In scia ai conti e alla nuova guidance, il titolo Intesa si rafforza a Piazza Affari registrando, intorno alle 14,15 un rialzo dell'1,8% a 2,57 euro circa.

Per l'intero anno l'istituto stima un utile netto a oltre 7,5 miliardi di euro, dopo un "significativo aumento del risultato della gestione operativa", trainata da interessi netti attesi a "ben oltre" 14 miliardi, e "in ulteriore crescita" nel 2024 e 2025.

Le previsioni sull'utile netto per i prossimi due anni sono di un risultato superiore a quello stimato per il 2023.

Già con i conti della semestrale Intesa aveva migliorato la guidance sull'utile netto 2023 a "ben oltre 7 miliardi", con una dinamica degli interessi di oltre i 13 miliardi.

Nel terzo trimestre l'utile netto si è attestato a 1,9 miliardi, sopra il consensus elaborato da Lseg di 1,77 miliardi, e si confronta con i 2,27 miliardi circa nel secondo trimestre 2023 e con i 957 milioni nel terzo trimestre 2022.

I proventi operativi netti sono pari a 6,367 miliardi, in crescita dello 0,4% sul trimestre precedente e del 26,9% su anno.

Gli interessi netti salgono del 6,4% sul trimestre precedente e del 59,7% sul terzo trimestre dell'anno scorso a quota 3,8 miliardi.

Dal punto di vista patrimoniale la banca è solida con un Cet1 a fine settembre al 13,6% a regime (da 13,7% del precedente trimestre) deducendo i dividendi maturati nei nove mesi e senza considerare il beneficio di 120 centesimi di punto derivante dall'assorbimento delle Dta.

La banca conferma quindi l'obiettivo di un Cet1 superiore al 12% nell'orizzonte del piano d'impresa 2022-25, calcolato secondo le regole di Basilea 3 e 4.

Confermando uno dei più alti livelli in Europa con un payout ratio cash del 70%, il Cda ha deliberato un acconto dividendi cash sui risultati del 2023 di circa 2,6 miliardi, in distribuzione a novembre. L'ulteriore distribuzione per l'anno verrà quantificata con l'approvazione dei risultati annuali, a inizio febbraio, specifica la banca.

L'esposizione verso la Russia è in ulteriore diminuzione: rispetto a fine giugno 2022 è calata di circa l'80% e rappresenta lo 0,2% dei crediti alla clientela complessivi del gruppo. I crediti cross-border verso la Russia sono in larga parte in bonis e classificati a Stage 2.

Intesa, recentemente al centro di polemiche attorno al trasferimento di numerosi correntisti alla banca digitale del gruppo Isybank, stima un apporto aggiuntivo derivante dai propri investimenti in tecnologia di circa 500 milioni al risultato corrente lordo 2025, non previsto dal piano d'impresa 2022-2025.

"L'elevata diversificazione dei ricavi può sostenere il conto economico anche se i tassi inizieranno a scendere, e la generazione di capitale organico sostiene le distribuzioni agli azionisti", commenta Jefferies in una nota nella quale sottolinea che risultati e guidance per la banca sono sopra le attese.

(Andrea Mandalà, editing Claudia Cristoferi)