Il gigante energetico russo Gazprom ha ripreso le esportazioni di gas verso l'Italia attraverso l'Austria mercoledì, dopo aver risolto un problema di garanzie che aveva portato alla sospensione dei flussi nel fine settimana.

Gazprom ha dichiarato che l'azienda e i suoi clienti italiani hanno trovato una soluzione a seguito delle modifiche normative in Austria, che hanno bloccato i flussi in entrata in Italia attraverso un gasdotto che passa per Tarvisio, nel nord-est del Paese.

Il gruppo energetico italiano Eni ha confermato in una dichiarazione sulla piattaforma italiana GME che le forniture sono riprese, anche se ha detto di aspettarsi che solo una parte del gas richiesto arriverà mercoledì.

"La ripresa delle forniture è stata resa possibile dalla risoluzione, da parte di Eni e delle parti coinvolte, dei vincoli derivanti dalla nuova legislazione introdotta dalle autorità di regolamentazione austriache", ha affermato la società italiana in una dichiarazione separata sul proprio sito web.

Non ha fornito ulteriori dettagli.

L'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha dichiarato lunedì che la sospensione dei flussi non è dovuta a "fattori geopolitici".

"È dovuto al fatto che Gazprom dovrebbe pagare una garanzia monetaria per il trasporto di gas dall'Austria all'Italia che prima non c'era", ha detto, aggiungendo che la garanzia ammonta a 20 milioni di euro (19,6 milioni di dollari).

Mosca e diversi Paesi europei, tra cui la Germania, sono ai ferri corti per quanto riguarda la fornitura di gas naturale dalla Russia dopo l'invasione dell'Ucraina a febbraio.

L'azienda controllata dal Cremlino ha dichiarato sabato che il transito di gas attraverso l'Austria è stato sospeso. Il Governo austriaco ha affermato che Gazprom non ha firmato i contratti necessari.

Il gas russo rappresenta ora solo il 10% circa delle importazioni di gas italiane, in calo rispetto al 40% circa, ha dichiarato Eni, mentre la quota proveniente dall'Algeria e dai Paesi nordici è aumentata. (Servizio di Francesca Landini a Milano; redazione di Keith Weir e Jane Merriman)