MILANO (MF-DJ)--"Occorre lavorare per un sistema bancario che non ripeta gli errori del passato. Siamo al lavoro sul dossier di B.Mps, un'altra delle grandi questioni che abbiamo ereditato, una situazione molto difficile gestita fin qui in modo abbastanza pessimo, con decine di miliardi spesi a carico dei contribuenti".

Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di fine anno in cui ha affrontato anche un altro tema caldo per il sistema bancario. La premier ha infatti aggiunto che per Rocca Salimbeni "è stato fatto un aumento di capitale, c'è una ristrutturazione che ci sembra abbastanza solida, lavoriamo per assicurare un'uscita ordinata dello Stato e per creare le condizioni per cui in Italia ci siano più poli bancari", ha aggiunto.

L'Esecutivo è dunque favorevole alla creazione di un terzo polo bancario (almeno), alternativo alle due big Intesa Sanpaolo e Unicredit. In gioco ci sono Banco Bpm e Bper Banca che non solo può contare sul gruppo Unipol come azionista di rilievo ma ha anche acquisito di recente un consistente pacchetto di filiali bancarie della ex Ubi, ha acquisito B.Carige e rinnovato di recente l'accordo bancassicurativo con B.P.Sondrio, di cui Unipol è azionista.

Tornando a Siena ieri secondo alcune indiscrezioni di stampa, il Mef - principale azionista di Mps con il 64% del capitale - avrebbe avviato dialoghi preliminari con le principali banche italiane per un`eventuale privatizzazione. La risposta delle banche al momento non sarebbe stata positiva (considerando il piano di rilancio in cui è coinvolta Mps, oltre che alle sue dimensioni significative che potrebbero rendere maggiormente complicata un`integrazione). Il Messaggero ipotizza allora una soluzione alternativa, ovvero la cessione di circa 500-800 filiali (40%-60% del totale) - fuori dal territorio storico della banca. Un'ipotesi circolata già sulla stampa prima dell'aumento di capitale e poi finita nel cassetto. Sebbene il perimetro non sia stato maggiormente dettagliato, la cessione di 500-800 filiali corrisponderebbe a uno spin-off di una parte rilevante e potrebbe attrarre eventuali acquirenti che non dovrebbero farsi carico delle strutture centrali della banca.

Allo stesso tempo, sarebbe tuttavia da valutare l`eventuale capacità della parte residua di operare standalone, o di essere efficacemente integrata all`interno di un altro soggetto. "Il beneficio a margine di interesse da rialzo dei tassi di interesse - minimamente fattorizzato nel piano - dà a nostro avviso maggiore visibilità sul raggiungimento dei target di piano fissati con Bce ed agevolerà il percorso di rilancio di B.Mps", commentano gli analisti di Equita. GBPNon escludiamo che un eventuale appeal di M&A sulla banca possa incrementare qualora la visibilità sulla profittabilità della banca possa emergere più chiaramente (presumibilmente e fine 2023-inizio 2024)".

L'uscita ordinata dello Stato dal Monte (di cui è primo azionista al 64%) è scritta negli accordi presi con la Commissione Ue. Ad agosto la Commissione europea ha valutato la richiesta dell'Italia in merito a B.Mps alla luce delle norme dell'Ue in materia di aiuti di

Stato, in particolare della comunicazione sul settore bancario del 2013,

ed è giunta alle conclusioni che la proroga del termine per completare la

ristrutturazione della banca e realizzare la vendita della partecipazione

dello Stato italiano in Mps è accettato, e gli impegni rivisti bilanciano

adeguatamente tale proroga. Il processo è dunque scritto, ma non sono ancora chiari i tempi.

Fonti hanno spiegato a MF-Dowjones che le priorità per la banca in questo momento sono l'implementazione del Piano strategico, l'efficientamento e il rilancio commerciale. B.Mps ha di recente concluso il quinto aumento di capitale (da 2,5 miliardi di euro) degli ultimi 10 anni. Il tutto mentre il governo, primo azionista del Monte, che si è insediato soltanto a fine ottobre è alle prese con la manovra di bilancio e con le nomine delle principali controllate pubbliche che in questa fase sono prioritarie. Nessun nuovo contatto, inoltre, è stato avviato dal Mef con Banco Bpm e Unicredit anche se non si possono escludere chiacchiere informali con altri attori sul tema. Non solo. Al di là dell'agenda - che vede in cima altre priorità - in un contesto di mercato come quello attuale fonti vicine al dossier sono pronte a escludere attività di M&A imminenti. Nell'immediato la banca deve stare stand alone per mostrare al mercato i numeri e la qualità degli asset. "E' presto per parlare di M&A", spiegano altre fonti.

claudia.cervini@mfdowjones.it

cce

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2915:04 dic 2022


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December 29, 2022 09:06 ET (14:06 GMT)