BRUXELLES (awp/ats/ans) - Il sostegno ricevuto in tempo di crisi è già stato restituito - con gli interessi - nelle casse di Stato tedesche. Ma il caso dei 6 miliardi di euro elargiti da Berlino a Lufthansa durante il Covid continua a tenere banco in Europa. Appena conclusi i festeggiamenti per il sospirato via libera Ue alle nozze con Ita, il colosso dei cieli tedesco torna così sotto la lente della squadra di Margrethe Vestager, che ha deciso di avviare un'indagine "più approfondita" sulla ricapitalizzazione decretata nel 2020 dall'allora cancelliera Angela Merkel.

Una misura che a suo tempo incassò il favore di Bruxelles per poi essere tuttavia bocciata dalla Corte di giustizia europea con una sentenza di primo grado tutta a favore dell'agguerrita rivale - e ricorrente - Ryanair. Se l'esito del nuovo esame antitrust Ue dovesse rivelarsi negativo, la compagnia guidata da Carsten Spohr sarebbe chiamata a 'ripagare' il sussidio versando la differenza tra le condizioni a cui ha ricevuto l'aiuto e quelle a cui l'avrebbe ottenuto sul mercato.

Da sempre al centro delle polemiche per l'ampio spazio fiscale che le consente di distribuire aiuti a pioggia alla sua industria rischiando di indebolire il mercato unico, Berlino aveva messo a punto per la sua compagnia di bandiera uno schema articolato in tre componenti: una partecipazione al capitale per 306 milioni di euro, una partecipazione tacita non convertibile in azioni per 4,7 miliardi e una convertibile per un altro miliardo. Una misura compatibile, nel giudizio di Bruxelles, con le regole straordinarie sugli aiuti di Stato introdotte per non lasciare le aziende soccombere ai lockdown. Pur con alcuni vincoli: per beneficiare dell'aiuto, Lufthansa ha dovuto rispettare il divieto di distribuire dividendi e una rigorosa limitazione della remunerazione - bonus compresi - del suo management. Alla compagnia della gru è stato poi ordinato di cedere fino a 24 slot giornalieri a Francoforte e Monaco per consentire ai vettori concorrenti di stabilirvi una base.

Tutti paletti che non hanno distolto Ryanair dalla sua dura campagna legale contro "la baldoria di aiuti di Stato donati" dai Ventisette "alle compagnie di bandiera"- E calcolati in oltre 40 miliardi di euro con Air France, Tap e Klm a farla da padrone. A maggio 2023 il Tribunale Ue ha accolto il ricorso della low cost irlandese sostenendo che l'antitrust Ue avrebbe dovuto controllare più attentamente la ricapitalizzazione tedesca. Da quella sentenza è passato poco più di un anno: in mezzo, il complesso negoziato tra Bruxelles, Roma e Francoforte per l'acquisizione della newco sorta dalle ceneri di Alitalia terminato con il lieto fine.

Nella sua nuova indagine l'Ue guarderà più da vicino l'idoneità di Lufthansa agli aiuti, la necessità di un meccanismo che incentivasse l'uscita dello Stato dal capitale, il prezzo delle azioni al momento dell'eventuale conversione. E l'esistenza di un "significativo potere di mercato" del colosso dei cieli in aeroporti diversi da Francoforte e Monaco, come lo scalo tedesco di Düsseldorf o quello austriaco di Vienna.

Nel frattempo, l'ormai defunta Alitalia continua a far discutere in Italia: nella denuncia di Uiltrasporti, per oltre 2200 lavoratori sono in atto "procedure di licenziamento" davanti alle quali il sindacato chiede che "il ministero del Lavoro convochi subito le parti sociali e predisponga al più presto una proroga della cassa integrazione" in scadenza il 31 ottobre.