MILANO (MF-DJ)--Il tennis club di Parigi si trasforma in un set modernista con pareti di marmo per ospitare lo show del menswear di Louis Vuitton. Non una sfilata nel senso abituale del termine ma una performance artistica multidisciplinare che, virtualmente, fa viaggiare lo sguardo dalla Ville lumière a un villaggio innevato della Svizzera tra pattinatori e danzatori, in omaggio al libro Stranger in the village di James Baldwin.

Un testo degli anni 50, scrive MFF, nel quale si racconta la bizzarra esperienza di un turista afro americano ospite della cittadina di Leukerbad. Un modo per introdurre il tema degli archetipi, dei backgroung culturali legati agli stereotipi e della loro, ineluttabile, rottura. Virgil Abloh, direttore creativo del menswear della maison di Lvmh, coinvolge nel suo percorso una serie di artisti da Kandis Williams a Tosh Basco, da Saul Williams (che apre lo show) a Yasiin Bey fino a Black Cracker e Steven Sowah per dare vita a una performance che ha il sapore di una piece teatrale. Un uomo esce da un porta con un cappotto puntellato da grandi bottoni a forma di aeroplano. Fanno venire subito alla mente l'invito allo show, un modellino di aereo di balza, che riporta all'infanzia. A quando ai bambini viene chiesto «che lavoro vuoi fare?» e le risposte spaziano dall'artista al marinaio, dall'architetto allo scrittore. Un collage di tipi umani che si alterna sulla scena tra groupage e catwalk per saltare attraverso i codici del vestire.

Il Kente cloth, un tessuto tipico del Ghana, viene trasformato in tartan per coperte che si avvolgono sul corpo in maniera tradizionale. Un brillante verde menta diventa il colore statement di stagione per i look e per gli accessori, percorsi dagli aforismi realizzati dall'artista concettuale Lawrence Weiner. Frasi come «You can tell a book by its cover», «The same place at the same time». che si rincorrono sulle nuove Keepall e sulle tracolle insieme alla frase «Tourist vs. pourist» a incarnare la figura dell'outsider. Il logo si rincorre invece impresso sui trench argentei e sulla maglieria dove assume la foggia di spille decorative. Suit marmorizzati richiamano l'allestimento circostante mentre ricostruzioni tridimensionali dei monumenti di New York e di Parigi diventano abiti surreali per un ideale tour intorno al mondo. Intrapreso con una valigetta argentea tra le mani o con un griffatissimo trolley.

Giudizio. La moda come strumento di riflessione sull'integrazione e su temi sociali. Come strumento di rottura di pregiudizi e preconcetti. Virgil Abloh non ha mai voluto limitare il suo lavoro di designer a quello di puro creativo, impegnandosi a raccontare l'identità di un mondo che cambia. E così fa anche in questa collezione, in un melting pot di ispirazioni amalgamante da quell'anima street che da sempre carattetizza il suo lavoro. Con un picco di tailoring che assume però una nuova connotazione childish.

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2208:09 gen 2021

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January 22, 2021 02:11 ET (07:11 GMT)