La produzione è tornata a crescere raggiungendo i 3,8 milioni di barili al giorno alla fine del quarto trimestre. Questo risultato conferma la saggia decisione di Exxon di focalizzare i propri investimenti in esplorazione e produzione su due aree geografiche in particolare: il bacino del Permian in Texas e la Guyana.

Il gruppo ha generato un profitto di 36 miliardi di dollari nel 2023, restituendone quasi per intero ai suoi azionisti attraverso 18 miliardi di dollari in buyback di azioni e 15 miliardi in dividendi. È da notare che tali riacquisti di titoli sono stati effettuati con un rapporto medio prezzo/utili di 11-12, ben al di sotto della media dell’S&P 500.

Complessivamente, Exxon e Chevron — che insieme rappresentano il 7% della produzione mondiale di petrolio e gas — hanno restituito quasi 60 miliardi di dollari ai loro azionisti nel 2023. In termini di ritorno di capitale, Exxon si classifica in quarta posizione all'interno dell’S&P 500, dietro a colossi come Apple, Alphabet e Microsoft.

Tuttavia, ciò non sembra impressionare particolarmente il mercato, che continua palesemente a ritenere che questi risultati siano l'apice di un ciclo. Va detto che, nel 2023, Exxon ha registrato profitti e una redditività nettamente superiori alla media decennale, ovvero quella calcolata sull'intero ciclo.

Per quanto riguarda la redditività, Exxon ha tradizionalmente garantito le migliori performance tra le major occidentali, al pari con Total e dietro la norvegese Equinor, certamente in una categoria a parte data la sua situazione specifica. Un traguardo notevole per il gruppo francese, considerando che è l'unico tra i suoi concorrenti a non gestire giacimenti petroliferi nel proprio Paese d'origine.