MILANO (MF-DJ)--La Bce ha confermato un nuovo aumento di 50 punti base del costo del denaro il che, per chi ha un mutuo medio a tasso variabile, potrebbe portare le rate del finanziamento a salire del 52% in meno di 18 mesi. Secondo le simulazioni di Facile.it se l'incremento Bce si riflettesse in maniera speculare sull'Euribor, la rata di un mutuo a tasso variabile standard passerebbe dai 456 euro di gennaio 2022 ai 693 euro del secondo trimestre 2023.

La buona notizia è che, alla luce delle vicende Svb e Credit Suisse, sono cambiate le aspettative future dei mercati, che ora scommettono su aumenti piú contenuti nei prossimi mesi e sulla possibilitá che la Bce rallenti, se non addirittura interrompa, il trend rialzista. Fino a pochi giorni fa, guardando i Futures sugli Euribor, la rata sarebbe potuta arrivare a giugno 2023 a 740 euro, oggi gli analisti prevedono invece che possa salire non oltre i 700 euro.

MutuiOnline.it ha analizzato gli impatti sulle rate di un mutuo a tasso variabile in seguito a questo nuovo rialzo di 50 bps sul costo del denaro. Rispetto a febbraio dello scorso anno la rata di un mutuo variabile da 140 mila euro a 20 anni è aumentata, fino a questo momento, del 25,3% (da 625 euro a 783 euro), e per un mutuo da 250 mila euro a 30 anni è cresciuta del 43,7% (da 793 euro a 1.139 euro). Con l'ulteriore aumento la rata a 20 anni toccherá quota 819 euro e a 30 anni 1.212 euro, con un ulteriore aumento della rata rispettivamente del 4,6% e del 6,4% rispetto a oggi.

Nomisma ha rilevato che una famiglia su quattro teme di avere difficoltà a pagare regolarmente le rate del mutuo il prossimo anno, complice una situazione economica complessiva che desta preoccupazioni.

Nonostante i dati relativi all'occupazione registrino il valore piú alto da giugno 2019 (23,2 milioni di persone occupate nel 2023), le famiglie italiane si trovano a fare i conti con un costo della vita sempre piú alto: a causa della diminuzione del loro potere di acquisto (inflazione e caro tassi) e per fare fronte alle spese necessarie, molte di esse dichiarano di attingere ai propri risparmi per mantenere gli standard di consumo a cui sono abituate. Inoltre, spesso sono costrette a ridurre le spese per acquisti e attivitá considerate superflue: il 29% evidenzia di aver diminuito in modo significativo le spese per il tempo libero, il 27% quelle per le attivitá culturali e il 21% per lo sport.

Uno scenario, questo, inasprito anche dall'impennata dell'inflazione e dei costi dell'energia che hanno fatto crescere il timore di 3 famiglie su 10 di non arrivare alla fine del mese e di non riuscire ad accantonare una parte di reddito come risparmio anche per far fronte a future esigenze. La survey Nomisma evidenzia come il 65% delle famiglie si sia sentito abbastanza o molto preoccupato nell'ultimo anno, mentre il 53% si è trovato a gestire situazioni di ansia.

"Le misure antinflazione applicate da Francoforte sembrano avere un

impatto maggiore sulla capacitá economica delle famiglie titolari di un

mutuo che non sul mercato immobiliare stesso, che, pur rallentando

leggermente rispetto al record del 2022, non parrebbe al momento subire

una frenata significativa", spiega Fabio Femiani, mortgage broker

operation director di idealista/mutui Italia sul rialzo dei tassi della

Bce.

"Pertanto, dai nostri dati l'aumento del costo del finanziamento non

sta, almeno per il momento, impattando sul mercato immobiliare in maniera

così grave come alcuni esperti avevano invece previsto. Questa situazione

rappresenterá comunque una sfida per molti istituti, che dovranno

adattarsi e creare delle barriere per evitare una nuova ondata di

pignoramenti che potrebbe appesantire anche le stesse istituzioni

finanziarie".

cce

MF-DJ NEWS

1618:57 mar 2023


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