MILANO (MF-DJ)--Il Mezzogiorno ha una propria anima industriale alla cui base c'è una presenza industriale non trascurabile che contribuisce alla competitività del Paese, dove le eccellenze sono spesso nascoste nelle medie numeriche.
E' quanto emerge dal nono volume della collana un "Sud che innova e produce",condotto da Srm (Centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) presentato - in collaborazione con il Cesdim, intitolato "Il tessuto manifatturiero del Mezzogiorno. Potenzialità economiche, dinamiche produttive e strategie di filiera".
Nel dettaglio, sono 91.969 le imprese manifatturiere meridionali, un quarto delle 367.358 imprese italiane. Il Mezzogiorno è settimo nel ranking europeo per numerosità di imprese manifatturiere, tra Spagna (168.689) e Slovacchia (77.085).
Si tratta di un tessuto imprenditoriale composto non solo da Pmi. Con l'Osservatorio Cesdim si sono evidenziate ed analizzate circa 250 grandi imprese (con oltre 50 mln euro di fatturato/valore della produzione). Nel Sud, sono ad esempio collocate le tre maggiori fabbriche italiane per numero di occupati.
Nell'Italia meridionale sono inoltre presenti produzioni di grande rilievo nazionale. Oltre il 50% dei laminati piani grazie al Siderurgico di Taranto, il 68,6% della capacità di raffinazione petrolifera italiana, oltre la metà delle auto e della totalità di veicoli commerciali leggeri, gran parte dell'energia generata da fonte eolica nei grandi parchi di Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna; pale eoliche per aerogeneratori di grande potenza; macinazione di grani duri e teneri in vari molini; paste alimentari con gli impianti di player; conserve di pomodori e legumi; divani e poltrone imbottiti in pelle.
Inoltre la filiera industriale meridionale risulta, inoltre, fortemente interconnessa con il resto del Paese. L'export interregionale supera quello estero: per ogni euro che va all'estero se ne aggiunge 1,3 destinato al resto del Paese. Ne deriva un importante effetto moltiplicativo: investire 100 euro nel settore manifatturiero meridionale genera un notevole impatto economico sul Paese pari a 493 euro (di cui 315 euro fuori della regione di investimento) a fronte del dato medio nazionale di 375 euro.
Massimo Deandreis, direttore generale Srm, ritiene che "con circa 92 mila imprese industriali, oltre 4.600 imprese della logistica portuale ed un tessuto produttivo fortemente interconnesso con il resto del Paese, il Mezzogiorno rappresenta - se fosse uno Stato - la settima realtà industriale in Europa. La nuova ricerca di SRM delinea quindi un Sud con un'anima produttiva importante, ma in cui le eccellenze sono spesso nascoste nelle medie numeriche. Le imprese oggi devono, però, confrontarsi con un contesto in rapido cambiamento, dove la sostenibilità dei prodotti e dei processi, l'impatto della transizione energetica e i nuovi equilibri geoeconomici avranno, più che in passato, un effetto diretto sulla capacità di fare impresa. Il Mezzogiorno, con i suoi punti di forza, può diventare un'area ad elevata competitività, ma occorre puntare con convinzione su quella parte di Sud che innova e produce e che in questo studio mettiamo in luce".
Secondo Alberto Pedroli, Direttore Regionale Basilicata, Puglia e Molise di Intesa Sanpaolo, "la ricerca di SRM certifica l'importanza e la forza del tessuto manifatturiero del Mezzogiorno e della Puglia in particolare. Intesa Sanpaolo è fortemente impegnata a fornire sostegno finanziario e supporto operativo alle imprese che rappresentano l'eccellenza dei nostri territori e che costituiscono l'asse portante per la ripartenza dl Mezzogiorno".
Infine Federico Pirro, coordinatore scientifico del Cesdim, sottolinea che "i settori trainanti dell'industria localizzata nel Mezzogiorno come siderurgia, automotive, aerospazio, petrolchimica (con estrazioni petrolifere e raffinazione), chimica di base, energia, Ict, farmaceutica, agroalimentare, tac, legno-mobilio, cartotecnica, costituiscono comparti strategici dell'intera industria nazionale. La maggiore quantità di autoveicoli in Italia si produce nel Mezzogiorno fra S.Nicola di Melfi, Pomigliano d'Arco e Atessa, il 68% della raffinazione petrolifera del Paese si realizza nelle 5 raffinerie del Sud, la maggiore quantità di laminati piani si realizza a Taranto, la quantità più elevata di energia da fonte eolica e fotovoltaica in Italia si genera in Puglia. Nelle regioni del Sud sono cresciuti inoltre player in vari comparti come automotive e agroalimentare di livello internazionale".
com/lab
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July 22, 2022 08:34 ET (12:34 GMT)