MILANO (MF-DJ)--I dati sul settore automotive dimostrano quanto il comparto sia strategico per il sistema economico europeo: l'8% del Pil dell'Unione Europea è rappresentato da ricavi generati dal comparto auto; l'11,5% della forza lavoro manifatturiera e ben il 6,6% della forza lavoro complessiva in Europa è coinvolta nel settore. Da una ricerca realizzata dall'Area studi di Intesa Sanpaolo emerge che la vera sfida per la filiera italiana è la revisione del business model e la necessità di fare massa critica anche attraverso operazioni di consolidamento.

L'intero ecosistema dell'auto sta vivendo una trasformazione epocale guidata da diversi fattori, fra cui il cambiamento nelle preferenze dei consumatori, la spinta legislativa verso modelli di sostenibilità di lungo termine, l'evoluzione tecnologica a favore di modelli di trazione green, la crescente digitalizzazione e nuovi sviluppi nell'ambito delle filiere di approvvigionamento internazionali.

Per competere in tale contesto, occorreranno cambiamenti strutturali degli investimenti a favore della transizione Esg, della smart mobility, della crescita di scala per tutte le aziende della filiera, attraverso una profonda revisione del business model tradizionale, oltre a forme di aggregazione per ottenere massa critica.

In occasione dell'evento, la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha inoltre presentato i risultati di un'indagine realizzata ad hoc tra marzo e giugno di quest'anno. Sono state intervistate 126 imprese specializzate nella filiera dell'automotive italiana, soprattutto di dimensioni medie e grandi, con un fatturato complessivo che nel 2021 è stato pari a circa 15 miliardi di euro.

Le imprese coinvolte mostrano una buona diversificazione produttiva e una elevata propensione a innovare: il 69% ha, infatti, un centro di ricerca e sviluppo, con punte del 78% tra le imprese più grandi.

I fornitori di tecnologie e le università potranno divenire i principali partner delle aziende del settore: sono, infatti, stati indicati come potenziali partner rispettivamente dal 61% e dal 54% delle imprese intervistate.

com/cce

MF-DJ NEWS

3011:37 giu 2022


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