ROMA (MF-DJ)--L'incontro di ieri tra governo e sindacati a palazzo Chigi sulla legge di Bilancio si è concluso senza un punto di intesa. Fumata nera su pensioni, ammortizzatori sociali e sul taglio del cuneo fiscale. In mancanza di soluzioni condivise e di un nuovo confronto, le parti sociali si dicono pronte alla mobilitazione generale.

Ieri, a un'ora e mezza dall'inizio dell'incontro il presidente del Consiglio ha lasciato il tavolo per via di "un impegno istituzionale indifferibile", e a presiedere la riunione è rimasto il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, affiancato dal ministro del Lavoro Andrea Orlando e da quello dell'Economia Daniele Franco. Alle 21h00, l'incontro si è concluso senza nessuno spiraglio. Brunetta si è impegnato a riferire le richieste dei sindacati al premier e ha ricordato che c'è ancora un giorno di tempo per chiarire i punti rimasti in sospeso, prima del Consiglio dei Ministri che domani dará il via libera alla manovra. Questa mattina i sindacati torneranno a palazzo Chigi ma l'incontro non riguardera' la manovra.

"Abbiamo chiesto di discutere e se c'è volontá politica bastano poche ore per giungere a soluzioni condivise. Se il governo recupera il senso delle nostre proposte e prioritá bene, altrimenti al sindacato non resta che sostenere le ragioni delle proprie rivendicazioni attraverso le mobilitazioni", ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ad Agorá su Rai Tre. Dello stesso avviso anche il leader della Uil. Ieri l'incontro con il governo sulla legge di bilancio "è andato male perchè non ci sono vedute identiche sullo sviluppo del nostro paese. Per il futuro noi chiediamo di pensare di piú ai giovani e alle donne", ha affermato Bombardieri, intervistato a Radio anch'io. "Draghi pensa ai giovani ma non costruisce per questi giovani posti stabili e non garantisce pensioni dignitose, allora non pensa ai giovani, pensa a tutelare le multinazionali a cui diamo giá tanti soldi", ha aggiunto Bombardieri. A proposito, poi, dell'ipotesi di una mobilitazione generale, "lo sciopero lo facciamo se lo proclamiamo, dobbiamo capire cosa si decide in Consiglio dei ministri. Abbiamo detto a ministro della P.A. Brunetta che siamo pronti a riprendere il confronto fino all'ultimo minuto possibile. Se poi il Cdm ci dirá che verranno adottate le cose che ci sono state dette ieri valuteremo che tipo di pressione adottare", ha concluso.

Come è noto, sul fronte pensioni, il premier non vuole fare passi indietro e procedere verso il sistema contributivo. "Possiamo discutere di quota 101, 102 o anche 102,5, ma il percorso progressivo verso il sistema contributivo non cambia. Indietro non torniamo, perchè il sistema previdenziale retributivo ha creato delle vulnerabilitá che tutti anche all'estero ci rimproverano", ha detto ieri Draghi, nel corso dell'incontro con le parti sociali difendendo la sua manovra e le sue scelte. Di fatto, il governo ha giá deciso i saldi e ha intenzione di inviare giá domani la manovra a Bruxelles e quindi si tratta di un confronto che nei contenuti non cambierà. Le distanze, almeno sulle pensioni, sono quasi siderali: da una parte la richiesta di riformare il sistema in modo complessivo, dall'altra, per Draghi, "una transizione, graduale, verso la normalitá". Ovvero la legge Fornero. Intanto, la Lega continua a trattare con il ministro dell'Economia Daniele Franco un'uscita da quota 100 che sia meno indolore possibile, con una fase transitoria a quota 101 o 102, il confronto del governo con i sindacati ha alti e bassi: le tre sigle sindacali apprezzano gli 8 miliardi di euro appostati sulla riduzione del carico fiscale, ma contestano che non sia stato deciso nulla sulla destinazione finale della posta.

Per il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, si troverà certamente una mediazione. "In ogni legge di bilancio c'è sempre una trattativa serrata con le parti sociali, io credo che quanto accaduto ieri sia un passaggio di un negoziato. Il presidente Draghi sta mostrando la massima disponibiliá alle parte sociali ma non può andare contro la sostenibilitá di bilancio", ha detto Di Maio sottolineando che "nessuno vuole tornare alla Fornero, ma anche nessuno sta proponendo quota 100. Sono fiducioso che si troverá una mediazione".

Il leader di Italia Viva, invece, si schiera a favore del premier "Che i sindacati attacchino il Governo sulle pensioni dimostra ancora una volta come parte dei dirigenti di questo Paese pensi solo a chi è giá garantito e non ai giovani. Tanto il conto lo pagano sempre i nostri figli. Per me ha ragione Mario Draghi e non Maurizio Landini", ha scritto su Facebook Matteo Renzi.

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