MILANO (MF-DJ)--Gli Stati Uniti e cinque Paesi europei hanno raggiunto un accordo su come verranno rimosse le tasse sui servizi digitali di quei Paesi man mano che un accordo internazionale più ampio avanza, ha dichiarato il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire.

E' improbabile che l'accordo produca un ritiro immediato di tali tasse perché è ancora legato al più ampio accordo fiscale globale che verrà completato e implementato nei prossimi anni. Avere però un percorso in avanti potrebbe allentare le tensioni tra Stati Uniti e Francia, Italia, Regno Unito, Austria e Spagna.

"Questa è una buona notizia", ha detto Le Maire, sottolineando che "siamo arrivati a un accordo in questi due giorni a Washington sul modo in cui ritireremo" quelle tasse.

Alexandra LaManna, portavoce del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, ha confermato che è stato raggiunto un accordo e ha affermato che maggiori dettagli dovrebbero emergere nei prossimi giorni.

"Questo accordo dovrebbe porre fine alle controversie fiscali e commerciali con i nostri alleati europei che potrebbero ostacolare la crescita economica e gli investimenti delle imprese e fermare le misure unilaterali per aprire la strada all'attuazione dell'accordo sottoscritto da 136 Nazioni", ha affermato.

La maggior parte dell'attenzione degli Stati Uniti sull'accordo fiscale di 136 Paesi, raggiunto la scorsa settimana, si è concentrata sulla tassa minima globale che è una priorità per la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, e l'amministrazione Biden.

Altre Nazioni, tra cui Francia, Regno Unito e Italia, si sono però fortemente concentrate sull'altra metà dell'accordo, che offre ai Paesi una maggiore capacità di riscuotere le imposte sul reddito delle società anche sulle società che vendono prodotti ai propri clienti senza una significativa presenza fisica. Questo è in parte volto ad aumentare le tasse che società come Facebook e Alphabet pagano al di fuori degli Stati Uniti.

I Paesi hanno imposto tasse digitali al di fuori dell'imposta sul reddito delle società per riuscire a tassare quelle società. L'accordo raggiunto la scorsa settimana amplierà i poteri fiscali dei Paesi in base alle dimensioni dei loro mercati di consumo, anche se non sono i tipici centri di profitto o non ci sono sedi aziendali. In cambio, i Paesi dovranno rinunciare alle loro tasse digitali.

Gli Stati Uniti, attraverso le amministrazioni Trump e Biden, si sono opposti alle tasse digitali di altri Paesi, in quanto ritenute ingiuste e discriminatorie nei confronti di un settore dominato dalle società americane, e hanno imposto tariffe di ritorsione sospendendone però l'applicazione mentre i negoziati andavano avanti.

I funzionari statunitensi hanno fatto pressioni per la rimozione delle tasse digitali nel quadro di un accordo più ampio su quali Paesi possono tassare i profitti di quali società. La sfida è capire quando ciò accadrà.

Gli Stati Uniti hanno sollecitato la rapida rimozione delle tasse, ma i Paesi europei si sono opposti. Le dichiarazioni di Francia e Stati Uniti di ieri non offrono piena chiarezza su cosa accadrà esattamente, sebbene Le Maire abbia ribadito che la Francia non rimuoverà la sua digital tax fino a quando la nuova tassa non sarà in vigore.

Daniele Franco, il ministro delle Finanze italiano che ha parlato a nome della presidenza del G20, non ha suggerito molti cambiamenti a breve. "Entro la fine del 2023 o l'inizio del 2024 le regole saranno operative ed è a quel punto che le tasse nazionali verranno rimosse", ha affermato, aggiungendo che "fin dall'inizio è stato stabilito che le tasse sarebbero state rimosse quando sarebbe stata implementata una soluzione mondiale. Quindi ci aspettiamo che le tasse nazionali e unilaterali vengano rimosse entro il 2024".

La risoluzione delle tensioni tra la Francia e l'amministrazione Biden non creerà necessariamente una buona volontà bipartisan. "I Paesi con digital tax dovrebbero dimostrare la loro buona fede e sospendere la riscossione dell'imposta mentre il processo dell'Ocse viene completato", ha detto all'inizio di questa settimana il deputato statunitense, Kevin Brady, il massimo repubblicano della Commissione stanziamenti della Camera. Anche i gruppi aziendali hanno insistito su una rimozione più rapida.

Una sfida nello scontro con gli Stati Uniti deriva dal sistema che sostituirebbe le tasse digitali. Le nuove regole consentirebbero ai Paesi di applicare le imposte sul reddito delle società in base alla posizione in cui si trovano i clienti delle società, anziché esclusivamente al luogo in cui viene creato il valore aziendale.

Questo è un cambiamento ricercato da Paesi come il Regno Unito, l'Italia e la Spagna, che sono stati frustrati nel vedere i giganti della tecnologia guadagnare profitti grazie ai loro cittadini senza pagare tasse significative sul reddito delle società.

L'accordo internazionale prevede un quadro multilaterale per attuare tali modifiche, che sconvolgerebbero la rete di trattati fiscali e altre regole che hanno regolato il sistema fiscale internazionale per decenni. Il potere di tassare le grandi multinazionali verrebbe sostituito da una nuova formula.

Tale accordo dovrebbe probabilmente passare attraverso il Congresso degli Stati Uniti e i repubblicani sostengono che richiederà un trattato e quindi l'approvazione di due terzi al Senato. Ciò richiederà quindi il sostegno di almeno 17 repubblicani nell'attuale allineamento. Altri Paesi sono ben consapevoli dei potenziali ostacoli che l'amministrazione Biden dovrà affrontare per ottenere quel voto.

In una lettera della scorsa settimana, tre alti repubblicani del Senato si sono detti preoccupati per i recenti suggerimenti, secondo cui l'amministrazione penserebbe di poter attuare le modifiche senza modificare i trattati fiscali che sono stati ratificati da due terzi del Senato.

"Ignorare questo processo per scavalcare i nostri trattati fiscali bilaterali eroderebbe irreparabilmente l'autorità esclusiva sui trattati che la Costituzione fornisce al Senato", hanno scritto i senatori repubblicani, Jim Risch, e Mike Crapo dell'Idaho e Pat Toomey della Pennsylvania.

L'amministrazione Biden è stata più cauta riguardo al percorso legislativo da seguire, suggerendo che potrebbero esserci modi per attuare l'accordo senza un trattato. Nessuna azione al riguardo negli Stati Uniti è prevista fino al prossimo anno.

Legare la rimozione della tassa digitale all'adozione dell'accordo multilaterale potrebbe aiutare l'amministrazione a far passare il piano al Congresso offrendo ai repubblicani un motivo per sostenere l'intesa, ha affermato Daniel Bunn, vicepresidente dei progetti globali presso la Tax Foundation, un gruppo di Washington che generalmente favorisce tasse più semplici con aliquote più basse. I repubblicani, ha detto, saranno però anche preoccupati di quanta base imponibile degli Stati Uniti dovrebbe essere ceduta con l'accordo più ampio.

Hans Vijlbrief, il ministro delle Tasse dei Paesi Bassi, un Paese che non ha una tassa digitale, ha affermato che altri Paesi sanno che i cambiamenti nella suddivisione dell'autorità fiscale sono i più impegnativi politicamente per gli Stati Uniti e stanno valutando il processo legislativo. "Non è che non ci fidiamo di Capitol Hill ma ci sono altri interessi lì", ha detto Vijlbrief in un'intervista mercoledì, aggiungendo che "gli Stati Uniti mantengono la parola data e se promettono che lo faranno, credo che lo faranno".

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October 15, 2021 03:14 ET (07:14 GMT)