MILANO (MF-DJ)--L'inflazione italiana è salita all'11,9% (dall'8,9% di settembre), superando ampiamente le aspettative e segnando il livello piú alto dalla prima metà degli anni '80. La misura armonizzata ha raggiunto il 12,8% (dal 9,4% di settembre).

La sorpresa al rialzo, spiega Paolo Pizzoli, Senior Economist di Ing, è stata dovuta principalmente alla componente energetica (+73% a ottobre da +44% a settembre), con un aumento sia della componente regolamentata che di quella non regolamentata. La trasmissione alle bollette dell'elettricitá dei passati aumenti del gas è andata ben oltre le aspettative. Oltre all'energia, l'altro motore dell'inflazione sono stati i beni alimentari (+13,1% dall'11,4% di settembre), che hanno confermato la tendenza recente. È interessante notare un aumento del divario tra l'inflazione dei beni (+17,2% dal 12,5% di settembre) e quella dei servizi (+3,7% dal 3,9% di settembre), che sembra indicare che l'effetto riapertura/turismo stia effettivamente esaurendosi.

La prevalenza della componente energetica è confermata dal contenuto aumento dell'inflazione di fondo al 5,3% (dal 5% di settembre), aggiunge Pizzoli. L'inflazione di fondo rimane un motivo di preoccupazione, ma la sua decelerazione è un segnale incoraggiante che dovrá essere valutato nei prossimi mesi. Da un lato, è possibile che in un contesto di domanda in deterioramento limitino le possibilitá traslazione a valle delle pressioni sui costi; dall'altro, sembra esservi ancora un ampio margine per il trasferimento a valle dei pressi. Ciò è confermato dai dati sui prezzi alla produzione di settembre, anch'essi pubblicati oggi, che indicano un aumento dell'inflazione alla produzione anche nella componente non energetica (ma soprattutto in questa).

Nell'indagine sulla fiducia delle imprese di ottobre, le imprese (ad eccezione di quelle manifatturiere) hanno rivelato aspettative non in calo sui prezzi futuri, suggerendo ancora una volta che il passaggio potrebbe non essere finito. Tutto ciò contribuirá a determinare la velocitá della decelerazione del'inflazione quando l'effetto base favorevole sui prezzi dell'energia si dispiegherá pienamente, puntualizza Pizzoli.

In prospettiva, conclude l'economista in Ing, non sembrano esserci ancora le condizioni per affermare che il picco dell'inflazione sia giá stato raggiunto. È probabile che nei prossimi mesi si assisterá a una maggiore volatilitá dei dati dell'inflazione headline. I recenti cali dei prezzi del gas potrebbero giá riflettersi in parte giá nel dato sull'inflazione di novembre, determinandone un rallentamento. Inoltre, dopo un dato così forte, il Governo italiano si sentirá probabilmente costretto ad accelerare il lancio di un nuovo pacchetto di misure compensative dedicate. "Prevediamo un'inflazione media dell'8,1% nel 2022 e aggiorniamo le nostre previsioni per il 2023 al 6,3% sulla base di una maggiore inerzia statistica".

alb

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October 28, 2022 09:26 ET (13:26 GMT)