ROMA (MF-DJ)--Per la prima volta nella storia ci sono cinque squadre italiane nelle semifinali delle coppe europee: Milan e Inter in Champions, Juventus e Roma in Europa League, la Fiorentina in Conference League. Però il calcio italiano ha ancora molta strada da fare rispetto agli altri Paesi europei e la chiave di svolta è rappresentata dagli stadi.

MF-Milano Finanza scrive che gli impianti sportivi recentemente si sono trasformati da luoghi a specifico appannaggio degli spettatori in spazi pubblici, spesso urbani, aperti a tutta la cittadinanza e visitati da una fascia sempre più allargata di pubblico. Questo salto cambio di passo stenta a concretizzarsi appieno in Italia, a causa di problemi burocratici e strutturali dell'attuale manufatto «stadio italiano», spiega Marco Casamonti, l'architetto che ha realizzato il restyling della Dacia Arena, il nuovo stadio di Tirana e sta ultimando il Viola park della Fiorentina, nel libro «Lo stadio del futuro» nato su progetto dell'ad della Lega di serie A, Luigi De Siervo, e realizzato con Massimiliano Giberti. Innanzitutto gli stadi italiani sono vetusti, di 68 anni mediamente quasi il doppio dei 38 anni della Germania e dei 35 dell'Inghilterra. D'altronde il primo impianto costruito è lo stadio di La Spezia del 1919 e il più recente è quello della Juve del 2011.

Per di più, ci sono delle gravi carenze nella manutenzione degli stadi, un aspetto che sembra paradossale dato che il 76% degli impianti è sotto la mano pubblica mentre sono di proprietà dei club (o con una lunga concessione d'uso) solo il 24%. Percentuale che in Germania e in Inghilterra supera l'80% e in Spagna il 50%. Solo infatti Juventus, Sassuolo, Udinese e Atalanta sono proprietarie delle proprie case sportive, anche se Milan e Inter stanno lavorando per avere un proprio stadio a Milano, progetto già sottoposto a dibattito pubblico. E oggi le commissioni competenti del Campidoglio danno il loro parere sulla delibera per lo stadio della Roma.

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April 26, 2023 03:08 ET (07:08 GMT)