Putin ha dichiarato di aver firmato un decreto sulla mobilitazione parziale, intensificando in modo significativo quella che la Russia chiama la sua "operazione militare speciale" in Ucraina, e ha avvertito che Mosca risponderà con la forza di tutto il suo vasto arsenale se l'Occidente continuerà con quello che ha definito il suo "ricatto nucleare".

Alle 0859 GMT, il rublo era più forte dello 0,2% a 60,50 per il dollaro, dopo essere sceso fino a 62,7975, il punto più debole dal 7 luglio.

Ha invertito le perdite iniziali per salire dell'1,2% a 59,87 per l'euro e salire dell'1,2% contro lo yuan a 8,546.

Il rublo è stata la valuta più performante al mondo quest'anno, sostenuta dai controlli di emergenza sui capitali effettuati dalla banca centrale nel tentativo di fermare un sell-off di massa.

La mossa di Putin ha creato scompiglio anche sui mercati globali, con gli investitori che si sono riversati su beni rifugio e la sterlina che ha toccato un nuovo minimo di 37 anni rispetto al dollaro.

LE AZIONI ESTENDONO IL CROLLO

Gli indici azionari russi sono scesi, estendendo un crollo iniziato martedì, quando si sono diffuse le voci di una possibile mobilitazione, con i giganti dell'energia Rosneft e Gazprom che ad un certo punto hanno perso circa il 12% ciascuno, prima di assestarsi rispettivamente a circa il 4,7% e il 2,6% in meno.

L'indice di riferimento MOEX, basato sul rublo, ha toccato il punto più basso dal 24 febbraio, giorno in cui la Russia ha inviato decine di migliaia di truppe in Ucraina, prima di ridurre le perdite.

Gli analisti di Tinkoff Investments hanno detto che si è trattato del maggior calo del MOEX dal 24 febbraio, quando l'indice ha perso più del 30% in un solo giorno.

L'indice MOEX è sceso del 2,4% a 2.162,4 punti, dopo aver toccato un minimo di 2.002,73 punti. L'indice RTS denominato in dollari è sceso del 2,6% a 1.124,5 punti, dopo aver raggiunto il punto più basso dal 27 aprile.