MODELLO DI ORGANIZZAZIONE,

GESTIONE E CONTROLLO

ai sensi del

Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231

****

Revisione approvata dal CdA nella riunione del 19 Dicembre 2024

****

INDICE

1. ILDECRETO LEGISLATIVO8 GIUGNO2001, N. 231

8

1.1

I cardini della normativa

8

1.2

Natura della responsabilità

8

1.3

Criteri di imputazione della responsabilità

8

1.4

I reati e gli illeciti amministrativi "presupposto" della responsabilità

10

1.5

Il sistema sanzionatorio previsto dal Decreto

11

1.6

Le condizioni per l'esonero della responsabilità amministrativa

13

1.7

Vicende modificative dell'Ente

13

1.8

Reati commessi all'estero

15

1.9

Procedimento di accertamento dell'illecito

15

1.10 Codici di comportamento predisposti dalle associazioni rappresentative

16

2. IL MODELLO DI GOVERNANCE E L'ASSETTO ORGANIZZATIVO DI FNM

17

2.1 FNM

17

2.2

L'assetto istituzionale

18

2.3

Gli strumenti di governance della Società

21

2.4

Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi

23

2.5

Assetto organizzativo

25

2.6

Rapporti infragruppo

26

2.7

Applicazione del Modello da parte delle singole società del Gruppo

26

3. IL MODELLO 231 DI FNM

27

3.1

I Destinatari del Modello

27

3.2

Finalità del Modello

27

3.3

Il Progetto di FNM per la definizione del proprio Modello 231

28

3.4

Il contenuto del Modello 231

29

3.5

Rapporto tra Modello 231 e Codice Etico e di Comportamento

30

3.6

Illeciti rilevanti per la Società

30

3.7

Adozione, aggiornamento e integrazione del Modello 231

30

4. L'ORGANISMO DI VIGILANZA

32

4.1

Requisiti dell'OdV

32

4.2

Composizione, nomina, durata

34

4. 3 Revoca e cause di sospensione

36

4.4

Temporaneo impedimento

37

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4.5

Compiti e poteri dell'OdV

37

4.6

Flussi informativi da e verso l'Organismo di Vigilanza

39

4.6.1 Flussi informativi verso l'Organo Amministrativo

39

4.6.2 Flussi informativi verso l'OdV

40

4.6.3 Informativa da e verso l'Organismo di Vigilanza di FNM e delle Società Controllate

41

5. COMUNICAZIONE E FORMAZIONE DEL PERSONALE

42

6. SISTEMA SANZIONATORIO

43

6.1

Illeciti disciplinari e criteri sanzionatori

43

6.2

Misure nei confronti dei dipendenti non dirigenti (quadri, impiegati)

44

6.2.1 Sanzioni disciplinari

45

6.3

Misure nei confronti dei Dirigenti

47

6.3.1. Sanzioni disciplinari

48

6.4

Misure nei confronti di Amministratori e Sindaci

49

6.5

Misure nei confronti dei collaboratori e consulenti

49

6.6

Informazione

49

7. CRONOLOGIA DEGLI AGGIORNAMENTI E DELLE REVISIONI

50

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PARTE GENERALE

Glossario

Amministratori o Consiglieri: i componenti del Consiglio di Amministrazione della Società.

ASSTRA:Associazione Trasporti, è l'associazione datoriale, nazionale, delle aziende di trasporto pubblico locale in Italia, sia di proprietà degli enti locali che private.

Attività sensibili: attività della Società nel cui ambito sussiste il rischio, anche potenziale, di commissione di Reati Presupposto.

CCNL: Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro in vigore ed applicato dalla Società.

Codice Etico e di Comportamento: Codice Etico e di Comportamento del Gruppo FNM adottato dalla Società.

Collaboratori: soggetti che intrattengono con la Società rapporti di collaborazione senza vincolo di subordinazione, di rappresentanza commerciale ovvero altri rapporti di natura professionale a carattere non subordinato, sia continuativi sia occasionali, nonché i soggetti che, in forza di specifici mandati o procure, rappresentano la Società verso terzi.

Consulenti:soggetti che in ragione delle competenze professionali prestano la propria opera intellettuale in favore e/o per conto della Società generalmente sulla base di un contratto di prestazione d'opera intellettuale.

Decreto o Decreto 231: il Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, recante "Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300".

Decreto Whistleblowing: il Decreto legislativo 10 marzo 2023, n. 24, recante "Attuazione della direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2019, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell'Unione e recante disposizioni riguardanti la protezione delle persone che segnalano violazioni delle disposizioni normative nazionali".

Destinatari:gli Amministratori, Sindaci, Liquidatori, Dirigenti e Dipendenti nonché i collaboratori e i Clienti della Società nei casi ad essi specificamente riferiti nel Modello.

DG: il Direttore Generale della Società, nominato dai Consiglieri.

Dipendenti: tutti i soggetti aventi con la Società un rapporto di lavoro subordinato o parasubordinato1.

Dirigente Preposto:il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari ex art.

1 Si intendono compresi i rapporti di lavoro di collaborazione coordinata e continuativa nonché a progetto, per le fattispecie escluse dall'applicazione degli artt. 61 e ss. del D. Lgs. 276/2003.

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154-bis del TUF.

Gruppo FNM o Gruppo: si intende:

  • la capogruppo FNM S.p.A.;
  • le società controllate FERROVIENORD S.p.A., NORD_ING S.r.l., FNM AUTOSERVIZI S.p.A., FNM PAY S.p. A., FNM POWER S.r.l., E-VAI S.r.l., NORDCOM S.p.A., MALPENSA INTERMODALE S.r.l., MALPENSA DISTRIPARK S.r.l., MILANO SERRAVALLE MILANO TANGENZIALI S.p. A.;
  • le eventuali ulteriori Società Controllate che entreranno a far parte del Gruppo.

Incaricato di pubblico servizio: colui che "a qualunque titolo presta un pubblico servizio", intendendosi un'attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza di poteri tipici di questa (art. 358 c.p.).

Linee di Indirizzo del Sistema di Controllo Interno e Gestione dei Rischi: le linee di indirizzo del sistema di controllo interno e gestione dei rischi di FNM, adottate in data 17 aprile 2014, modificate dal Consiglio di Amministrazione in data 30 giugno 2016 e 31 luglio 2019 e da ultimo aggiornate con delibera del Consiglio di Amministrazione del 30 luglio 2021, previo parere favorevole del Comitato Controllo e Rischi, che costituiscono l'insieme delle regole, procedure e strutture organizzative volte a consentire l'identificazione, la misurazione, la gestione e il monitoraggio dei principali rischi ai quali la Società e le sue Controllate sono esposte.

Linee Guida ASSTRA:Codice di Comportamento e linee guida per la predisposizione dei modelli organizzativi e gestionali ai sensi del Decreto 231 predisposte da ASSTRA ed approvate nella loro ultima versione dal Ministero della Giustizia il 17 aprile 2013.

Linee Guida Confindustria: le Linee Guida per la costruzione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/2001 approvate da Confindustria in data 7 marzo 2002 e aggiornate nella loro ultima versione nel mese di giugno 2021.

Linee Guida:Linee Guida ASSTRA e Linee Guida Confindustria.

Modello 231 o Modello: il presente Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo, nonché tutti i documenti che ne formano parte integrante.

Organismo di Vigilanza o Organismo o OdV: organo della Società, previsto dall'art. 6 del Decreto, dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo, preposto alla vigilanza sul funzionamento e sull'osservanza del Modello e al relativo aggiornamento.

Organi Sociali:il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale della Società.

Organo Amministrativo:il Consiglio di Amministrazione della Società.

Partner:soggetti terzi che sono parti di rapporti contrattuali con la Società di medio-lungo periodo (vale a dire di durata pari o superiore a 18 mesi, tenuto conto anche di eventuali rinnovi

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contrattuali) quali, a titolo esemplificativo, fornitori (anche in forza di contratti di outsourcing), subappaltatori, imprese partecipanti ad eventuali associazioni temporanee di imprese con la Società, consorzi di ogni genere di cui sia parte la Società, società comuni in cui la Società sia

in rapporto di controllo o collegamento ai sensi dell'art. 2359 Codice Civile (nonché i soci della

Società in tali società comuni), sponsor o soggetti sponsorizzati o convenzionati (ove applicabile), o altri soggetti espressamente individuati come partner commerciali dalla Società in una o più operazioni. Per evitare dubbi, si chiarisce che i soggetti rientranti in una delle altre categorie di Destinatari (in particolare, quella di clienti, consulenti o collaboratori) non rientrano, per ciò stesso, nella categoria dei Partner. In sede di attuazione del presente Modello

ed allo scopo di renderne più agevole l'applicazione, l'Organismo di Vigilanza, a mezzo di

apposite comunicazioni circolari, ha la facoltà di identificare espressamente ed in maggiore dettaglio i soggetti rientranti di volta in volta nella categoria dei Partner, anche mediante redazione di apposito elenco esemplificativo, tenendo conto delle attività in concreto esercitate dalla Società.

P.A.:la Pubblica Amministrazione italiana e/o estera, inclusi relativi funzionari, gli Incaricati di pubblico servizio ed il Pubblico Ufficiale.

Persone del Gruppo FNM: gli Amministratori, il Top Management (ovvero l'insieme di Presidente,

Direttore Generale e figure apicali delle Società Controllate quali Presidente, Amministratore Delegato, Amministratore Unico, Direttore Generale e Consigliere Delegato), i dipendenti e i membri degli organi di controllo di FNM e di ciascuna Società Controllata (inclusi i collaboratori inseriti nell'organizzazione aziendale in base a rapporti diversi dal lavoro subordinato).

Presidente: il Presidente del Consiglio di Amministrazione della Società.

Pubblici ufficiali: ai sensi dell'art. 357 del c.p., sono "coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa. Agli stessi effetti è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi e caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della Pubblica Amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi".

Reato Presupposto o Reati Presupposto:fattispecie di reato alle quali si applica la disciplina prevista dal Decreto 231.

SCIGR o Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi:il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi adottato da FNM.

Segnalanti:ciascun soggetto che, ai sensi del Decreto Whistleblowing, ha il diritto di effettuare

ed effettua una Segnalazione ivi inclusi, a titolo esemplificativo e non esaustivo: (i) i destinatari, ivi inclusi consulenti e partner, (ii) i soggetti che svolgono in via di fatto alle funzioni degli Esponenti Aziendali; (iii) gli azionisti della Società; (iv) i lavoratori autonomi che svolgono la propria attività presso la Società; (v) i volontari o tirocinanti, retribuiti e non retribuiti; (vi) i soggetti di cui ai precedenti punti che abbiano effettuato la Segnalazione (vi.a) quando il rapporto giuridico con la Società non sia ancora iniziato, se le informazioni sulle Segnalazioni sono state acquisite durante il processo di selezione o in altre fasi precontrattuali; (vi.b) durante

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il periodo di prova; (vi.c) successivamente allo scioglimento del rapporto giuridico se le informazioni sulle Segnalazioni sono state acquisite nel corso del rapporto stesso.

Segnalazione:la comunicazione di informazioni, compresi i fondati sospetti, riguardanti comportamenti, atti o omissioni lesivi dell'interesse pubblico o dell'integrità della Società così come previsti dal Decreto Whistleblowing.

Sistema Anticorruzione FNM: si intende il sistema di prevenzione della corruzione adottato dal Gruppo FNM certificato ai sensi della norma tecnica ISO 37001:2016 "Anti bribery management system".

Società o FNM o Capogruppo: FNM S.p.A.

Società Controllate: società controllate dalla Società ai sensi dell'art. 2359, commi 1 e 2, c.c.

Soggetti Apicali:persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione della Società o di una sua unità dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché persone che esercitano, anche di fatto, la gestione o il controllo della Società.

Soggetti Subordinati:persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui al punto precedente.

Sistema Normativo Interno o Strumenti Normativi Interni:l'insieme di tutti i regolamenti, le policy applicative, procedure, e manuali (e altri analoghi atti normativi interni) adottati da FNM.

Terze Parti Rilevanti: i soggetti con cui il Gruppo FNM intrattiene relazioni commerciali che presentano il rischio di essere interessate da condotte corruttive oppure di essere strumentali all'attuazione, agevolazione o occultamento di condotte corruttive.

TUF:Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 c.d. "Testo unico della finanza" e successive modificazioni e integrazioni.

TUS:Decreto Legislativo 09 aprile 2008, n. 81 c.d. "Testo unico sulla sicurezza" e successive modificazioni e integrazioni.

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1. Il Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231

1.1 I cardini della normativa

Il Decreto 231 disciplina la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica (di seguito, anche, "Enti"2) in caso di commissione o tentata commissione di alcune tipologie di reato o di illeciti amministrativi nell'interesse o a vantaggio dell'Ente da parte di:

  • Soggetti Apicali;
  • Soggetti Subordinati.

Tale responsabilità, pur definita dal legislatore come "amministrativa", presenta i caratteri della responsabilità penale, poiché è derivante da reato, viene accertata con le garanzie del procedimento penale, e comporta l'applicazione di sanzioni particolarmente afflittive (sino all'interdizione definitiva dall'esercizio dell'attività).

La responsabilità dell'Ente ai sensi del Decreto è autonoma e, come tale, si aggiunge a quella penale della persona fisica che ha realizzato materialmente il fatto illecito.

Le disposizioni previste dal Decreto non si applicano allo Stato, agli Enti pubblici territoriali, agli altri enti pubblici non economici nonché agli enti che svolgono funzioni di rilievo costituzionale.

1.2 Natura della responsabilità

Con riferimento alla natura della responsabilità amministrativa ai sensi del Decreto, la Relazione illustrativa al medesimo Decreto sottolinea la "nascita di un tertium genus che coniuga i tratti essenziali del sistema penale e di quello amministrativo nel tentativo di contemperare le ragioni dell'efficacia preventiva con quelle, ancor più ineludibili, della massima garanzia".

Il Decreto 231 ha, infatti, introdotto nel nostro ordinamento una forma di responsabilità degli Enti di tipo "amministrativo" - in ossequio al dettato dell'art. 27, comma primo, della Costituzione secondo cui "La responsabilità penale è personale" - ma con numerosi punti di contatto con una responsabilità di tipo "penale". In tal senso si vedano - tra i più significativi

  • gli artt. 2, 8 e 34 del Decreto 231 ove il primo riafferma il principio di legalità tipico del diritto penale; il secondo afferma l'autonomia della responsabilità dell'Ente rispetto all'accertamento della responsabilità della persona fisica autrice della condotta criminosa; il terzo prevede la circostanza che tale responsabilità, dipendente dalla commissione di un reato, venga accertata nell'ambito di un procedimento penale e sia, pertanto, assistita dalle garanzie proprie del processo penale. Si consideri, inoltre, il carattere afflittivo delle sanzioni applicabili alla società.

1.3 Criteri di imputazione della responsabilità

La commissione di uno dei Reati presupposto costituisce solo una delle condizioni per l'applicabilità della disciplina dettata dal Decreto.

2 Sotto il profilo dei soggetti cui la nuova normativa è applicabile, il Decreto individua i soggetti, con l'ampia definizione di "enti", destinatari della normativa, come segue: gli enti forniti di personalità giuridica; le società; le associazioni, anche sfornite di personalità giuridica. Mentre espressamente esclude: lo Stato; gli enti pubblici territoriali; gli enti pubblici non economici; gli enti che svolgono funzioni di rilievo costituzionale.

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Vi sono, infatti, ulteriori condizioni che attengono alle modalità di imputazione all'Ente dell'illecito da reato e che, a seconda della loro natura, possono essere suddivise in criteri di imputazione di natura oggettiva e di natura soggettiva.

I criteri di natura oggettiva richiedono che:

  • il fatto di reato sia stato commesso da parte di un soggetto funzionalmente legato all'Ente;
  • il reato sia stato commesso nell'interesse o a vantaggio dell'Ente.

Gli autori del reato dal quale può derivare la responsabilità dell'Ente possono essere: a) Soggetti Apicali; b) Soggetti Subordinati.

In particolare, nella categoria dei Soggetti Apicali possono essere fatti rientrare gli amministratori, i direttori generali, i rappresentanti legali, ma anche, per esempio, i preposti a sedi secondarie. Anche tutti i soggetti delegati dagli amministratori ad esercitare attività di gestione o direzione della società o di sedi distaccate devono essere considerati Soggetti Apicali.

Alla categoria dei Soggetti Subordinati appartengono tutti coloro che sono sottoposti alla direzione e vigilanza dei Soggetti Apicali e che, in sostanza, eseguono nell'interesse dell'Ente le decisioni adottate dai vertici. Possono essere ricondotti a questa categoria tutti i dipendenti dell'Ente, nonché tutti coloro che agiscono in nome, per conto o nell'interesse dell'Ente, quali, a titolo di esempio, i collaboratori e i consulenti.

Per il sorgere della responsabilità dell'Ente è poi necessario che il fatto di reato sia stato commesso nell'interesse o a vantaggio dell'Ente medesimo.

In ogni caso, l'Ente non risponde se il fatto di reato è stato commesso nell'interesse esclusivo dell'autore del reato o di terzi.

I criteri di imputazione di natura soggettiva attengono al profilo della colpevolezza dell'Ente. La responsabilità dell'Ente sussiste se non sono stati adottati o non sono stati rispettati standard adeguati di sana gestione e di controllo attinenti alla sua organizzazione e allo svolgimento della sua attività. La colpa dell'Ente, e quindi la possibilità di muovere ad esso un addebito formale, dipende dall'accertamento di una politica di impresa non corretta o di deficit strutturali nell'organizzazione aziendale che non abbiano prevenuto la commissione di uno dei Reati presupposto.

Il Decreto esclude, infatti, la responsabilità dell'Ente, nel caso in cui, prima della commissione del reato, l'Ente si sia dotato e abbia efficacemente attuato un Modello idoneo a prevenire la commissione di reati della specie di quello che è stato realizzato.

Il Modello 231 opera quale esimente sia se il Reato presupposto sia stato commesso da un Soggetto Apicale sia se sia stato commesso da un Soggetto Subordinato. Tuttavia, per i reati commessi dai Soggetti Apicali, il Decreto introduce una sorta di presunzione di responsabilità dell'Ente, dal momento che si prevede l'esclusione della sua responsabilità solo se l'Ente dimostra che:

  • l'organo amministrativo ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, un Modello 231 idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi;
  • il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza del Modello e di curare il suo aggiornamento è stato affidato ad un Organismo di Vigilanza;
  • le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente il Modello;
  • non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell'Organismo di Vigilanza.

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Per i reati commessi dai Soggetti Subordinati, l'Ente risponde solo se viene provato che «la commissione del reato è stata resa possibile dall'inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza» che gravano tipicamente sul vertice aziendale.

Anche in questo caso, comunque, l'adozione e l'efficace attuazione del Modello 231, prima della commissione del reato, esclude l'inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza ed esonera l'Ente da responsabilità. Pertanto, si ha esclusione della responsabilità ove le predette condizioni ricorrano, nel loro complesso, al momento della commissione del reato o illecito; tuttavia, anche l'adozione e l'attuazione del Modello avvenute in un momento successivo alla commissione del reato o illecito producono comunque effetti positivi in ordine alle sanzioni irrogabili all'Ente (artt. 12, comma 3; 17, comma 1, lett. c); 18, comma 1, del Decreto).

Ai sensi dell'articolo 56 del Decreto, gli Enti possono essere responsabili anche nelle ipotesi di delitto tentato, ovverosia nel caso di realizzazione da parte della persona fisica di "atti idonei, diretti in modo non equivoco a commettere un delitto" compreso tra quelli di cui al Decreto. L'adozione e l'efficace attuazione del Modello 231, pur non costituendo un obbligo giuridico,

  • quindi l'unico strumento a disposizione dell'Ente per dimostrare la propria estraneità ai fatti di reato e, in definitiva, per vedersi riconosciuta l'esenzione dalla responsabilità stabilita dal
    Decreto (c.d. esimente).

1.4 I reati e gli illeciti amministrativi "presupposto" della responsabilità

Il Decreto inizialmente prevedeva la responsabilità per i soli reati commessi contro la Pubblica Amministrazione e contro il suo patrimonio. Le condotte illecite rilevanti si sono progressivamente ampliate e possono attualmente compendiarsi nelle seguenti famiglie di reato c.d. "fattispecie" (per il dettaglio degli articoli attinenti a ciascuna famiglia di reato si rimanda alla Parte Speciale):

  • DELITTI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (artt. 24 e 25 Decreto)3;
  • REATI INFORMATICI E TRATTAMENTO ILLECITO DI DATI (art. 24-bis Decreto)4;
  • DELITTI DI CRIMINALITÀ ORGANIZZATA (art. 24-ter Decreto)5;
  • REATI DI FALSITÀ IN MONETE, IN CARTE DI PUBBLICO CREDITO E IN VALORI DI BOLLO E IN STRUMENTI O SEGNI DI RICONOSCIMENTO (art. 25-bis Decreto)6;
  • DELITTI CONTRO L'INDUSTRIA E IL COMMERCIO (art. 25-bis.1 Decreto)7;
  • REATI SOCIETARI (art. 25-ter Decreto)8;
  • DELITTI CON FINALITÀ DI TERRORISMO O DI EVERSIONE DELL'ORDINE DEMOCRATICO (art.

25-quater Decreto)9;

  1. Articolo 24 modificato dal Decreto Legislativo 14 luglio 2020, n. 75 e dalla Legge 9 ottobre 2023, n. 137. Articolo 25, modificato dalla Legge 6 novembre 2012, n. 190, dalla Legge 9 gennaio 2019, n. 3 e dal Decreto Legislativo 14 luglio 2020, n. 75.
  2. Introdotti dalla Legge 18 marzo 2008, n. 48 e, da ultimo, modificati dalla Legge 28 giugno 2024, n. 90.
  3. Introdotti dalla Legge 15 luglio 2009, n. 94 e modificati dalla Legge 27 maggio 2015, n. 69.
  4. Introdotti dal Decreto Legge 25 settembre 2001, n. 350, modificati dalla Legge 23 Luglio 2009, n. 99 e da, ultimo, dal Decreto Legislativo 21 giugno 2016, n. 125.
  5. Introdotti dalla Legge 23 luglio 2009, n. 99.
  6. Introdotti dal Decreto Legislativo 11 aprile 2002, n. 61, modificati dalla Legge 28 dicembre 2005, n. 262, dalla Legge 6 Novembre 2012, n. 190, dalla Legge 30 Maggio 2015, n. 69, dal Decreto Legislativo 15 Marzo 2017, n. 38 e, da ultimo, dal Decreto Legislativo 2 marzo 2023, n. 19.
  7. Introdotti dalla Legge 14 gennaio 2003, n. 7.

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