ROMA (MF-DJ)--"Una situazione così non l'avevo mai vista in 15 anni, anzi, se mi deve venire in mente un paragone... solo con Calciopoli". Da questa intercettazione ambientale captata dai finanzieri in un ristorante del centro di Torino, e riportata dal Messaggero, si capisce la portata dell'inchiesta che ha travolto la Juventus. La confidenza venne fatta il 21 luglio 2021 durante una cena tra l'ex dirigente Stefano Bertola (ora indagato) e il direttore sportivo Federico Cherubini (non indagato), pochi giorni dopo l'apertura di una verifica ispettiva della Consob sulle plusvalenze del club bianconero.

E adesso la Juve si ritrova impegnata su diversi fronti: da una parte si prepara alla battaglia giudiziaria per l'indagine Prisma che l'ha travolta, dall'altra consolida la posizione di Allegri al centro dell'area sportiva, con più responsabilità a livello gestionale, confermando anche il ds Cherubini. A giugno si faranno nuove valutazioni definitive e non è da escludere il rientro di Del Piero, Chiellini o Buffon. Il fronte più delicato rimane quello della dirigenza, azzerato dalle dimissioni in blocco del Cda dopo l'esplosione dello scandalo. La priorità di John Elkann è ricompattare un ambiente in subbuglio, le sue parole all'investor Day Exor dettano la nuova linea.

Nel frattempo, sulla base delle prime valutazioni degli atti da parte della procura federale, potrebbe delinearsi lo scenario di una pesante penalizzazione in classifica, da scontare nell'attuale stagione. Niente Champions League l'anno prossimo, e probabili addii di illustri in rosa, allenatore compreso.

Secondo l'ipotesi accusatoria della Procura di Torino, la pistola fumante che dimostra il dolo con il quale i bilanci della Juventus sono stati alterati grazie a plusvalenze fittizie per circa 115 milioni di euro in tre anni, alleggeriti da manovre stipendi poi regolate da scritture e accordi privati, sta in un'intercettazione fatta in un ristorante di Torino. "Anche se metto 4 o 10 milioni non cambia nulla, non ci succede nulla". Secondo i pm, la dirigenza del club bianconero avrebbe diffuso "notizie false circa la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della società, idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo delle azioni ordinarie quotate sul mercato". Tutto questo per "nascondere l'erosione del capitale sociale" e proseguire "indebitamente la negoziazione del titolo" in Borsa. "Tanto la Consob la supercazzoliamo", diceva il 15 ottobre del 2021 il direttore finanziario Stefano Cerrato (uno degli indagati) a un collega parlando dello scambio con il Marsiglia dei calciatori Tongya-Aké valso una plusvalenza di 8 milioni.

Il 22 luglio del 2021 sono seduti allo stesso tavolo, a cena, il direttore sportivo della Juve Federico Cherubini (non indagato) e l'ex Chief financial officer Stefano Bertola (indagato). Il primo spiega al secondo l'avvertimento che aveva dato a Fabio Paratici, ex responsabile dell'area sportiva, anche lui finito tra gli indagati. "Io, a Fabio, gliel'ho detto: questa roba è una cosa lecita. Ma lui l'ha spinta troppo. E quando glielo diceva, mi rispondeva: tanto se metto 4 o 10 milioni non cambia nulla, non ci succede nulla". E invece per la Procura torinese cambia tutto. In questo magheggio di cifre, infatti, si nasconde la condotta dolosa contestata. I pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello, coordinati dall'aggiunto Marco Gianoglio, dopo aver notificato lo scorso 24 ottobre a 15 indagati l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, ora sono pronti a chiedere il rinvio a giudizio per il presidente dimissionario Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved e gli altri dirigenti ed ex dirigenti della società. Mentre sembra che la posizione dei componenti del collegio sindacale verrà stralciata.

Intanto l'inchiesta rischia di allargarsi ad altri club come l'Atalanta e il Genoa che hanno fatto affari con la Juventus. La procura di Torino potrebbe inviare delle carte a quelle di Bergamo e Genova. Nel mirino dei pm anche le cosiddette manovre stipendi e la rinuncia in accordo con la società di una sola mensilità e non quattro, come comunicato da Juventus nel marzo 2020. Con le restanti tre mensilità differite ad esercizi successivi, anche dopo l'eventuale cessione del calciatore. Un'omissione alla voce personale tesserato da 62 milioni di euro, con accordi regolati da una scrittura privata tra Agnelli e il capitano Giorgio Chiellini. La carta segreta di Cristiano Ronaldo non doveva saltare fuori "perché se succede ci saltano alla gola, tutto sul bilancio i revisori e tutto. E poi ci tocca fare una transazione finta", spiegava a Cherubini l'avvocato Cesare Gabasio a capo del pool legale della Juventus.

"Le contestazioni della Procura della Repubblica non paiono fondate e non paiono, peraltro, né quanto a presupposti, né quanto a conclusioni, allineate con i rilievi contenuti nella delibera Consob del 19 ottobre 2022", ha scritto in una nota la Juventus, "sulla base di un solido set di pareri di primari professionisti legali e contabili".

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0110:04 dic 2022


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December 01, 2022 04:04 ET (09:04 GMT)