MILANO (MF-DJ)--È il capitolo più corposo del Piano italiano di ripresa e resilienza (Pnrr), quello dedicato alla rivoluzione verde, con quasi 70 miliardi di risorse, di cui 25 per la transizione energetica. Ne parliamo con Toni Volpe, amministratore delegato di Falck Renewables.

Domanda. Le risorse del Pnrr per la transizione energetica basteranno per centrare i target Ue al 2030-2050?

Risposta. In generale non sarà sufficiente per nessun Paese, per quegli obiettivi parliamo di cifre molto più significative, un ordine di grandezza diverso. Diciamo che il Pnrr è assolutamente positivo, ma non la soluzione dal punto di vista finanziario. Moltissimo dipenderà dalla governance che sarà creata per spingere semplificazioni e innovazione e fare da moltiplicatore agli investimenti privati.

D. Che impatti si potranno avere sul settore?

R. Sicuramente si potranno vedere sotto il profilo della semplificazione delle procedure che dovrà essere implementata. Dal punto di vista dei capitoli di spesa, sono significative le risorse per l'agrivoltaico, che riteniamo molto interessante, anche se bisognerà vedere come si concretizzeranno le intenzioni. Si punta molto anche sull'efficienza e generazione distribuita, industriale e agricola. Come ci sembra positivo il capitolo sull'idrogeno, mentre non ci sembrano affatto sufficienti le risorse per l'offshore.

D. Perché?

R. Sarebbero state auspicabili cifre importanti perché tecnologie come l'eolico galleggiante sono meno mature e richiedono più aiuti rispetto ad altre. E poi si tratta di una filiera italiana ed europea, che avrebbe ricadute importanti anche sull'occupazione. Per dare un ordine di grandezza, impianti per un totale di 5 gigawatt potrebbero creare 50 mila posti di lavoro.

D. Come saranno coinvolti i privati nell'attuazione del Pnrr?

R. È ancora presto per dirlo, ma è fondamentale che le risorse pubbliche operino da moltiplicatore di investimenti privati. E poi attenzione a non dare aiuti a tecnologie che non ne hanno bisogno e invece puntare di più su quelle che ne hanno più necessità perché creano una maggiore ricaduta locale.

D. Per Falck Renewables immagina un'accelerazione grazie al Pnrr?

R. Nel nostro ultimo piano abbiamo già recepito la crescita del settore per raggiungere gli obiettivi europei 2030. Per noi il Pnrr è un fattore abilitante, che dovrebbe riuscire a sciogliere alcuni nodi come quello dei permessi; diciamo che non è un di più ma uno degli elementi che ci permetteranno di raggiungere gli obiettivi al 2030.

D. Il Pnrr annuncia semplificazioni nel settore, che cosa servirebbe?

R. Auspichiamo vengano create strutture di forte coordinamento tra Regioni e governo, che mettano mano alla materia e la rivedano in maniera molto importante dal punto di vista della semplificazione. Credo che dovrebbe applicarsi una logica per la quale gli impianti più semplici o meno impattanti abbiano processi molto più snelli. Poi anche le Regioni dovrebbero avere obiettivi misurabili, con meccanismi di incentivazione per aiutare a raggiungerli. Infine ci sarà bisogno di grande continuità dal punto di vista politico per dare continuità anche alla transizione energetica.

D. Si riusciranno a concretizzare tutti i progetti del Pnrr entro il 2026?

R. Noi siamo ottimisti perché c'è la volontà di tutti i governi, oltre all'Europa anche gli Usa e la Cina, ad andare in questa direzione di transizione energetica. Secondo me, però, per il Recovery i tempi saranno più lunghi di quel che si pensa. Per scaricare a terra gli investimenti ci vorrà più di quanto previsto. E fondamentale sarà la stabilità politica.

fch

(END) Dow Jones Newswires

May 04, 2021 02:42 ET (06:42 GMT)