MILANO (MF-DJ)--I risultati consolidati al 30 giugno del gruppo Sella, approvati oggi dal Cda della capogruppo Banca Sella Holding, si sono chiusi con un utile netto di 61,5 milioni di euro.

L'utile, si legge in una nota, è stato in crescita rispetto ai 34,5 milioni di euro dello stesso periodo dell'anno precedente calcolato senza considerare le componenti non ricorrenti. Lo scorso anno, infatti, per effetto della plusvalenza ottenuta dall'operazione strategica di joint venture paritetica in Hype, che aveva portato all'acquisizione del 10% di illimity Bank, l'utile netto al 30 giugno 2021 era stato complessivamente di 89,4 milioni di euro.

Come già accaduto per la pandemia, di fronte alle conseguenze del conflitto militare in Ucraina, il gruppo Sella - che non ha alcuna esposizione diretta ai rischi connessi ai paesi coinvolti nel conflitto - ha definito un accurato Contingency Plan col tradizionale spirito di sana e prudente gestione, riducendo di conseguenza il proprio profilo di rischio, senza interrompere il supporto alle attività dei clienti nel nuovo scenario globale complesso e incerto caratterizzato soprattutto dall'elevata inflazione.

In questo quadro, rispetto al primo semestre dello scorso anno, il margine di intermediazione è cresciuto del 19,9% di ben 69,5 milioni di euro raggiungendo i 419 milioni di euro. Il margine di interesse aumenta del 35,9% a 161,8 milioni di euro sia grazie alla componente commerciale sia per l'effetto positivo dei titoli indicizzati all'inflazione, mentre i ricavi netti da servizi aumentano dell'8% a 192,7 milioni di euro. Il risultato netto dell'attività finanziaria è cresciuto del 24,2% a 64,6 milioni di euro per effetto delle plusvalenze dalla vendita di titoli, dei risultati positivi del trading in conto proprio e delle cessioni dei crediti fiscali.

La raccolta globale al valore di mercato al 30 giugno 2022 si attesta a quota 46,7 miliardi di euro, in calo del 5,1% rispetto ai 49,2 miliardi di fine 2021, principalmente per effetto della diminuzione di 3,9 miliardi di euro del valore dei corsi dei titoli, detenuti dai clienti e depositati presso le banche del gruppo, derivante dalla flessione dei mercati. In tale contesto e nonostante le incertezze del mercato, la raccolta netta globale nel semestre è stata positiva, pari a 1,2 miliardi di euro.

Gli impieghi comprensivi dei Pct sono cresciuti del 10,9% a 10,9 miliardi di euro, mentre gli impieghi al netto dei Pct sono cresciuti del 5,9% raggiungendo i 10,3 miliardi di euro.

Positivi gli indici di qualità del credito. Il costo del rischio di credito annualizzato è sceso a 31 bps (era 33 bps nello stesso periodo dello scorso anno e 58 bps a fine 2021), l'Npl Ratio netto è diminuito al 2,1% (era 2,2% a fine 2021), così come l'Npl Ratio lordo pari al 4% (era 4,2% a fine 2021). Il tasso di copertura sui crediti deteriorati è aumentato al 50,2% (era 49,5% a fine 2021), mentre quello sulle sofferenze è salito al 67,8% (era 67,1% a fine 2021). Il Texas Ratio è ulteriormente migliorato portandosi al 30,9% (era 31,7% a fine 2021).

I volumi transati complessivi dei sistemi di pagamento, legati ai servizi di acquiring e di issuing, sono cresciuti del 28,5%, con un incremento complessivo del margine di intermediazione del 24,8% a 56 milioni di euro, anche grazie all'aumento delle transazioni tramite Pos (+25,7%) e di quelle mediante e-commerce (+23%). Le quote di mercato relative ai sistemi di pagamento sono ulteriormente aumentate rispetto all'anno precedente, raggiungendo il 28,9% per l'e-commerce, il 6,9% per i Pos e il 2,1% per le carte di pagamento; sono rimaste importanti anche le quote di mercato in altri settori strategici come il risparmio gestito (0,84%) e il trading on line (10%). Nel primo semestre è aumentato il numero di clienti internazionali della società Axerve nell'ambito dei sistemi di pagamento, soprattutto in Regno Unito, Francia e Usa, a conferma delle prospettive di crescita del gruppo anche all'estero, in un mercato in espansione come quello dei pagamenti digitali.

I ricavi da nuovi business sono saliti del 15,2% a 37,5 milioni di euro, in particolare grazie ai servizi di open payment, alle soluzioni tecnologiche fornite a società terze e al corporate e investment banking.

Confermata la solidità patrimoniale del gruppo. Il Cet1 consolidato è infatti pari a 11,99% e il Total Capital Ratio 14,39% (erano rispettivamente 12,28% e 14,19% a fine 2021, con una leggera flessione principalmente per effetto degli assorbimenti connessi alla rilevante crescita degli impieghi e per l'impatto del principio contabile Ifrs9). I coefficienti patrimoniali non incorporano ancora gli effetti positivi derivanti dall'adozione dei modelli interni avanzati (Airb), per i quali il gruppo ha recentemente ricevuto l'autorizzazione da Banca d'Italia. Tali effetti cominceranno a prodursi dal mese di agosto e saranno visibili a partire dal terzo trimestre dell'anno.

Positivi anche gli indicatori relativi alla liquidità. L'indice Lcr del gruppo è pari a 195,4%, mentre l'indice Nsfr è pari a 132% (per entrambi gli indicatori i limiti minimi previsti sono pari al 100%).

com/cce


(END) Dow Jones Newswires

August 10, 2022 10:33 ET (14:33 GMT)