First Abu Dhabi Bank (FAB), il più grande istituto di credito degli Emirati Arabi Uniti, potrebbe rinnovare una potenziale offerta per la britannica Standard Chartered, una volta scadute le regole di lock-up della sua precedente offerta interrotta, ha riferito giovedì Bloomberg News.

Le azioni di StanChart sono salite fino al 9% in seguito alla notizia. Un portavoce di StanChart ha rifiutato di commentare la notizia, mentre FAB non ha potuto essere raggiunta immediatamente per un commento.

La notizia della potenziale offerta è arrivata per la prima volta il 5 gennaio, quando FAB ha dichiarato di aver preso in considerazione un'offerta per Standard Chartered, quotata a Londra, ma di non farlo più.

Il finanziatore di Abu Dhabi sta valutando di rilanciare l'offerta una volta scaduto il periodo di lock-up che le impedisce di farlo immediatamente, offrendo 30-35 miliardi di dollari rispetto al valore di mercato di StanChart, pari a 24 miliardi di dollari, ha riferito Bloomnberg.

Secondo le regole di acquisizione del Regno Unito e di Hong Kong, FAB non può fare un'offerta per StanChart entro sei mesi dalla cessazione della precedente offerta potenziale senza il consenso del consiglio di amministrazione della banca britannica, o in assenza di un'acquisizione rivale.

StanChart è stata per anni oggetto di discussioni sull'acquisizione, grazie al suo prezzo relativamente basso e all'esposizione ai mercati in rapida crescita in Asia, Africa e Medio Oriente, ma le complessità normative e pratiche hanno ostacolato la realizzazione di qualsiasi approccio di questo tipo.

Ulteriori aspetti pratici, come la possibile opposizione delle autorità statunitensi all'acquisizione di un'importante banca di compensazione del dollaro, significano che qualsiasi accordo sarebbe molto difficile da realizzare nella realtà, hanno detto gli analisti.

JPMorgan e Barclays sono stati tra gli attori occidentali collegati a StanChart, focalizzata sui mercati emergenti, in passato, ma le banche del Medio Oriente, ora ricche di liquidità, sono emerse come potenziali candidati per tali operazioni più recentemente.

La regione del Golfo sta assistendo ad un boom economico alimentato dall'aumento dei prezzi del petrolio sulla scia della guerra della Russia contro l'Ucraina, con fondi sovrani e banche a caccia di affari in un contesto di indebolimento delle prospettive globali.

La Saudi National Bank in ottobre ha annunciato di voler investire fino a 1,5 miliardi di dollari in Credit Suisse, rappresentando una partecipazione fino al 9,9%. (Relazioni di Sinchita Mitra a Bengaluru e Lawrence White a Londra; redazione di Dhanya Ann Thoppil e Emelia Sithole-Matarise

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