TORINO (awp/ats/ans) - John Elkann non è più presidente della Giovanni Agnelli Bv, la cassaforte che controlla il 52% della holding Exor, e non siede più nel suo board. Mantiene però il comando all'interno del gruppo che fa capo alla famiglia Agnelli.

La notizia, che risale a qualche mese fa, è emersa in occasione della pubblicazione dalla carte che ufficializzano l'acquisizione da parte di Exor del 15% della società olandese Philips.

A succedere a Elkann al timone della Giovanni Agnelli è una persona esterna alla famiglia: Jeroen Preller, avvocato olandese, partner dello studio legale NautaDutilh. Nella cassaforte, che ha la sede in Olanda, restano sei esponenti dei tre rami della famiglia Agnelli: Andrea Agnelli, Nicolò Camerana, Benedetto Della Chiesa, Luca Ferrero Ventimiglia, Filippo Scognamiglio e Alexandre Von Furstenberg. Oltre a Elkann hanno lasciato Alessandro Nasi e Tiberto Brandolini D'Adda.

La Giovanni Agnelli Bv è una società privata di diritto olandese che raggruppa i discendenti del fondatore della Fiat Giovanni Agnelli ed è stata costituita con l'obiettivo di mantenere l'unità e la continuità nella partecipazione in Exor. Non ha alcun ruolo operativo. Il suo azionista più rilevante con circa il 38% è la società Dicembre che continua a essere presieduta da Elkann.

Ci sono poi gli eredi di Maria Sole (12,32%) e di Umberto (11,85%) e a seguire gli altri esponenti della famiglia. Ogni anno Exor, che controlla Stellantis, Ferrari, Cnh, Iveco e la Juventus, stacca 100 milioni di euro di dividendi e il 52% va alla Giovanni Agnelli.

La decisione di Elkann, che ha già lasciato a un esterno - l'indiano Ajay Banga - la presidenza di Exor mantenendo la carica di amministratore delegato, è dovuta alla volontà di concentrarsi sul ruolo operativo. La finanziaria sta realizzando già da un po' di tempo investimenti rilevanti e ha nel mirino, in particolare, le tecnologie e la salute, come dimostra l'acquisizione per 2,6 miliardi di euro del 15% della Philips, colosso olandese che per oltre un secolo è stato un big dell'elettronica di consumo, con le sue radio, i giradischi, le tv e i lettori cd. Exor è diventato primo azionista e avrà un posto nel consiglio di amministrazione.

In una conversazione con il Financial Times, Elkann spiega che Exor sente "una forte affinità con l'assistenza sanitaria" e che "i primi risultati" dell'investimento di oltre 800 milioni di euro effettuato lo scorso anno nel gruppo sanitario francese Institut Mérieux hanno rafforzato la convinzione del gruppo "sull'importanza di questo settore e sul suo potenziale di crescita".

L'investimento in Philips fa quindi parte di un'evoluzione naturale della holding familiare, che concentra gli investimenti nei settori della salute, della tecnologia e del lusso. "Sotto la guida del 47enne Elkann Exor ha aumentato il proprio patrimonio netto da circa 4 miliardi di euro nel 2009 a 33 miliardi di euro quest'anno, mentre le azioni sono passate da una sola cifra agli attuali 80 euro per azione", nota il Financial Times.

Elkann afferma che il primo decennio dopo la morte del nonno è stato all'insegna della conservazione: "Ci siamo concentrati sulle dismissioni, sulla semplificazione e sulla riduzione del debito per assicurarci che ciò che avevamo potesse essere salvato". Il decennio successivo "è stato all'insegna della stabilizzazione" e spiega che Exor ha imboccato una traiettoria di crescita costante. "Naturalmente non c'è certezza su ciò che ci aspetta" osserva Elkann. "Ciò che è chiaro per noi è il nostro scopo, che è quello di costruire grandi aziende con grandi persone".