MILANO (MF-DJ)--"Al centro della XIV edizione del Forum Economico Eurasiatico vi è il contributo che la Grande Eurasia, che va dall'Atlantico al Pacifico, può dare per favorire la transizione verso un nuovo ordine geopolitico, economico e sociale. Oggi, la diplomazia tradizionale non è più sufficiente, è necessario mobilitare la diplomazia del business a livello internazionale, che è capace di abbattere muri ideologici e sovrastrutturali e barriere geopolitiche, a favore di uno sviluppo economico internazionale umanistico e inclusivo. Dopo due anni di pandemia, le prospettive di crescita sembrano positive, ma prossimamente dovremo affrontare sfide storiche a causa della crisi economica strutturale, aggravata da quella climatica".

Lo ha dichiarato Antonio Fallico, Presidente Banca Intesa Russia e

Presidente Associazione Conoscere Eurasia nel corso del VII seminario Italo Russo di Torino, dal titolo 'L'innovazione come motore dello sviluppo delle relazioni economiche e commerciali tra la Russia, l'Italia e il Piemontè che si terrá presso il Grattacielo Intesa Sanpaolo in Corso Inghilterra, 3.

"La pandemia è figlia del neoliberismo, basato su una fiducia assoluta nel mito del mercato globale deregolamentato e sul profitto privato illimitato. Il principale nemico dello sviluppo economico a servizio dell'umanità è proprio il modello neoliberistico: la pandemia si è abbattuta in un modo afflitto da enormi disuguaglianze sociali, acuendole. Abbiamo bisogno di un sistema di regole e servizi pubblici forti, ripensando completamente il modo in cui produciamo e consumiamo, perché questa pandemia non sarà l'ultima. Dovremo ripensare radicalmente i criteri di sviluppo e benessere, superando la metrica del Pil con l'Indice di Sviluppo Umano (ISU) e l'Indice di Benessere Sostenibile (IBS)", prosegue Fallico.

"Oggi assistiamo a un processo di deglobalizzazione in cui si sono formati alcuni centri di governance regionali e macroregionali che tendono a chiudersi verso la concorrenza esterna per sviluppare al loro interno un mercato unico con regole e standard comuni. Una delle conseguenze è la ricollocazione delle catene produttive e logistiche vicino ai luoghi di consumo. Da questa crisi sistemica possiamo uscire soltanto con un'alleanza multipolare, riconoscendo gli interessi e il ruolo economico e geopolitico di ogni Paese. Per superare l'attuale modello economico e al tempo stesso assicurare al nostro pianeta sicurezza e prosperità, è assolutamente necessario coinvolgere attivamente la Grande Eurasia dall'Atlantico al Pacifico. L'Amministrazione Biden appare debole e contraddittoria: da una parte cerca di rilanciare l'egemonia americano tramite la Nato, dall'altra è protagonista della caotica fuga dall'Afghanistan. Allo stesso tempo gli USA hanno costituito due nuove alleanze militari contro la Cina e la Russia: la Quad con Australia, India e Giappone e l'Auk con Australia e Gran Bretagna. Sarebbe auspicabile che gli Stati Uniti agissero con realismo, ricercando un consensus con Cina, India, Russia, Europa e la Grande Eurasia sui problemi più importanti, come crisi economica e climatica, rinunciando a provocazioni militari. L'alleanza strategica e militare fra la Cina e la Russia, infatti, costituisce una potenza economica e nucleare per lo meno pari a quella americana", aggiunge Fallicco.

L'Unione Europea ha buone prospettive di sviluppo economico, ma vive un periodo di difficoltà dovuto all'aumento del prezzo delle materie prime e dell'energia, alle spinte centrifughe di alcuni Paesi membri (Polonia) e di un sistema decisionale bizantino che talvolta sembra ignorare gli interessi economici verso Cina, Federazione Russa ed Unione Economica Eurasiatica, con cui le aziende europee vogliono sviluppare rapporti autonomi rispetto agli Usa: pensiamo al Comprehensive Agreement on Investment siglato con Pechino a dicembre 2020, anno in cui la Cina è diventato il primo partner commerciale dell'Ue (586 miliardi di euro rispetto ai 555 con gli Usa). Ora è importante che Bruxelles valuti le decisioni che avranno una ricaduta strategica nei prossimi anni, con ricadute geopolitiche ed economiche, come il Nord Stream 2".

E ancora: "Nell'Unione Economica Eurasiatica si rafforzano le tendenze integrazionistiche. Sebbene l'instabilità politica in Armenia, Bielorussia e Kirghisia crei inquietudini, si ha la speranza che questi Paesi sapranno superare le attuali difficoltà uscendone rafforzati, con delle istituzioni più efficienti e con la consapevolezza della necessità di un'integrazione regionale più organica. La Russia, motore dell'Unione Economica Eurasiatica, rappresenta un legame naturale tra l'Unione Europea e l'Asia Orientale, punto di riferimento per uno sviluppo inclusivo dell'economia tra l'Atlantico e il Pacifico. Il valore strategico della Federazione Russa è accentuato dalla sua funzione propulsiva nella Shanghai Cooperation Organization (SCO): un'alleanza politica, economica e per la sicurezza eurasiatica a cui aderiscono anche Cina, India e Pakistan. Particolare importanza rivestono poi i corridoi di trasporto, che assicurano logistica e fornitura di merci, come testimoniato dal recente blocco del Canale di Suez: i transiti navali, via i mari Artici lungo le coste russe, sono considerevolmente aumentati, passando da 697 nel 2019 a 1281 nel 2020. Si stima che l'itinerario da Shangai a Rotterdam tramite il Grande Nord faccia risparmiare circa il 20% dei costi e una settimana di viaggio rispetto all'utilizzo del Canale di Suez. Da parte sua l'Italia, legata alla Russia da storiche relazioni di amicizia e di cooperazione scientifica, industriale ed economica, può divenire un partner privilegiato della Russia e della Grande Eurasia nel rapporto con Usa e Nordamerica".

cce

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November 25, 2021 12:01 ET (17:01 GMT)