MILANO (MF-DJ)--Travolti da un tornado». Igd non usa mezzi termini per descrivere l'impatto del covid. In una slide del nuovo piano presentato ieri dall'ad Claudio Albertini, la siiq ha riassunto i numeri salienti della pandemia che ha interrotto la traiettoria di crescita tracciata nel precedente progetto strategico: 131 giorni di chiusura effettivi - a esclusione delle sole attività essenziali -, taglio di 55 milioni sugli investimenti e azzeramento delle cedole nel 2021. Ora, a quasi due anni dalla comparsa del covid, il nuovo progetto industriale è stato salutato a piazza Affari con un rialzo del 3,74 a 3,605 euro. MF-Milano Finanza ha approfondito alcuni aspetti del business plan con il ceo Albertini.

Domanda. Spicca il ritorno alla cedola, dopo l'ultimo anno a secco...

Risposta. Dopo aver registrato nel bilancio 2020 circa 120 milioni di svalutazioni a fair value in portafoglio e chiuso l'esercizio con una perdita attorno a 78 milioni, non avendo più obbligo di distribuzione abbiamo scelto d'azzerare la cedola: la priorità era mettere in sicurezza la struttura finanziaria. Igd ha però alle spalle una storia di 15 anni ininterrotti di dividendi e appena c'è un utile che lo consente - sarà il caso di quest'anno - tornerà a remunerare i soci. Decideremo l'importo a febbraio e intanto abbiamo ridotto la forbice tra 0,25 e 0,3 euro. Il piano prevede poi una crescita graduale delle cedole, fino ad arrivare a 0,5 euro/azione al 2024: il ritorno al livello prepandemico. Non ci saranno cedole scrip.

D. Come vede il costo del debito, in prospettiva?

R. Oggi siamo al 2,2%, ma prevediamo che salga di qualche decina di punti base, a tendere. Inevitabile, con gli spread che si allargano. Nondimeno, puntiamo a rifinanziare nell'arco di piano il 90% dello stock di debito, in particolare sul mercato del reddito fisso. Essere investment grade è fondamentale e su questo fronte abbiamo ottenuto di recente la revisione al rialzo dell'outlook - da negativo a stabile - sia da Fitch sia da S&P.

D. Quanto utile ricorrente pensate di generare?

R. Il piano prevede di generare un utile netto ricorrente tra 220 e 225 milioni. Tolti gli investimenti previsti e le cedole, pensiamo di a comprimere ulteriormente il loan to value, parametro chiave per mantenerci investment grade e finanziarci sul mercato a buone condizioni. Siamo partiti a inizio 2021 al 49,9%, chiuderemo l'anno attorno al 45% e punteremo a scendere ancora, tra 40% e 43% al 2024.

D. Valuterete acquisizioni nei prossimi anni?

R. Il piano è a perimetro costante, ma abbiamo previsto circa 180 milioni di disinvestimenti tra Romania e altri asset non core. Se riusciremo a farli, avremo risorse da reinvestire su varie opzioni: sicuramente in Italia, poiché la diversificazione estera non è più strategica. Potremmo valutare una crescita sul segmento retail, che è nelle nostre corde, ridurre l'indebitamento o - perché no? - ragionare su qualche operazione di diversificazione, magari qualche suggestione come l'high street. Resta comunque sempre valida l'idea di Igd come piattaforma in grado di aggregare nuovi asset o trovare nuovi partner con cui mettere a fattor comune rispettivi portafogli. Sono infatti convinto che in questo momento più che d'acquisizioni si deve ragionare in termini di partnership.

red

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1508:16 dic 2021

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December 15, 2021 02:17 ET (07:17 GMT)