MILANO (MF-DJ)--MILANO (MF-DJ)--Con l'inizio del campionato il tema stadi è tornato a farsi sentire: la stagione 2021-2022 è cominciata con i club che hanno ottenuto il via libera dal Governo per poter aprire gli stadi al 50% della capienza totale, posizionando gli spettatori a scacchiera, in modo da rispettare il distanziamento e sfruttare tutti i posti a disposizione e solo a coloro che sono in possesso del green pass, quindi chi ha già effettuato la prima dose di vaccinazione, chi ha completato il ciclo vaccinale e chi ha effettuato un tampone molecolare, o rapido, con esito negativo.
Una boccata di ossigeno per le societá italiane: il peso degli impianti
chiusi nella scorsa stagione è valso una perdita complessiva pari a 300
mln di euro e, ad oggi, quasi nessuna squadra può permettersi di
affrontare il campionato senza gli incassi da botteghino.
Nel decreto emanato dal Governo, la capienza consentita per la prossima
stagione è fissata al 50% ed è stata abolita la regola del
distanziamento tra un seggiolino e l'altro di 1 metro, che rappresentava
un grande problema per quasi tutte le squadre. La maggior parte degli
stadi italiani, infatti, non poteva garantire tale distanza, arrivando
così ad avere una la disponibilitá di posti totali per gli spettatori
totalmente dimezzata, pari al 25-30%. Per questa ragione Figc e Lega
avevano chiesto al Governo di estendere la capienza massima al 75%, così
da poter garantire il rispetto delle nuove norme anti Covid-19.
Ora la soluzione adottata dal Governo Draghi sembra accontentare tutti,
ma la necessitá di garantire il distanziamento tra gli spettatori negli
stadi offre, però, uno spunto interessante su cui riflettere, ovvero che
la maggior parte degli stadi italiani sono troppo vecchi e non adatti al
godimento dell'evento sportivo, soprattutto nella situazione attuale.
Lo sa bene Giovanni Alessi, avvocato e partner di Sapg Legal, studio
legale presente in Europa e Stati Uniti, con uffici a New York e Miami,
che negli ultimi anni sta vivendo, in prima persona, l'avvicinamento dei
ricchi imprenditori americani al calcio italiano, i quali si affidano al
suo studio per servizi di consulenza e nelle operazioni di M&A
dall'America al nostro Paese, ed è a conoscenza in merito a quali
caratteristiche uno stadio deve possedere per poter essere definito
'appetibile', ovvero capace di unire modernitá e sostenibilitá, in
ottica di un investimento a lungo termine.
'Gli stadi italiani sono generalmente tra i piu' vecchi d'Europa -
afferma Alessi. Stando alle recenti analisi, la costruzione di nuovi
impianti o gli interventi di rinnovo eseguiti, sono stati inferiori al 50% rispetto alla media delle altre leghe europee; ciò significa che gli
stadi in Italia sono obsoleti e non funzionali alla fruizione dell'evento
sportivo e che quindi necessitano di urgenti investimenti per rinnovarli o costruirne di nuovi.
'Nello specifico - prosegue Alessi - secondo importanti studi di
settore, la realizzazione dei progetti ideati o gia' presentati dalle
societá di Serie A potrebbe generare investimenti diretti per oltre 2,5
miliardi di euro (fino a 4,5 miliardi) nei prossimi dieci anni. Oltre a
ciò si aggiunga un conseguente indotto generato da attivitá
complementari o funzionali all'impianto sportivo (attivitá commerciali,
business e settori parte dell'ecosistema calcio) stimato in 25,5 miliardi
di euro e con un incremento dell'occupazione fino a 25 mila nuove
posizioni impegnate sia in attivitá da svolgersi all'interno dello
stadio, sia nel business attivo all'esterno, sia nelle attivitá volte
alla costruzione o ristrutturazione degli impianti sportivì.
Non è un caso che gli imprenditori americani stiano puntando sul nostro
campionato: il nostro calcio, benchè malandato, attira piú investitori
di qualunque altro Paese europeo, eccetto la Gran Bretagna. Da una parte,
investitori e finanzieri italo-americani trovano nel pallone il canale
ideale per tornare nel Paese d'origine, dando visibilitá al loro orgoglio
di emigranti che ce l'hanno fatta, dall'altra, questa 'riscoperta' della
Serie A è una diretta conseguenza della gestione poco manageriale delle
squadre italiane, che fa intravedere ampi spazi per un miglioramento dei
parametri economici e la possibilitá di acquistare a prezzi relativamente
bassi societá con un brand molto noto, ma soprattutto, l'opportunitá di
sviluppare il business degli stadi di proprietá.
Quindi, ciò che rende appetibile un club italiano è senza dubbio la
possibilitá di realizzare uno stadio di proprietá, visto come il fattore
fondamentale per poter investire in un club. 'Lo stadio - sottolinea
Alessi - rappresenta un elemento imprescindibile per gli imprenditori
statunitensi, che di fatto scelgono le squadre da acquistare in base alla
possibilita' o meno di realizzare uno stadio di proprietà.
'In termini economici detenere uno stadio di proprieta' significa essere in grado di offrire ogni tipo di comfort e consente di attrarre più utenti in un ambiente dotato di maggiore sicurezza. Inoltre con la
predisposizione di un adeguato progetto di lungo termine, è possibile
sfruttare tutti i side business collegati alla proprietá di una squadra,
come riqualificazione delle zone circostanti, accordi per i diritti
televisivi; merchandising; rafforzamento della connessione tra il turismo
cittadino e la squadra, tramite accordi con Comune/Regione e sfruttamento
di fondi europei e nazionalì, spiega Giovanni.
È evidente che l'Italia è ancora molto indietro sul tema degli stadi di
proprietá: ad oggi in Serie A sono solo 4 i club che detengono stadi di
proprietá, l'Atalanta con il Gewiss Stadium, la Juventus con l'Allianz
Stadium, l'Udinese Calcio con la Dacia Arena e il Sassuolo con il Mapei
Stadium, ma sono tanti i club che hanno si sono e che si stanno
mobilitando per realizzare investimenti negli stadi nel breve termine: dal Bologna, che inizierá i lavori per il nuovo dall'Ara a fine 2022, al
Cagliari, con il nuovo impianto sportivo che si chiamerá Unipol domus,
passando per lo Spezia, il cui progetto di ristrutturazione del Picco
sará firmato Gau Arena e si concluderá in tre anni, con una prima fase
immediata e le altre due a fine campionato 2022.
La buona notizia è che, agli occhi degli investitori americani, i
limiti strutturali degli impianti sportivi italiani e la loro poca
modernitá non vanno ad intaccare l'attrattivitá del nostro campionato e
il loro interesse nell'investire nel nostro Paese, ma invece, quello che
può rappresentare un disincentivo, riguarda tutto quello che concerne con
le lunghe procedure burocratiche che vi sono dietro alle concessioni per
rinnovare o costruire uno stadio. Basti pensare a San Siro, diventato un
caso mediatico e soprattutto politico, vittima della mancanza di dialogo
tra le due societá, Inter e Milan e il Comune di Milano e del peso della
burocrazia che sembra porre più ostacoli che incentivi.
'Per far fronte al problema della burocrazia, il 3 aprile 2021 - afferma Alessi - è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 38 del 28 febbraio 2021, approvato dal Governo in attuazione della delega disposta ai sensi dell'art. 7 della Legge 8 agosto 2019 n. 86 finalizzato a riorganizzare in un unico provvedimento la disciplina relativa alla realizzazione e all'ammodernamento degli impianti sportivì.
'Percio' una soluzione per accelerare i lavori e di conseguenza
aumentare gli investitori e gli investimenti, potrebbe essere quella di
riordinare la normativa vigente, ed accelerare e semplificare il
procedimento amministrativo che consente la costruzione e l'ammodernamento degli impianti. Ciò darebbe piú sicurezza agli investitori che decidono di impegnarsi in progetti complessi e di medio/lungo periodo. Tali interventi, affidati a professionisti del settore, potrebbero realizzarsi mediante recupero di impianti giá esistenti con un costante monitoraggio al fine di individuare quelli piú efficaci da promuovere e replicare, sostiene Alessi.
Risulta quindi chiaro che gli imprenditori americani che sono
interessati a questo tipo di investimenti sono nella maggior parte dei
casi alla ricerca di asset sottovalutati e scommesse potenzialmente
redditizie. 'Vogliono investire in qualcosa che i risparmiatori capiscano
e che abbia un impatto non solo economico ma anche esperenziale', aggiunge Giovanni. Il calcio italiano risulta, dunque, attrattivo per imprenditori Usa che hanno esperienza nello sport business, e dispongono di strategie e know how per far fruttare al meglio questi investimenti.
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MF-DJ NEWS
0119:13 set 2021
(END) Dow Jones Newswires
September 01, 2021 13:14 ET (17:14 GMT)