MILANO (MF-DJ)--Uno spazio nuovo ed effimero, magico e sensoriale. Un temporary store che racconta una nuova storia per Gucci, quella del debutto della collezione Lifestyle, che si compone di quaderni, cofanetti per le lettere, scatole portamatite ma anche palle da basket, giochi da tavolo come le carte e i dadi, ventagli, pigiami e pantofoline, beauty case. Per celebrare l'esordio, in occasione della Milano design week, fino al 17 settembre in via Manzoni, a Milano, questo universo è racchiuso in Gucci Cartoleria. Una Wunderkammer, uno scrigno di ricordi sensoriali. «Quando ero piccolo amavo le cartolerie per l'esperienza visiva, tattile, olfattiva che regalavano», ha detto in questa intervista a MFF Alessandro Michele, direttore creativo del marchio di Kering, «Lifestyle è qualcosa che appartiene alla nostra cultura, sono le belle cose che hanno accompagnato i gesti del nostro passato. Ma che creano al contempo un ponte sull'oggi, che ci permette di dialogare con i giovani». Questo piccolo spazio offre un viaggio in miniatura in un mondo fantastico, grazie a effetti speciali che fanno animare gli oggetti.

D.: La sua nuova collezione si chiama Lifestyle. Che significato e valore ha questa parola?

R.: Nelle cose che faccio nella mia vita cerco di costellare i piccoli movimenti, i gesti, i riti, diventati così importanti in questo ultimo anno. Lifestyle è qualcosa che appartiene alla nostra cultura: le belle cose e oggetti che hanno accompagnato le mamme e nonne. Cose che sono andate in dismissione. Per me significa cogliere l'occasione di essere felice in questi gesti meravigliosi. E poi sono un amante degli oggetti. Li facevo per me, come per esempio il quaderno, i pupazzi, i pigiami, i ventagli che ormai trovo solo nei mercatini. Poi mi sono reso conto che era una occasione persa non condividerli con gli altri. Quindi per me Lifesyle significa volersi bene mentre si vive.

D.: La collezione è un inno al gioco, all'immaginazione. Quanta importanza ha questo tempo nel suo universo creativo?

R.: Molta. A me la realtà piace molto, sono appassionato delle cose che succedono, ma uso da sempre questo condimento. Per me l'immaginazione e il gioco sono fondamentali. È bellissimo rimanere bambini e accompagnare questo bambino sempre. Chi lo abbandona è perduto. Gli oggetti che sono nella Gucci Cartoleria sono come i props di un gioco, come quando da bambino si faceva finta che. Bisogna coltivare questo spirito, perché se non lo coltivi non riesci a vedere le cose che possono diventare possibilità reali.

D.: Diceva in un recente incontro che ciò che non conosce o non vede è fonte di ispirazione. Anche in questo caso ha raccontato un mondo perlopiù sconosciuto?

R.: La moda è un sogno, un mondo parallelo che si accosta a quello reale. La passione per luoghi reali o immaginari che non conosciamo. È importante lasciare alcune aree in ombra, perché ci permettono di mettere in moto parti di noi. È bellissimo non conoscere.

D.: La Cartoleria è uno scrigno di ricordi di infanzia. In che modo si può creare oggi una magia per i giovani che una cartoleria non l'hanno quasi mai vista?

R.: Dico che la passione per le cose che sono state è una passione per l'adesso. Inanellate, infilate come le perline nell'oggi producono un ponte. Necessario perché porta in un mondo che non c'è. Per un giovane vedere una cartoleria è un ponte. Passato e presente producono attraversamenti. Per me quello era un posto magico. Un'esperienza visiva, tattile e olfattiva, con l'odore della carta, delle matite, delle grafiti. Oggi ha le sembianze di un luogo magico.

D.: Parlando di magia, c'è uno speciale rapporto tra lei e i giovani, sui quali ha una forte influenza. Come si sente ad avere questo legame?

R.: Non vedo più così tanto un gap generazionale, perché il mondo in cui viviamo ha eroso certe barriere. Siamo tutti di fronte allo stesso spettacolo. Oggi c'è un mondo che ci ha resi più vicini. Io non ho percezione di quanti anni io abbia, quindi mi autorizzo a fare tutte le cose che posso fare indipendentemente dagli anni che ho. Questa cosa si percepisce, forse. È una cosa misteriosa, ma non è frutto di marketing. Sarei troppo bravo se avessi in mano questo teorema. Chi mi ferma in strada ha 13-20 anni. È un sortilegio e non so per quanto continuerà. Forse percepiscono il gioco. Questa nuova linea si compone di quaderni, skate, palla da basket. La dimensione di leggerezza piace ai giovani.

D.: Un'immagine della adv di Gucci Lifestyle (foto Max Siedentopf)

Il marchio che disegna continua ad andare benissimo. Sente questa responsabilità oltre che l'orgoglio?

R.: Sono molto contento ma sono anche uno che lavora tanto e lo faccio con una grande passione che alimento in modo naturale. Faccio sì che il mio lavoro sia il mio luogo, il mio studio, il mio ufficio. Autenticamente il mio campo d'azione. Forse questo successo che a tratti percepisco è bello ma mi spinge sempre a pensare. Immaginare cosa succeda nel mio laboratorio è la cosa che mi interessa di più. Poter parlare a tante persone e condividere con tanti le cose che immagino e che penso è bellissimo. Ormai sono quasi sette anni a gennaio, per la moda è un tempo lunghissimo. Oggi ancora di più, perché le cose hanno un ritmo strano: veloce, lento, quasi come un animale selvaggio.

D.: Sette anni a gennaio. Si parla sempre della crisi dei sette anni nei legami d'amore. Si sente a un giro di boa o è ancora molto innamorato?

R.: Sono ancora innamorato. La necessità del giro di boa la sento sempre. Forse ora sono più agitato del solito, sì. Perché devo cercare il motivo per innamorarmi sempre, di nuovo. Io sono uno che si stufa, quindi da almeno un anno sono alla ricerca di linguaggi ed esperimenti nuovi. Ora sì. Sono in un pensatoio intenso. Questo è un lavoro dove non puoi smettere mai di innamorarti. È forse la relazione più importante della mia vita. La relazione che viene prima del compagno che scegli, perché io a questa relazione penso tutti i giorni, mentre cammino, quando mi alzo. L'ho scelta in quanto parte viva della mia vita.

red

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0708:29 set 2021

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September 07, 2021 02:30 ET (06:30 GMT)