L'azionario cinese ha archiviato la sessione in ribasso, registrando la peggiore perdita mensile da maggio 2019, con le vendite di titoli immobiliari e delle materie prime che hanno controbilanciato l'ottimismo dovuto ai dati positivi sull'attività manifatturiera cinese.

Lo Shanghai Composite ha chiuso in ribasso dello 0,2%, a 3.218,05, e l'indice blue chip CSI300 ha perso lo 0,1%. Su mese, l'indice Shanghai Composite ha ceduto il 5,23% e lo CSI300 il 4,75%.

I mercati hanno perso terreno a settembre principalmente a causa dei timori dovuti alle tensioni sino-statunitensi e per le oscillazioni nei mercati esteri causate dalla seconda ondata di contagi di coronavirus.

Semiconductor Manufacturing International, il più grande produttore cinese di chip, è crollato del 25% nel corso del mese a causa delle nuove restrizioni sulle esportazioni imposte dagli Stati Uniti che le hanno motivate con il rischio di uso militare.

A settembre, l'attività industriale cinese ha esteso la solida crescita, secondo i dati, e ha visto un aumento delle esportazioni - motore fondamentale del Paese - grazie al miglioramento della domanda estera, confermando una costante ripresa economica dallo shock del coronavirus.

I titoli legati ai consumi sono saliti in vista delle festività della Settimana d'Oro, con gli investitori che si aspettano consumi robusti durante la pausa. L'indice dei beni di prima necessità del CSI300 ha guadagnato lo 0,59%.

I mercati cinesi saranno chiusi per le festività nazionali dall'1 all'8 ottobre.

L'indice Hang Seng di Hong Kong ha chiuso in rialzo dello 0,8%, a 23,459.05.

 

(Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Milano Cristina Carlevaro)