MILANO (MF-DJ)--Milano Finanza ha chiesto ai leader che si sfideranno alle elezioni cosa faranno per risparmio, borsa e debito pubblico. Giorgia Meloni:

Domanda. Il suo partito che piani ha per utilizzare il grande risparmio italiano a fini produttivi nazionali, che ancora oggi per il 75% va su strumenti esteri?

Risposta. Se i risparmiatori italiani prediligono gli investimenti oltre i confini nazionali è perché non nutrono fiducia nel sistema-Italia. Serve ridare slancio all'imprenditorialità e maggior stabilità politica alla Nazione. L'instabilità degli ultimi dieci anni, figlia di leggi elettorali studiate ad hoc per garantire al governo chi perdeva le elezioni e che hanno visto esecutivi sostenuti da maggioranze disomogenee, è un unicum nel panorama politico occidentale. Serve restituire all'Italia un governo forte che sappia formulare una strategia industriale, laddove finora si è navigato a vista.

D. Che piano ha il suo partito per rilanciare Borsa Italiana e creare un vero mercato di capitali per un Paese che è secondo al mondo per risparmi?

R. La Borsa ha una centralità strategica perché è il luogo dove gli imprenditori trovano i capitali di rischio necessari alla crescita e i risparmiatori ne traggono beneficio diventando azionisti. Borsa Italiana deve tornare a essere un centro d'investimento a sostegno delle forze produttive. Dobbiamo incoraggiare i risparmiatori a investire in Borsa Italiana e per farlo occorre liberare le imprese dai legacci della burocrazia e dal macigno della pressione fiscale. È necessario riequilibrare la presenza italiana nel management delle controllate di Piazza Affari, come ad esempio Mts, la piattaforma di scambio del debito pubblico italiano. Dopo il passaggio di Borsa Italiana dal London Stock Exchange a Euronext all'investimento di Cdp non è corrisposta un'adeguata presenza tricolore nel management, nonostante FdI lo avesse fatto presente.

D. Il suo partito che cosa pensa di fare per tagliare l'enorme debito pubblico italiano?

R. Il debito pubblico non può essere gestito a colpi di avanzi primari. Nel 2011 il rapporto debito-pil era al 120%, oggi è al 150%. Gli indicatori macroeconomici dicono che in questi 10 anni ci siamo impoveriti e indebitati. E questo lo dobbiamo alla gestione dissennata degli ultimi governi, incapaci di fare investimenti produttivi ma abili a sprecare risorse. Emblematica la gestione della pandemia, che avrebbe potuto essere un'occasione irripetibile per fare investimenti. Abbiamo visto al contrario sperperare soldi in banchi a rotelle e bonus inutili, mentre il debito aumentava di 180 miliardi. Serve un cambio radicale: il debito può essere tagliato solo se il pil torna a crescere, e vigorosamente.

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1908:12 set 2022


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