MILANO (MF-DJ)--Il Parlamento europeo si presenta diviso al voto sul pacchetto Fit for 55 predisposto circa un anno fa dalla Commissione Ue.
Le divergenze, scrive MF, riguardano in particolare la proposta di ridurre le emissioni di Co2 delle nuove auto del 55% nel 2030 per poi azzerarle cinque anni più tardi. A partire dal 2035 sarebbero così di fatto bandite in Europa le vendite di vetture diesel e benzina, un'imposizione criticata da più parti e sotto molteplici aspetti.
Il governo italiano e diversi europarlamentari sono in particolare in prima fila nel sostegno a un emendamento, ribattezzato salva- Ferrari, che sembra avere buone chance di approvazione. Fermo restando il limite del 2035, la modifica esenterebbe i costruttori di nicchia come la Rossa e Lamborghini dalle tappe intermedie, dando loro più tempo per programmare gli investimenti necessari a convertirsi al 100% elettrico. D'altra parte, sia la casa guidata da Benedetto Vigna sia la società controllata da Volkswagen hanno ormai avviata il percorso della decarbonizzazione, pur auspicando di poter stabilire autonomamente quale strada imboccare. Quella della neutralità tecnologica è del resto una richiesta avanzata da più aziende, secondo cui Bruxelles dovrebbe limitarsi a stabilire gli obiettivi di transizione e non gli strumenti. Nei giorni scorsi, così, Eni, Iveco, Landi Renzo e altre 104 imprese europee hanno invitato con una lettera l'Ue a non imporre l'elettrico, lasciando l'industria libera di sperimentare e innovare.
Ferrari N.V. è una holding organizzata attorno a 3 poli di attività:
- costruzione e vendita di veicoli sportivi di lusso (85,8% del fatturato): 458 Italia, 488 GTB, 458 Spider, 488 Spider, F12 Berlinetta, 458 Speciale, 458 Speciale A, California T e FF. Il gruppo propone anche pezzi di ricambio;
- fabbricazione e vendita di motori (2,1%): marca Maserati;
- altro (12,1%): attività di sponsorizzazione, prestazione di servizi finanziari, ecc.
La ripartizione geografica del fatturato è la seguente: Italia (7,4%), Regno Unito (10,5%), Germania (8,3%), Europa-Medio Oriente-Africa (21,9%), Stati Uniti (25,7%), Americhe (3,8%), Cina-Hong Kong-Taiwan (9,8%), Asia-Pacifico e Australia (12,6%).