MILANO (MF-DJ)--L'amministrazione del presidente Usa, Joe Biden, ha presentato nuove proposte per la tassazione delle società multinazionali nel tentativo di raggiungere un accordo internazionale volto a ridurre l'evasione fiscale, in particolare da parte delle grandi società farmaceutiche e tecnologiche.

L'amministrazione sta però cercando di limitare le società che rientrerebbero in tale accordo. La proposta statunitense colpirebbe con le nuove norme fiscali circa 100 società, molto grandi e con margini di profitto elevati. Se accettata, la mossa risparmierebbe centinaia di altre società che sarebbero state colpite dalla proposta precedente (che avrebbe interessato più in generale le grandi aziende di beni di consumo).

Washington spera che la sua proposta possa portare un accordo internazionale dopo che è emerso che società come Facebook e Amazon.com pagano poche tasse in alcuni mercati in cui operano.

La proposta dell'amministrazione è parallela a quella di un'aliquota fiscale minima globale per le società.

Nella presentazione della proposta inviata a vari Governi mercoledì, l'amministrazione statunitense dice di sperare che il piano porti stabilità nella tassazione internazionale dei profitti delle società, dopo un periodo in cui un certo numero di Governi europei e non solo ha introdotto nuove tasse sui profitti delle società tecnologiche per lo più statunitensi.

La nuova proposta fa seguito alla richiesta di lunedì della segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen, di un'aliquota fiscale minima globale per le società, alla ricerca di una cooperazione internazionale che è fondamentale per finanziare la proposta infrastrutturale da 2.300 miliardi di dollari dell'amministrazione Biden.

Il presidente statunitense vuole aumentare l'aliquota dell'imposta sulle società statunitensi al 28% e impostare l'aliquota fiscale minima sul reddito estero delle società statunitensi al 21%. Più è alta, più si crea uno svantaggio per le società con sede negli Stati Uniti, a meno che anche altri Paesi non adottino una tassa minima.

Nel cercare di raggiungere un accordo globale su un'aliquota minima, Yellen sostiene che i Paesi debbano lavorare insieme per rafforzare la rete fiscale globale.

Tuttavia, un simile accordo su una tassazione minima è improbabile o impossibile, a meno che non ci sia anche un accordo su come dividere la torta fiscale tra i Paesi quando il luogo da cui proviene il reddito è difficile da definire, per esempio per le aziende che forniscono servizi digitali.

Il G20 ha fissato la scadenza a metà anno per la conclusione dei negoziati di lunga durata sulle due questioni collegate. Un problema ancora da risolvere è quali aziende dovranno essere soggette a nuove regole fiscali. Alcuni Governi sostengono che includere troppe aziende renderebbe il nuovo sistema troppo complesso e macchinoso ma gli Stati Uniti hanno resistito alle proposte di concentrarsi solo sulle società high-tech, preoccupati che tale approccio pregiudichi gli Stati Uniti.

La proposta degli Usa limiterebbe il numero di società soggette alle nuove regole a non più di 100 circa e garantirebbe che fossero le più grandi e redditizie a rientrarvi. Ciò potrebbe far sì che le grandi aziende di beni di consumo evitino le nuove regole perché non hanno margini di profitto elevati.

Gli Stati Uniti affermano che ridurre il numero di aziende non ridurrebbe notevolmente l'ammontare delle entrate che i Paesi potrebbero raccogliere. E' probabile che la proposta sia ampiamente benvenuta dai Governi europei e non solo, perché darebbe loro qualcosa che da tempo cercavano: il diritto di aumentare le entrate fiscali delle grandi società tecnologiche che hanno beneficiato maggiormente della globalizzazione e della digitalizzazione e hanno fatto ulteriori guadagni durante la pandemia di Covid-19.

"I Paesi hanno fame, vogliono una soluzione", ha detto Pascal Saint-Amans, il massimo funzionario delle tasse presso l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), che è il forum in cui avvengono i colloqui fiscali internazionali. "Ciò che è sul tavolo è più che ragionevole", ha sottolineato.

L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha coordinato i colloqui sulla revisione della tassazione dei profitti aziendali da poco dopo la crisi finanziaria globale, quando i Governi hanno iniziato a lottare contro l'elusione fiscale per limitare i loro debiti in aumento. I membri del G20 costituiscono il fulcro del processo ma a loro si uniscono molti altri Paesi.

La posizione degli Stati Uniti nei negoziati internazionali è cambiata nel tempo e l'amministrazione Biden e Yellen ci stanno mettendo il loro timbro. Anche sotto l'amministrazione Trump gli Stati Uniti hanno sostenuto un'imposta minima sul reddito delle società, il secondo pilastro dei negoziati Ocse. Gli Usa hanno promulgato una versione di tale imposta minima nel 2017 e alle società con sede negli Stati Uniti se andrebbe meglio se lo facessero anche altri Paesi. Quella tassa minima è ora ancora più importante per gli Usa a causa del più ampio programma fiscale e di spesa dell'amministrazione Biden.

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April 09, 2021 03:52 ET (07:52 GMT)