MILANO (MF-DJ)--Il rendimento del Btp ha archiviato la seduta in rialzo di 11 punti base al 3,95%, a un passo dal 4%, con lo spread in allargamento a 237,703 punti base rispetto ai 234,35 della chiusura di ieri.

L'imminente riunione politica della Banca Centrale Europea potrebbe aggiungere una nuova tappa al selloff dei Bund e all'indebolimento dei titoli periferici, secondo Morgan Stanley. "Riteniamo che la riunione della Bce della prossima settimana si aggiungerá agli altri venti contrari che alimenteranno la prossima ondata di selloff dei Bund verso il nostro obiettivo del 2% e l'indebolimento dei titoli periferici", puntualizzano gli strategist Eric Oynoyan e Lorenzo Testa.

Le aspettative sui tassi di interesse di riferimento attualmente prezzate sono ampiamente adeguate alla luce delle dichiarazioni delle banche centrali, afferma poi Florian Spaete, senior bond strategist di Generali Investments. Generali Investments prevede che il rendimento del Bund tedesco a 10 anni si attesti all'1,75% su un orizzonte di 12 mesi. A fine luglio, Generali Investments aveva previsto che il rendimento del Bund decennale sarebbe salito all'1,35% su un orizzonte di un anno. "Uno dei motivi per cui non alziamo ulteriormente le previsioni è che la scarsa liquiditá estiva ha probabilmente contribuito al recente aumento".

I dati macroeconomici odierni in chiaroscuro non hanno di certo migliorato il sentiment sull'obbligazionario italiano. E' arrivata una nuova doccia fredda per l'economia italiana, dopo la lettura di ieri sull'inflazione. Il Pmi manifatturiero è sceso ad agosto per il secondo mese consecutivo, attestandosi a 48 punti. Si tratta della lettura piú bassa da oltre due anni, sotto le attese. L'Italia è in penultima posizione davanti solamente al Regno Unito (46 punti) e al di sotto del valore dell'area Euro (49,6) e soprattutto di Francia (50,6) e Germania (49,1).

Gabriel Debach, market analyst di eToro, sottolinea che "a fare da punto chiave del dato" sono state "le aspettative di una maggiore debolezza della domanda, fattore che indica una maggiore attenzione verso il tema della recessione in Europa, poichè l'inflazione pesa sul potere d'acquisto dei consumatori e indebolisce la fiducia economica".

Se l'evoluzione dell'economia dell'Italia è vista al ribasso, l'occupazione (provvisoria) segna un mercato in miglioramento, con la disoccupazione in calo al 7,9%, ovvero sul valore piú basso da aprile 2020. Dato che invece continua a mascherare una realtá non così netta, con un calo degli occupati di 22.000 persone da giugno a luglio e una crescita registrata solamente con contratti a termine. Non certo una buona prospettiva per entrare in un'eventuale recessione economica futura. Tra incertezza del lavoro e la continua erosione dell'inflazione il futuro delle famiglie piú in difficoltá non è di certo il piú roseo, puntualizza l'analista.

Lettura invece positiva sul fronte del Pil, nonostante la revisione di ieri al ribasso da parte di Moody's, con un valore in crescita per il sesto mese consecutivo. Di rilievo, nonostante le pressioni inflazionistiche sui consumi, la spesa delle famiglie, cresciuta del 2,6%. Nonostante il deprezzamento dell'euro, il quale nel secondo trimestre è sceso nei confronti del dollaro di oltre il 5%, le esportazioni nette continuano, sia su base congiunturale che tendenziale, a non offrire supporto al Pil italiano. Lettura positiva, migliore delle attese, ma che impone cautela, conclude Debach.

Paolo Pezzoli, senior economist di Ing, ritiene infatti che i buoni risultati del Pil italiano del secondo trimestre "non saranno confermati e che un forte rallentamento inizierá giá nel terzo trimestre, prima di una recessione nel quarto".

Per quanto riguarda il terzo trimestre, "prevediamo ancora che una contrazione del Pil possa essere evitata, sia pur di poco. L'aneddotica indica il proseguimento della forte stagione turistica per tutta l'estate, con dati solidi sul mercato del lavoro (il tasso di disoccupazione è sceso al 7,9% a luglio, quando l'occupazione si è contratta solo marginalmente) che aiutano temporaneamente le famiglie a resistere allo shock inflazionistico. Tuttavia i dati sulla fiducia delle imprese durante l'estate hanno chiaramente indicato un continuo deterioramento, piú marcato nel settore manifatturiero. L'industria sará probabilmente un freno alla crescita nel terzo trimestre, lasciando ai servizi l'onere della crescita. Piú avanti, poichè l'effetto di riapertura svanirá, con un'inflazione destinata a rimanere vicina ai livelli attuali fino alla fine dell'anno, ci aspettiamo che i consumi si trasformino in un freno alla crescita giá nel quarto trimestre, causando una contrazione del Pil", aggiunge l'esperto.

"Dopo la pubblicazione di oggi, la crescita del Pil acquisita del 2022 è del 3,5%. Confermiamo la nostra previsione di crescita media del Pil al 3,3% nel 2022 e prevediamo un forte rallentamento allo 0,2% nel 2023", conclude Pezzoli.

alb

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September 01, 2022 12:00 ET (16:00 GMT)