MILANO (MF-DJ)--L'ambizione dell'Iran di posizionarsi come principale mediatore del potere in Medio Oriente ha ricevuto un nuovo colpo, questa volta a causa della sua stessa economia, che è in seria difficoltà, con Teheran che non riesce più a fornire petrolio a buon mercato ad alleati come la Siria.

La Repubblica islamica ha utilizzato denaro e petrolio a basso prezzo nel quadro di una campagna volta a espandere la propria influenza in Siria e a sfidare i rivali regionali Arabia Saudita e Israele. L'Iran e la Russia sono i principali sostenitori militari del governo siriano del presidente Bashar al-Assad e lo hanno aiutato a sopprimere la ribellione armata iniziata durante le rivolte a favore della democrazia della primavera araba del 2011.

Nelle ultime settimane, i funzionari iraniani hanno detto però alle loro controparti siriane che avrebbero dovuto iniziare a pagare di più per ricevere il petrolio di Teheran, in vista del picco della domanda invernale, hanno detto al Wall Street Journal alcune persone che hanno familiarità con la questione, raddoppiando il prezzo a oltre 70 dollari al barile. Teheran ha anche chiesto a Damasco di pagare in anticipo per il greggio, respingendo nuove richieste di consegne a credito, hanno aggiunto le fonti. La mossa metterà ulteriormente a dura prova l'economia siriana che dipende dall'Iran per oltre la metà del proprio fabbisogno di petrolio.

Il risultato è che la Siria sta sperimentando la peggiore carenza di carburante dall'inizio della guerra civile, secondo gli analisti. Ogni giorno, i residenti della capitale fanno la fila per ore vicino alle stazioni di servizio inattive, secondo i media siriani. Il costo dei trasporti è aumentato, mettendo a dura prova un'economia in difficoltà mentre i prezzi delle merci salgono vertiginosamente. Il mese scorso il governo ha chiuso alcuni uffici amministrativi per diversi giorni per risparmiare energia. Molte fabbriche stanno chiudendo data la difficoltà di trovare carburante per far funzionare i generatori a causa della scarsità di elettricità. I più colpiti sono i poveri, molti dei quali ora bruciano legna e gusci di pistacchi per cucinare e riscaldarsi. Mentre la la rabbia cresce per la carenza di carburante, alcune persone scendono in piazza per protestare nonostante i timori di una repressione del governo.

"E' la peggiore crisi del carburante a memoria d'uomo per la Siria", ha detto Fabrice Balanche, un assistente professore specializzato in Medio Oriente presso l'Università di Lione 2 in Francia, spiegando che "l'Iran non può permettersi di avere le sue ambizioni regionali". Durante un incontro con Assad sabato a Damasco, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha promesso di mantenere forti legami con la Siria, hanno affermato i media statali di entrambi i Paesi. Le due parti hanno discusso di un progetto di generazione di energia, ha riferito l'agenzia di stampa statale iraniana Irna, ma non hanno fatto riferimento alle forniture di petrolio.

Le cose non dovrebbero migliorare a Damasco a meno che non ci sia un cambiamento nelle prospettive economiche dell'Iran. Con le sanzioni internazionali combinate con un tasso di inflazione del 50% e l'impatto delle restrizioni su Internet e altre misure per soffocare le proteste antigovernative per la morte di una giovane donna mentre era sotto la custodia di polizia lo scorso autunno, è probabile che ciò non accadrà presto. Più di un terzo dell'Iran ora vive in povertà, rispetto al 20% nel 2015, e la valuta locale è scesa al minimo storico rispetto al dollaro Usa nelle ultime settimane.

cos


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January 16, 2023 02:42 ET (07:42 GMT)