Innanzitutto, il costo di acquisizione dei clienti rimane proibitivo quando l'assicuratore non ha le dimensioni necessarie per sostenerlo, ma non è questo il caso di Lemonade.
La start-up newyorkese ha quintuplicato il volume d'affari in quattro anni, ma è ancora lontana dal raggiungere una situazione di pareggio. Nel 2023, l'azienda registrerà una perdita simile a quella dei tre esercizi precedenti.
L'anno scorso, quindi, le sorti non sono cambiate, anche se Lemonade ha ridotto le spese di marketing nella seconda metà dell'anno. Questo non fa ben sperare per l'anno prossimo, perché l'amministratore delegato Daniel Schreiber intende accelerare nuovamente.
La strategia è aggressiva, ma Schreiber non ha scelta: Lemonade deve crescere o scomparire, cosa che si preannuncia difficile visto lo stato attuale delle sue risorse. Un nuovo aumento di capitale sembra quindi indispensabile a breve termine.
Purtroppo, il mercato ha fatto una svolta di 180 gradi. Nei dodici mesi successivi all'IPO di Lemonade, il mercato valutava la start-up più di 45 volte il fatturato, un valore ben lontano dai livelli odierni, che si aggirano invece intorno a 2 volte il fatturato.
Sebbene la presenza di Softbank nel capitale possa essere vista da alcuni come un punto a favore, ricorda anche il precedente creato da WeWork. Anche WeWork ha deciso di reinventare il proprio settore, con i risultati che tutti conosciamo.