Il blocco dei fondi da parte delle autorità fiscali, riportato per la prima volta da Reuters, si aggiunge ad un'altra battaglia legale che il gigante cinese degli smartphone Xiaomi deve affrontare, dove ha contestato - finora con successo - il blocco di 725 milioni di dollari dei suoi fondi da parte di un'altra agenzia indiana per presunte rimesse estere illegali.

Nel caso dell'imposta sul reddito, le autorità hanno bloccato 37 miliardi di rupie (478 milioni di dollari) a febbraio, in base a una disposizione legale che consente ai funzionari di intraprendere tali azioni per proteggere gli interessi fiscali di Nuova Delhi, come risulta da un documento del tribunale di Xiaomi.

Xiaomi non ha risposto a una richiesta di commento.

Il portavoce del dipartimento delle imposte sul reddito ha rifiutato di commentare.

Due fonti con conoscenze dirette hanno detto che l'importo bloccato dagli ispettori fiscali è una conseguenza dei raid condotti a dicembre presso gli uffici di Xiaomi India per presunta evasione fiscale.

Quell'indagine, ha detto una delle fonti, riguarda le accuse che l'azienda cinese ha acquistato smartphone dai suoi produttori a contratto a costi gonfiati in India, consentendole di registrare un profitto minore vendendoli ai clienti ed evadendo le imposte sul reddito aziendale.

Non è chiaro se l'azienda abbia fatto appello alla decisione.

Il congelamento da parte del dipartimento delle imposte sul reddito è stato citato da Xiaomi in un deposito giudiziario del 4 maggio nello Stato meridionale del Karnataka, dove sta contestando l'altro sequestro di conti bancari effettuato dall'agenzia federale per la lotta al crimine, l'Enforcement Directorate, nel caso delle royalties.

Il Direttorato sostiene che Xiaomi ha effettuato illegalmente rimesse estere a determinate entità "sotto forma di" royalties, anche se non ha usufruito di alcun servizio da parte loro, un'accusa che l'azienda nega. Il tribunale indiano ha sospeso la decisione della Direzione fino al 23 maggio in merito all'appello di Xiaomi.

Facendo riferimento alle due indagini, Xiaomi afferma nel suo documento giudiziario di "aver collaborato in ognuna di queste indagini e di aver fornito tutte le informazioni richieste".

Il Dipartimento delle Imposte sul Reddito dell'India ha "messo sotto vincolo" 478 milioni di dollari dei suoi depositi con un ordine datato 18 febbraio 2022, ha dichiarato Xiaomi nel suo documento.

Le aziende cinesi faticano a fare affari in India dal 2020, quando si è verificato uno scontro di confine tra le due nazioni. L'India ha citato problemi di sicurezza per vietare più di 300 app cinesi da allora, comprese quelle più popolari, come TikTok, e ha inasprito le norme per le aziende cinesi che investono in India.

Xiaomi è recentemente balzata agli onori della cronaca per le accuse ai suoi dirigenti di aver subito intimidazioni da parte dei funzionari della Direzione indiana, attirando le pubbliche smentite dell'agenzia e le parole di sostegno del governo cinese.

Xiaomi ha visto quadruplicare la sua quota del mercato indiano degli smartphone, passando da appena il 6% nel 2016 al 24% lo scorso anno, diventando così il leader del mercato, secondo Counterpoint Research.