TORINO (MF-DJ)--Compagnia di San Paolo, azionista di Intesa Sanpaolo al 6,171%, è soddisfatta dell'investimento nella banca conferitaria di cui è il primo socio. Le turbolenze di mercato pesano sui portafogli azionari, ma la diversificazione del patrimonio dell'ente permette una performance superiore al mercato. Parola del presidente della fondazione, Francesco Profumo, che in questa intervista esclusiva a MF-DowJones spiega come la prioritá per la banca conferitaria in questo momento sia la digitalizzazione, si dice contento dell'operato del ceo e del management, riconosce la necessitá della creazione di un terzo polo bancario in Italia che sia ben capitalizzato e affronta i principali temi di attualitá: dall'aumento di B.Mps al progetto di riforma del protocollo Acri-Mef fino alle misure finanziarie contro il caro-energia.

Domanda. In questo contesto macroeconomico e geopolitico così

complicato in cui le famiglie e le imprese sono strette tra un aumento

continuo dell'inflazione, il caro-energia e una certa volatilitá dei

mercati, le Fondazioni e in particolare la Compagnia di San Paolo che

contributo possono offrire?

Risposta. La Fondazione ha un piano che da una parte dá una risposta alle emergenze: abbiamo fatto un bando di supporto alle realtá che hanno avuto difficoltá nel pagare le bollette. E dall'altra - essendo un investitore istituzionale di lungo termine - un progetto che costruisce il futuro. Da questo punto di vista la Compagnia sta lavorando a un bando per le comunitá energetiche, siamo pronti: manca la fase finale della parte applicativa del ministero dell'ambiente e siamo in attesa dei decreti ministeriali.

D. Di quale contributo si tratta?

R. Il contributo che daremo sará sulla progettazione delle nuove

realtá. In questa fase storica in cui ci sono molte risorse, come per

esempio quelle messe a disposizione dal Pnrr, quello che manca sono i

progetti preliminari per poter partecipare ai bandi nazionali o regionali. La fondazione si è trasformata, è sempre piú ibrida: ha un'anima erogativa e una di accompagnamento ed è piú un finanziatore di processi piú che di progetti.

D. Le turbolenze che stanno interessando i mercati stanno avendo impatti anche sulle vostre partecipazioni finanziarie?

R. Noi abbiamo un patrimonio molto diversificato e strutturato. Siamo

attrezzati rispetto al fatto che ci possano essere situazioni di

turbolenza come questa. Quindi certamente soffriamo come tutti. Però

abbiamo una quota del nostro patrimonio, mi riferisco alla parte

istituzionale che vale circa il 40% e consiste negli investimenti in

Intesa Sanpaolo, Banca d'Italia, Cassa Depositi e Prestitià E poi abbiamo

una parte di patrimonio che è gestita attraverso una diversificazione

molto strutturata. La combinazione delle due cose ci consente - anche in

situazioni così complicate - di andare meglio del mercato.

D. Pensate di aumentare la quota in Intesa Sanpaolo come ha fatto di

recente la Fondazione Cariplo?

R. Noi non possiamo farlo perchè a differenza di Cariplo abbiamo una

quota che è pari al 30% del nostro patrimonio che è investito. In virtú

del protocollo Acri-Mef non abbiamo quindi gli spazi per farlo.

D. Ieri Carlo Messina ha detto che vorrebbe rimanere amministratore

delegato di Intesa Sanpaolo per altri sei anni, cioè non solo per questo

mandato ma anche per il successivo. La fondazione che cosa ne pensa?

R. In questi anni abbiamo avuto moltissime soddisfazioni dal punto di

vista dell'azionista. Noi abbiamo condiviso tutto il percorso che ha fatto la banca: cioè quello di diventare molto piú rotonda, piú vicina ai

cittadini, piú vicina alle aziende. Per cui abbiamo un gradissimo

apprezzamento nei confronti del ceo e del management e siamo un azionista

che ha ben chiaro il percorso. Siamo contenti, siamo shareholder e

stakeholder, abbiamo questo doppio ruolo e quindi anche per la banca avere degli azionisti stabili come noi e come le fondazioni in generale è un bene.

D. Di recente le fondazioni azioniste hanno chiesto alla banca una

maggior internazionalizzazione. Lo scorso febbraio Messina ha presentato

un Piano strategico al 2025 in cui l'internazionalizzazione passa

soprattutto dalla nuova banca digitale Isybank. E' sufficiente? Vi

aspettate qualcosa di diverso?

R. Noi abbiamo parlato a lungo con l'ad e riteniamo che la prioritá sia

il tema della digitalizzazione che per le banche tradizionali è un

cantiere un pò faticoso: hanno sistemi informativi molto articolati e

d'altra parte vediamo quanto ci sia accelerazione nel settore finanziario, e non solo, da questo punto di vista. La stessa presidente Ursula Von Der Leyen nel suo discorso di insediamento a novembre 2019 aveva lanciato questo messaggio delle tre transizioni necessarie: digitale, ecologica e sociale.

D. E Intesa come si posiziona?

R. La banca sta avviandosi velocemente sulla transizione digitale, ha

una grande attenzione all'economia circolare, è una delle banche che nel

corso degli anni ha piú investito da questo punto di vista e ha una

grande responsabilitá di tipo sociale. Riteniamo che sia un player

moderno. L'internazionalizzazione fisica dipende invece dal management e

dalle condizioni di mercato, la banca può avere le sue idee ma poi si

scontra con il contesto.

D. Si riferisce anche alla normativa che in questo momento non agevola

le fusioni transfrontaliere?

R. Anche la situazione normativa è complicata ma posso dire che siamo

contenti che per Intesa Sanpaolo ci sia questa accelerazione sul trittico: ecologica, sociale e digitale. La banca è molto attenta a questi aspetti.

D. Lei pensa che serva un terzo polo bancario in Italia?

R. Penso di sì, sono per la concorrenza, che fa bene. Però ci vuole un

terzo polo che abbia anche una certa consistenza. Oggi le banche hanno

delle regole per cui se non sono ben capitalizzate diventa tutto piú

complicato. Questi percorsi sono sempre piú difficili, nel nostro Paese

piú che mai, ma io mi auguro che ci si arrivi.

D. B.Mps avrebbe chiesto ad alcune fondazioni un contributo all'aumento

di capitale da 2,5 mld in partenza a metá ottobre. Pensa che l'operazione

si fará? Che ci sará un supporto anche da parte degli enti?

R. Se devo parlare come Compagnia di San Paolo dico che non abbiamo

spazio. Come dicevo abbiamo un investimento importante in Intesa Sanpaolo

e non abbiamo spazi ulteriori a fronte del protocollo Acri-Mef. Nel caso

delle altre fondazioni non sono direttamente coinvolto ma certamente

faranno le loro valutazioni e se ci saranno le condizioni aderiranno. Sono investitori stabili, hanno una certa attenzione alla diversificazione e può darsi che qualche fondazione possa avere questo interesse diretto.

D. C'è sul tavolo un progetto di modifica del protocollo Acri-Mef che

includa l'allungamento della scadenza del mandato dei presidenti delle

Fondazioni?

R. Con la nuova situazione politica non so dirle tutto questo come

andrá ma nella discussione che abbiamo fatto sia col ministero sia a

livello politico non è stato preso in considerazione l'allungamento del

mandato dei presidenti.

cce

MF-DJ NEWS

2919:28 set 2022


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September 29, 2022 13:29 ET (17:29 GMT)