ROMA (MF-DJ)--Nell'ultimo mese, le prospettive delle imprese del
turismo, del commercio e dei pubblici esercizi sono radicalmente mutate. E se l'autunno era stato caratterizzato da una graduale ripresa, anche se
lenta e faticosa, l'arrivo dell'inverno ha purtroppo segnato una netta
inversione di tendenza negativa: tra paura, smartworking e restrizioni,
l'aumento dei contagi ha portato ad un lockdown di fatto, anche se mai
dichiarato, che ha affondato i fatturati delle attivitá dei tre settori.
A lanciare l'allarme è Confesercenti, sottolineando che il
riacutizzarsi della pandemia ha avuto un impatto generalizzato sulle
modalitá di consumo degli italiani. A farne le spese sono soprattutto
pubblici esercizi, commercio e turismo: il 51% dei consumatori dichiara di evitare di servirsi di bar o ristoranti, o comunque di aver ridotto la
frequentazione di pubblici esercizi e locali. Il 32% - un italiano su tre
- ha invece rinunciato a fare un viaggio o ha disdetto una vacanza giá
prenotata. Una quota identica - sempre il 32% - ha evitato o ridotto gli
acquisti nei negozi per timore degli assembramenti.
Lo conferma anche l'andamento dei saldi di fine stagione appena partiti: le vendite hanno rallentato fino quasi allo stop, e calcoliamo che giá circa un milione di clienti abbia rinunciato a fare shopping per paura dei contagi. E anche chi lo fa lo stesso adotta comportamenti piú prudenti: il 25% non entra nei negozi se vede troppe persone, e preferisce fare la fila fuori dai punti vendita.
L'impatto negativo dello stop ai viaggi è avvertito da tutti i comparti
del turismo e degli eventi, dalle agenzie di viaggio - ferme ormai da
quasi due anni - ai trasporti turistici, passando per guide e
accompagnatori. Nell'ultimo mese, però, è tornato in crisi anche il
comparto ricettivo, in particolare nelle grandi cittá d'interesse
storico-artistico: a Roma è rimasto chiuso, per assenza di turisti, un
albergo su tre. E anche chi è aperto è di fatto vuoto, con un tasso di
occupazione medio inferiore al 30% delle camere. A Bologna il tasso di
occupazione medio è al 25%, la perdita di fatturato tra il 70 e l'80%, e
si prevede un'ulteriore riduzione a causa delle continue cancellazioni di
congressi e meeting. Una situazione di difficoltá condivisa anche dalle
altre mete turistiche, cui si aggiunge l'aumento dei costi delle imprese,
dovuti alla corsa delle tariffe energetiche: per gli alberghi, attivitá
ovviamente energivore, i costi sono triplicati.
"Il quadro previsionale che era stato previsto con la legge di bilancio
si è radicalmente modificato: l'aumento dei contagi ha creato un clima di
sfiducia che sta frenando i consumi delle famiglie", commenta
Confesercenti.
"Un problema soprattutto per le piccole e piccolissime imprese italiane del turismo, della ristorazione, del commercio e dei servizi. Così si rischia di mettere la parola fine alla ripresa: in questo quadro non basta 'non escludere' l'ipotesi di nuovi sostegni, bisogna intervenire al piú presto, con misure adeguate a tutelare l'attivitá ed il lavoro delle imprese colpite, a partire dalla proroga degli ammortizzatori sociali covid e dell'esenzione del pagamento del canone unico per le attivitá commerciali almeno fino al 30 giugno 2022. Ma occorre dare continuitá anche alle misure per il credito previste dal Dl Liquiditá, che ha messo a disposizione delle imprese circa 169 miliardi di euro di finanziamenti. Il Consiglio dei ministri agisca subito, il clima di incertezza richiede interventi congrui e urgenti".
liv
MF-DJ NEWS
1215:00 gen 2022
(END) Dow Jones Newswires
January 12, 2022 09:01 ET (14:01 GMT)