziaria netta è tornata positiva per 0,8 miliardi rispetto ai -3,9 miliardi del 2021. Mentre il patrimonio netto consolidato attribuibile ai soci della controllante è stato pari a 20,6 miliardi, in crescita dai 16,8 miliardi del precedente esercizio.

I tre tenori sempre più redditizi. Sul fronte dei risultati spiccano le sempre brillanti performance delle società operative. Ferrari in particolare, di cui Exor possiede "solo" il 22,9%, vale più un terzo del net asset value delle quotate del gruppo. La casa di Maranello ha chiuso un altro anno sfolgorante con ricavi che hanno superato quota 5 miliardi, utili per 939 milioni e una redditività netta che sfiora il 19% sul fatturato. Da Ferrari, che Exor tiene a bilancio al costo storico di 633 milioni e che ha chiuso il 2022 con un valore di mercato di 8,9 miliardi, sono saliti in Exor dividendi per 61 milioni, in forte crescita rispetto al 2021. Ovviamente la parte del leone nel flusso cedolare che risale verso l'alto la fa Stellantis, che ha staccato cedole per 467 milioni, in calo di oltre il 15% rispetto al 2021 ma che valgono più delle metà degli 839 milioni di dividendi saliti nella finanziaria. Altro contributore di peso è Cnh con le sue cedole per 103 milioni. Ovviamente Exor gode degli ottimi risultati di Stellantis, che nel 2022 ha prodotto un bilancio record con ricavi per 179 miliardi (+18%) e un reddito operativo rettificato di 23,3 miliardi con una marginalità al 13%, tra le più alte nel mondo delle big company dell'auto. Bene anche Cnh, che è in carico in Exor a un book value di 1,87 miliardi ma vanta un valore di mercato di 5,5 miliardi. Cnh ha apportato per la quota posseduta da Exor ben 471 milioni di utili dai 384 milioni del 2021.

Come si vede, i risultati forti delle tre regine quotate della finanziaria olandese sono l'ossatura più preziosa. Che consente a John Elkann di spingere sulla strategia di nuovi business, dato che, come lo stesso Elkann ha dichiarato mesi fa, la holding ha potenza di fuoco finanziaria per circa 6 miliardi. Ed è proprio qui il cambio di passo. La frontiera sempre più rilevante della sanità. Il ceo della holding ha dichiarato che Exor ha investito già nel 2022 un miliardo di euro nella sanità. A partire dall'ingresso nel capitale dell'istituto francese Merieux e in Lifenet Healthcare. Il passo è deciso e il business della salute diventerà uno degli asset importanti di Exor. Poi ci sono gli investimenti ancillari: dal lusso con Loboutin e Shang Xia al tech con Welltec e Casavo fino all'editoria con The Economist e Gedi per finire con la Juventus. Più che confortanti i risultati di Welltec, che ha apportato alla holding 30 milioni di utili rispetto ai soli 2 milioni di euro corrisposti nel 2021. Bene anche Loboutin, con il suo apporto pro-quota di 28 milioni, e anche l'Economist con i suoi 16 milioni per la quota spettante a Exor. Meno bene Casavo e Shang Xia, in perdita, cosi come la Juventus, il vero grande cruccio della famiglia.

Gedi dopo aver cumulato 210 milioni di perdite tra il 2020 e il 2021 ha ritrovato l'anno scorso un piccolissimo utile netto, frutto però delle plusvalenze da cessioni e dei risparmi di costi sulle ristrutturazioni. Ma sono piccoli intoppi, dato il peso assai poco rilevante dei business collaterali sul net asset value complessivo del colosso finanziario.

Grandi ritorni dagli investimenti finanziari. La liquidità non servirà solo a investire con forza nella salute ma anche a continuare a dedicare risorse agli investimenti in fondi e venture capital. Un'attività che promette ritorni importanti per Exor. Il portafoglio di public funds gestito da Matteo Scolati ha prodotto un ritorno cumulato del 192% dall'avvio, con un rendimento medio annuo del 19% a fronte di un totale return cumulato dell'indice Msci World del 68%. Bene anche i rendimenti dei portafogli in fondi private e ventures capital.

Il nav complessivo di Exor è sceso nel corso del 2022 di circa 3 miliardi, complici la cessione dell'asset PartnerRe e l'andamento delle quotate in un anno che per i mercati è stato orribile. Ma il calo di oltre il 7% è comunque molto meglio della caduta del 14% occorsa al benchmark del Msci World (cui Exor fa riferimento) che ha perso oltre il 14%. Una battuta d'arresto che non inficia la crescita nel tempo del valore netto degli attivi della finanziaria che dal 2009 hanno mostrato una crescita media annua del 17,6% contro il 10,8% dello stesso indice delle borse mondiali. Tra l'altro la performance relativa al è il valore cui sono agganciati i piani di stock option di Elkann e dei vertici.

A significare sempre più l'importanza della diversificazione della holding, mentre le quotate hanno ridotto il valore l'anno scorso per un totale di 10 miliardi, gli altri investimenti si sono apprezzati di oltre 8 miliardi contro i 2 miliardi scarsi registrati nel 2021. Vista così, la fotografia della nuova Exor poggia sui sempiterni gioielli storici della Corona (Ferrari, Stellantis, Cnh) che garantiscono risorse e libertà di manovra in nuovi settori di investimento. Una Exor sempre più bifronte.

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2409:22 apr 2023


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