(Reuters) - Fast Retailing, società madre di Uniqlo, manterrà aperte le filiali del gruppo in Russia, unendosi alle poche aziende internazionali rimaste nel paese, dopo che dozzine di grandi marchi hanno sospeso le loro operazioni o hanno tagliato i rapporti con il paese in seguito all'invasione dell'Ucraina.

"L'abbigliamento è necessario per la vita. I cittadini russi hanno i nostri stessi diritti di vivere che abbiamo noi", ha detto Tadashi Yanai, Ceo del gruppo giapponese, in base a dichiarazioni citate inizialmente dal Nikkei. Ha poi aggiunto che ogni nazione dovrebbe opporsi alla guerra.

Cresce la pressione politica sulle aziende per sospendere le attività in Russia, mentre le sanzioni che stanno colpendo dai sistemi di pagamento globali a una gamma di prodotti high-tech, rendono più difficili le attività.

Le principali società di gestione di trasporti hanno sospeso le loro linee cargo in arrivo e in partenza dalla Russia e diverse aziende Occidentali - tra cui Nike, Ikea, BP e Shell - hanno chiuso le loro filiali o annunciato piani per abbandonare la Russia.

Ieri, il gigante dello streaming Netflix, tre delle maggiori società di revisione - KPMG, EY e PricewaterhouseCoopers LLP (PwC) - e American Express hanno tagliato i loro rapporti con la Russia.

Il produttore francese di yogurt Danone, che genera circa il 6% delle proprie vendite in Russia e in Ucraina, ha comunicato ieri di aver sospeso gli investimenti in Russia e di aver chiuso uno dei due stabilimenti del gruppo in Ucraina.

McDonald's e PepsiCo figurano tra le aziende ancora operative in Russia, con il fondo pensionistico dello stato di New York - azionista di entrambe le società - che ha intimato loro di valutare la sospensione delle loro attività nel paese.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)