MILANO (MF-DJ)--Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in tutto il Myanmar in risposta alle richieste degli attivisti per uno sciopero generale, organizzando una delle più grandi manifestazioni contro il colpo di stato di questo mese.

I manifestanti si sono radunati ogni giorno da più di due settimane. Il colpo di stato del primo febbraio ha posto fine bruscamente alla svolta democratica del Myanmar e ha riportato il Paese sotto un Governo militare, con la leader civile, Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari e il comandante in capo delle forze armate al potere. Da allora centinaia di persone sono state arrestate, compresi politici e attivisti, Internet è stata più volte interrotta e la notte porta la paura di raid della polizia e altri attacchi.

La massiccia affluenza alle proteste di ieri, accompagnata dalla chiusura di molti negozi e altri luoghi di lavoro, arriva dopo che la polizia ha sparato sabato contro i manifestanti, uccidendo due persone. Altre 30 sono rimaste ferite negli scontri avvenuti nella città di Mandalay. Un messaggio sulla tv di Stato domenica ha avvertito che i manifestanti stavano spingendo le persone verso uno scontro che avrebbe causato perdite di vite umane.

Le manifestazioni non hanno un leader ma i partecipanti hanno mobilitato la folla utilizzando telefonate, messaggi di testo, live streaming, app di messaggistica come Signal e siti web di social media per avvisare i manifestanti.

Il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ieri sera ha aggiunto altri due alti ufficiali militari alla lista nera di leader sanzionati all'inizio di febbraio dopo che il colpo di stato ha rovesciato il Governo democraticamente eletto. I due uomini sanzionati, il tenente generale Moe Myint Tun e il generale Maung Maung Kyaw, sono tra i militari al potere. In base alle sanzioni, tutti i beni che i due uomini hanno all'interno della giurisdizione degli Stati Uniti sono congelati e le aziende e gli individui statunitensi non possono fare affari con loro.

La mossa segue gli avvertimenti lanciati dagli alti funzionari dell'amministrazione Biden che hanno detto che ulteriori sanzioni sarebbero state imminenti se i leader del golpe non avessero restituito il potere al Governo legittimo e fermato la violenza contro gli oppositori politici. Questo segna anche l'avvio di una politica di sanzioni strettamente mirate che, secondo ex funzionari statunitensi, rappresenta un'attenta escalation delle azioni punitive intese a evitare di creare danni economici più ampi a un Paese già alle prese con problemi economici e con la pandemia di Covid-19.

"Non esiteremo a intraprendere ulteriori azioni contro coloro che perpetrano violenze e sopprimono la volontà del popolo", ha detto ieri il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, dopo l'annuncio delle sanzioni.

Gli eventi in Myanmar vengono seguiti da vicino a Washington. In un tweet domenica, il portavoce del dipartimento di Stato, Ned Price, ha detto che "continuiamo a stare accanto al popolo birmano mentre esprime le proprie aspirazioni di pace, democrazia e Stato di diritto", riferendosi al Paese con il suo nome precedente, che il Governo degli Stati Uniti impiega ancora.

Il ministero degli Esteri del Myanmar ha definito illegali le manifestazioni e ha affermato che le autorità stanno usando moderazione. In un post del fine settimana sulla sua pagina Facebook ufficiale, il ministero ha detto che alcune dichiarazioni fatte da Paesi stranieri "equivalgono a flagranti interferenze negli affari interni del Myanmar".

cos

(END) Dow Jones Newswires

February 23, 2021 05:22 ET (10:22 GMT)