ROMA (MF-DJ)--Mazzette, sprechi e appalti: due miliardi di affari opachi, legati all'emergenza covid, nel mirino di venti procure. E' quanto emerge da un'inchiesta di Repubblica su tutto il territorio nazionale.

Al principio fu una scatola di cartone. Con dentro una fascetta di soldi: 8mila euro. Una mazzetta. "In Italia c'è questa cosa del coronavirus.". È passato un anno, e dalla prima tangente scoperta dalla Guardia di Finanza a Nichelino, alle porte di Torino - un'imprenditrice la portava a un funzionario del Comune, nello stesso momento in cui a Bergamo, 200 chilometri di distanza, i camion dell'esercito erano in fila per seppellire le vittime - l'altra faccia dell'emergenza coronavirus si è mostrata in tutta la sua chiarezza: un'opportunità per chi voleva speculare sul pubblico denaro. Reparti allestiti e mai aperti, conflitti di interesse, forniture farlocche, un milione di euro spesi su Amazon alla ricerca di materiale sanitario da inviare agli ospedali, il racconto che le procure italiane stanno facendo di quello che è accaduto in questi 12 mesi in Italia è quello di un grande sacco.

Le inchieste, prosegue il giornale, sono almeno venti: Milano, Roma, Napoli, Torino, Bari, Ma anche Reggio Calabria, Prato, Messina, Trani, in tutta in Italia i magistrati hanno messo le mani su affidamenti di comuni, Asl e Regioni. Due miliardi di euro almeno il giro di affari sotto indagine, dicono i calcoli della Guardia di Finanza. Un sacco cominciato e non ancora terminato.

Tutto è iniziato da Milano. Un anno fa, fine febbraio 2020, la centrale acquisti del Pirellone (Aria spa) a corto di dispositivi di protezione per medici e sanitari comprava qualsiasi cosa con procedure di emergenza e senza farsi troppe domande. In totale 457 affidamenti diretti per una spesa sostenuta di 430 milioni di euro, tra Regione, ospedali e aziende sanitarie locali. Un mare di soldi pubblici dalla cui risacca emerge ora una serie di operazioni tutt'altro che chiare. Repubblica è riuscita a ricostruire almeno otto assegnazioni che non sono andate a buon fine e che hanno portato a un danno per le casse pubbliche. C'è il caso della Enuma Ltd, oscura società intermediaria con sede a Hong Kong che nel pieno della pandemia ha fatto buoni affari: oltre ad essersi aggiudicata un pagamento da 1,6 milioni di euro per mascherine, era anche riuscita a piazzare dei camici. Stessa cosa è accaduta con un'altra società con sede a Hong Kong, la Sunflower Ltd, azienda manifatturiera specializzata in sistemi di sanificazione a cui viene contestata la consegna di merce non conforme. Surgimill Medical Systems Private Limited invece è una società indiana con sede a Haryana, una compagnia individuale (One Person Company) nata poco più di due anni fa. Produce lettini che in teoria dovrebbero essere sanitari. Ma il lotto arrivato in Italia era priva di qualsiasi certificazione e quindi inutilizzabile.

La procura di Milano indaga sulla Eclettica di Turbigo, di Fabrizio Bongiovanni che aveva ricevuto da Aria 10 milioni di euro sulla fiducia: in cambio la promessa di forniture di dpi che però sono arrivate solo in parte.

C'è poi l'incredibile capitolo vaccini antinfluenzali. Due le società finite nel mirino: la farmaceutica FalKem Swiss (che aveva fatto alla Lombardia un prezzo 5 volte più caro rispetto a Veneto ed Emilia) «per l'omessa fornitura dei prodotti acquistati» e la Studio Dr. Makamp; Dr.

D'Amico S.r.l. per cui è partita una segnalazione all'Anac e un ricorso al Tar. Si tratta di uno studio dentistico di Bolzano che era riuscito ad aggiudicarsi, come intermediario, una delle dieci gare per 150mila vaccini salvo poi vedersi sfumare l'affare. A queste vanno aggiunte altre due vicende che non hanno visto Aria combattere per i risarcimenti. Una è quella che ha riguardato gli amministratori di Vivendo Pahrma e Fitolux Pro accusati di frode nelle pubbliche forniture perché si sono fatti pagare oltre 7 milioni di euro per 2 milioni di mascherine mai consegnate. L'altra è quella che ha riguardato la Dama spa, società del cognato del governatore Fontana, che si era aggiudicata una fornitura di camici poi trasformata in donazione dopo che era emerso il conflitto d'interesse. Una vicenda che vede Fontana, il cognato e l'ex ad di Aria indagati dalla procura per frode nelle pubbliche forniture. Che quei mesi siano stati senza precedenti lo dimostra anche un altro acquisto. A comprare è sempre la centrale del Pirellone, ed è tutto in regola, ma la dice lunga sulla situazione di panico che i vertici dell'azienda regionale stavano vivendo: si tratta del "Lotto 42 Prodotti vari", costo dell'operazione 820mila euro che è stato effettuato direttamente sulla piattaforma Amazon.

Che la situazione in materia di appalti fosse completamente fuori controllo è ben raccontato in un report dell'Anac acquisito dalla Guardia di Finanza. L'Autorità ha analizzato gli acquisti fatti dalle Regioni e dalle singole Asl scoprendo che uno stesso oggetto è stato pagato fino a 400 volte di più da una Regione all'altra. Per dire: il costo di una visiera è andato da 1,40 euro di Reggio Calabria a 12,25 di Trapani. Uno stesso respiratore è stato pagato mille euro a Ferrara e 40 mila a pochi chilometri di distanza, a Bologna. Una tuta veniva pagata 6,60 a Modena e 27,90 a Bolzano. C'è poi il capitolo forniture Protezione civile e Commissario su cui sta lavorando la procura di Roma. I primi hanno comprato le mascherine tarocche importate dall'ex presidente della Camera, Irene Pivetti, pagando il carico in anticipo. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo, ha messo le mani sulla maxi fornitura di mascherine cinesi (1,25 miliardi) acquistate dalla struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri che è valsa a un gruppo di imprenditori italiani una mediazione di 72 milioni. Un imprenditore (Solis San Andreas Jorge Edisson) è stato arrestato. Altri tre (tra cui Mario Benotti, vicino al commissario Arcuri) interdetto. 'Speriamo in un nuovo lockdown', dicevano intercettati.

A Catanzaro, il procuratore Nicola Gratteri, che era stato tra i primi a lanciare l'allarme delle possibili infiltrazioni mafiose nell'emergenza, ha scoperto che una delle aziende da cui la Regione ha acquistato mascherine era di una famiglia di 'ndrangheta. A Napoli, la magistratura ha acceso i riflettori su Enrico Coscioni, l'uomo più potente della Sanità regionale, il più vicino al governatore Vincenzo De Luca.

C'è poi il filone degli ospedali temporanei, probabilmente uno dei business più importanti di questa emergenza. A Barcellona pozzo di Gotto, nel cuore della provincia di Messina, c'è una struttura che è diventata il simbolo delle incompiute della sanità siciliana nella stagione della Covid. È un reparto che dal mese di marzo ha avuto a disposizione sei nuovissimi letti speciali, noleggiati ognuno al prezzo di 65 euro al giorno; ha avuto anche moderni monitor e ventilatori polmonari. Un impegno finanziario non indifferente. Solo sei mesi di noleggio dei letti sono costati 85.644 euro. Ma i dieci posti letti della nuova Terapia intensiva del Covid Hospital di Barcellona, previsti dal piano regionale, non sono mai entrati in funzione.

Stessa situazione in Piemonte dove i due Covid hospital allestiti nell'anno trascorso, con grande dispendio di risorse, 4,5 milioni di euro, si sono rivelati in gran parte investimenti a perdere. Il primo, finanziato con una donazione da 3 milioni della Compagnia di San Paolo, e quasi requisito a forza nella primavera 2020, è stato chiuso in estate, smobilitato e in parte riallestito in una struttura ospedaliera sottoutilizzata della città. L'ospedale di Bari, al centro di un'inchiesta della procura, a oggi non ha funzionato nemmeno per un giorno. Annunciato in pompa magna dal presidente della Regione, Michele Emiliano, affidato in un fine settimana a una ditta pugliese, l'appalto è stato gestito dal dirigente della Protezione civile, Mario Lerario, a processo in Basilicata in un'indagine su appalti truccati. L'ospedale doveva costare 9 milioni di euro ed essere pronto subito dopo Natale. Nel mezzo ci sono stati una serie di intoppi, chiamiamoli così: per esempio avevano dimenticato di realizzare i bagni per i pazienti. I costi sono così lievitati. Meglio, raddoppiati: l'ultimo conteggio era di 17 milioni. Fatto sta che dopo 45 giorni di lavori era stato consegnato a metà gennaio al Policlinico di Bari che dovrebbe gestirlo. Ma o oggi nemmeno un medico, un infermiere, un paziente ne ha ancora mai varcato la soglia. Dicono che questa sarà la settimana giusta.

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March 01, 2021 02:11 ET (07:11 GMT)