MILANO (MF-DJ)--Guerra e timori di recessioni sono storicamente stati catalizzatori positivi per gli asset obbligazionari, forti della loro tradizionale fama di asset rifugio, ma questo non è stato vero nell'aprile appena conclusosi.

A dispetto del conflitto in Ucraina e dei crescenti timori di un rallentamento economico globale, l'obbligazionario globale ha assistito a vendite in massa, un selloff che ha portato alla peggior performance mensile degli ultimi 30 anni.

L'indice Bloomberg Global-Aggregate Total Return ha perso il 4,9% ad aprile, il calo mensile più consistente dal suo avvio nel 1990.

Aprile è stato solo la punta dell'iceberg. I rendimenti obbligazionari, che aumentano quando i prezzi delle obbligazioni scendono, sono in aumento dall'inizio dell'anno, con pochi segnali di rallentamento.

A penalizzare l'obbligazionario è stata l'inflazione, ostinatamente alta su livelli che non si vedevano dai primi anni '80, e la prospettiva che le banche centrali globali agiranno aggressivamente per domarla, dato che i rendimenti del debito pubblico, riflettono ampiamente le aspettative per l'inflazione e la politica monetaria.

Il rendimento del Treasury Usa a 10 anni, una delle obbligazioni più attivamente negoziate al mondo, si è attestato venerdì a 2,885%, in rialzo dal 2,324% di fine marzo, il suo più grande aumento mensile da dicembre 2009 e ha seguito una rotta già storica nei primi tre mesi dell'anno, quando gli indici obbligazionari hanno registrato i peggiori aumenti dei rendimenti trimestrali dall'inizio degli anni '80.

La Fed sta infatti guidando la carica dell'inasprimento monetario mondiale. La banca centrale a marzo ha alzato i tassi per la prima volta dal 2018, di 25 punti base. Questo mese il costo del denaro Usa dovrebbe salire nuovamente, stavolta di 50 punti base, e il bilancio della Fed dovrebbe iniziare a essere ridotto, dopo essere salito a oltre 9.000 mld usd di asset nel corso della pandemia.

Anche la Bce, tradizionalmente più cauta della Fed, sembra orientata a normalizzare la politica nel volgere di pochi mesi. La maggior parte degli analisti ed economisti prezza la fine del Qe alla fine di giugno, mentre il primo rialzo tassi è visto come possibile già a luglio, nonostante lo spettro del rischio recessione a causa della guerra. Il tasso di finanziamento del Bund è salito ad aprile dallo 0,57% a oltre lo 0,9%.

Il trend non sembra destinato a invertirsi a breve.

I rendimenti dei titoli di Stato decennali tedeschi, statunitensi e britannici "potrebbero raggiungere livelli psicologici chiave questa settimana, spinti dagli aumenti dei tassi delle obbligazioni a breve scadenza", affermano da Ing in una nota. "Non escludiamo del tutto che i rendimenti raggiungano livelli psicologici importanti questa settimana (3%, 2% e 1% rispettivamente per Treasury, Gilt e Bund), ma prevediamo che i titoli a breve scadenza vedano i tassi salire ancora di piú".

Tuttavia, è probabile che la svendita di titoli di Stato globali "perda slancio", in particolare negli Stati Uniti, afferma Florian Spaete, senior strategist obbligazionario di Generali Investments, in una nota di ricerca. "Poichè un'inversione di tendenza sostenibile dei tassi di inflazione non è ancora prevista e poichè ci aspettiamo che le banche centrali globali si impegnino a mantenere la loro credibilitá, prevediamo che la tendenza al rialzo rimanga", continua Spaete. "Tuttavia, poichè i mercati finanziari hanno prezzato la stretta in modo piú che adeguato, si prevede che il sell-off perderá slancio nelle settimane a venire", aggiunge lo strategist.

lus


(END) Dow Jones Newswires

May 02, 2022 07:30 ET (11:30 GMT)