Il gruppo calzaturiero ha registrato nel 2021 un fatturato di circa 51 milioni in Russia e 5 milioni in Ucraina, pari quindi a poco meno del 10% dei ricavi complessivi.

Da inizio anno le vendite comparabili dei negozi diretti risultano in crescita del 44% sul 2021 e quasi in linea con il 2019, e sono accompagnate da una "buona riduzione degli sconti".

Alla luce del probabile inasprimento delle sanzioni occidentali contro la Russia non è oggi "possibile stimare in modo attendibile eventuali impatti sul business", dice una nota che sottolinea per contro l'ottimo andamento delle campagne vendite per l'anno che "porterebbero verso gli obiettivi di una crescita a doppia cifra per i ricavi annuali (previsti da piano sopra i 700 milioni di euro), con una marginalità lorda in miglioramento di circa 100/150 punti base rispetto ai livelli 2021".

A questo si aggiungono le incertezze sulla catena di approvvigionamento che dovrebbero impattare anche il primo trimestre per poi migliorare in corso d'anno.

Il risultato operativo del 2021, dopo le svalutazioni nette di immobilizzazioni ed i costi di ristrutturazione, è negativo per 44,9 milioni da una perdita di 123,7 milioni nel 2020.

Per il comunicato integrale cliccare su

(Claudia Cristoferi, editing Sabina Suzzi)